Un capo di stato la cui visita non è gradita

 riceviamo e pubblichiamo


Il 9 Marzo il primo ministro dell'entità sionista è atteso in Italia





 

Mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa è in visita ufficiale nell’entità sionista il suo primo ministro Benjamin Netanyahu, dalle mani grondanti di sangue palestinese, sarà in Italia il 9 marzo.

 

Tanti i dossier sul tavolo: dall’energia, con il progetto del gasdotto Eastmed su cui Edison ha chiesto al governo un sostegno esplicito, alla guerra in Ucraina, dalla “lotta all’antisemitismo” nei giorni scorsi l’ambasciatore israeliano Alon Bar ha incontrato il prefetto Giuseppe Pecoraro, nominato coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo dal presidente Meloni, dalla “cooperazione industriale, tecnologica e scientifica” a quella militare.

 

A tal proposito, a dicembre, in occasione di un incontro tra Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia e ministro delle Imprese e del Made in Italy e l’ambasciatore israeliano Bar, era stato attivato il gruppo di lavoro per “migliorare la cooperazione industriale”.

 

La borghesia sionista italiana compie il suo rituale di riconoscimento e sostegno all'entità sionista, la cui accelerazione verso la forma-Stato fascistoide, ma sempre spacciata per unica democrazia del medio-oriente, sta provocando anche una seria crisi “interna” con manifestazioni oceaniche contro il progetto di legge in corso di approvazione per subordinare la magistratura al governo.

 

Vorremmo però che fossero le cifre a parlare: per quanto riguarda l'occupazione della Palestina solo da inizio anno, sono più di 70 i palestinesi uccisi dall'esercito sionista, centinaia quelli incarcerati, migliaia i feriti.

 

Solo negli ultimi giorni, coloni israeliani hanno effettuato pogrom a sud di Nablus e nella città di Huwara, incendiando mezzi e case con all'interno civili indifesi; ministri israeliani (come Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir) si sono espressi con incitamenti a crimini di guerra e a favore della "cancellazione" di Huwara "dandola alle fiamme". 

 

Il parlamento israeliano ha reintrodotto la pena di morte, ma solo per i Palestinesi prigionieri, accusati e condannati per atti di resistenza che hanno comportato uccisioni.

 

Questo il portato della visita del premier dell'entità sionista alla sua omologa italiana, entrambi in continuità con i precedenti governi, ma decisi a trarre ulteriore profitto dalle vicende della guerra in Ucraina e a consolidare la penetrazione del sionismo in Italia con il suo bagaglio di sistemi avanzati di controllo e repressione delle masse, sperimentati sulla pelle dei palestinesi.

 

A fronte di tutto ciò, continua indefessa la resistenza del popolo palestinese, nel totale e assordante silenzio internazionale, la borghesia incassa la mancanza di sostegno da parte delle classi subalterne e la loro incapacità di inquadrare la lotta al progetto sionista come lotta all'imperialismo.

 

Tocca a noi invertire la rotta, ripristinare metodi e forme efficaci di solidarietà internazionalista, pur nel complicato contesto attuale, a partire dalla lotta contro la NATO, contro il nostro imperialismo e il suo governo guerrafondaio e antioperaio.

 

ULPC - UNIONE DI LOTTA PER IL PARTITO COMUNISTA

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