Presidio davanti al Provveditorato

 Si è tenuto Martedi' 28 un presidio davanti all'Ufficio provinciale scolastico di Pisa. Il presidio era stato convocato dall'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole 



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https://www.cascinanotizie.it/scuola-e-aeroporto-militare-una-questione-di-incompatibilit%C3%A0

La CUB di Pisa ha aderito a questo appuntamento convintamente nella consapevolezza che le scuole e le università siano diventate da tempo un laboratorio per affermare le culture della guerra e praticare anche quel revisionismo storico funzionale alle politiche intraprese dal Governo.

L'assuefazione alla guerra va costruita fin dalla tenera età portando bambini e bambine in visita nelle strutture militari introiettando valori e pratiche antitetiche alla pace 

Viene raccontato che le spese militari servono a rendere più sicuro il nostro paese quando invece mancano i soldi per le scuole e gli ospedali, quando ragazzi\e muoiono negli stages scuola lavoro, quando aumentano infortuni sul lavoro e malattie professionali, quando la nocività provoca malattie perchè gli ambienti contaminati attendono decenni prima di essere bonificati.

Molti corsi di laurea ormai vanno avanti con i progetti di ricerca finanziati da soggetti privati nei quali spicca la presenza di industrie e multinazionali impegnate nella costruzione di nuovi e sofisticati sistemi di arma.

Si tagliano fondi per le gite scolastiche ma si mettono a disposizione gli scuolabus per le visite in caserma,. questa è la realtà con la quale fare i conti ogni giorno.

Le immagini di bambini in festa davanti ai caccia militari ci riportano agli anni del fascismo quando i balilla esultavano davanti al riarmo del paese che portò l'Italia in guerra, con l'occupazione militare di paesi africani e poi a seguire l'occupazione di altri paesi insieme alla Germania Nazista.

Giorgio Beretta , in un suo libro di recente pubblicazione, spiega che l'industria di armi produce Pil quanto l'industria dei giocattoli ma ogni giorno i media raccontano l'esatto contrario ossia la strategicità della produzione di armi per il rilancio dell'economia.

Questa sorta di neo Keynesismo di guerra è funzionale a processi già avvenuti negli Usa con il settore militare divenuto strategico sia per le politiche estere che per costruire una società militarizzata incline a ritenere le guerre indispensabili per la salvaguardia della pace quando invece la pace la distruggono ogni giorno

E assuefarsi all'idea della guerra significa anche tacere sul restringimento degli spazi collettivi di libertà e democrazia, di partecipazione attiva della cittadinanza oltre a tagliare fondi per scuola, sanità e stato sociale.


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