La Liberazione delle Donne è il cuore di una Siria Democratica

 La Liberazione delle Donne è il cuore di una Siria Democratica


GIOVEDÌ 9 GENNAIO 2025
ORE 17.30 PIAZZA CAMPO DE’ FIORI

Il 9 gennaio 2013 le militanti curde Sakine Cansız (Sara), Fidan Doğan (Rojbin) e Leyla Şaylemez (Ronahî) venivano assassinate a colpi di pistola mentre si trovavano  nel Centro culturale curdo di Parigi. Tutte e tre rivestivano ruoli importanti all’interno del movimento curdo: Fidan Doğan era la rappresentante del Congresso Nazionale Kurdistan in Francia, Leyla Şaylemez era attiva nell’organizzazione giovanile e Sakine Cansız, oltre ad essere stata una delle fondatrici del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, si era battuta per l’affermazione e l’organizzazione delle donne all’interno del Partito stesso.

Ömer Güney, sospettato dell’omicidio, venne arrestato pochi giorni dopo ma morì per una presunta malattia poco prima dell’avvio del processo. Fin da subito fu chiaro che la ricerca del mandante portava in Turchia coinvolgendo i servizi segreti turchi ma, ancora oggi, i documenti che la chiamerebbero in causa sono tenuti sotto segreto di Stato dalle autorità francesi. 

Vogliamo anche ricordare che il 23 Dicembre 2022 altri tre attivisti curdi sono stati assassinati davanti al Centro culturale curdo di Parigi: Evin Goyi, donna curda che per anni si è battuta per il suo popolo e per la libertà delle donne tutte e rappresentante del Movimento delle donne curde in Francia, Mir Perwer, un compagno artista che lavorava per dare voce alla cultura curda e Abdurrahman Kizil, un curdo che si organizzava nel Consiglio del Popolo curdo a Parigi. 

Anche in questo caso le autorità francesi hanno trovato l’esecutore ma hanno deciso di coprire il mandante, cioè i servizi segreti turchi, dichiarando che chi ha sparato è un “malato psichiatrico”.
A distanza di undici anni è importante ritrovarsi non solo per non dimenticare le compagne e i compagni uccisi e chiedere al governo francese di assumersi la responsabilità di quanto avvenuto, ma anche per ricordare che quegli assassinii si inseriscono in un percorso di lotta ampio che ha condotto prima alla vittoria di Kobane contro l’ISIS, e dopo all’affermarsi del Confederalismo Democratico come nuovo modello di società, basato sull’esercizio di una democrazia diretta, l’ecologismo e la liberazione delle donne. 

Oggi che il futuro del Rojava è nuovamente in discussione e che la Turchia continua a minacciare il popolo curdo dentro e fuori i confini del suo stato, ricordare Sara, Rojbin e Ronahî, Evin, Mir e Abdurrahm significa ritrovare le radici di quella stessa lotta e, attraverso la loro memoria, difendere il presente.

Sara, Rojbin, Ronahî Jin Jiyan Azadî!

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