Fusioni, accorpamenti e ristrutturazioni:il cantiere aperto del capitalismo italiano

Fusioni, accorpamenti e ristrutturazioni:il cantiere aperto del capitalismo italiano
l mercato italiano delle fusioni e acquisizioni si annuncia in grand spolvero per l'anno 2018. Intanto registriamo fusioni tra piccoli comuni nell'ottica di contrarre servizi e spesa di personale, fusioni tra aziende ospedaliere o spending che cancellano servizi  sanitari in nome della riduzione dei costi.
Nel 2017 si registrano ben 733 operazioni concluse (-1% rispetto alle 740 del 2016) per un totale di  41 miliardi di euro.

I processi di fusione avvengono dentro un quadro complesso che da una parte tiene conto degli andamenti internazionali del mercato e dei conflitti interni all'imperialismo. Poi ci saranno gli equilibri da mantenere, gli interventi dell'antitrust ma tutti questi movimenti di capitali occultano anche la perdita di posti di lavoro che accompagna sempre i processi di fusione e di accorpamento, anche se soprattutto a livello medio-alto: impiegati in amministrazione, quadri intermedi e dirigenti.

  E' per questo che rabbrividiamo leggendo dei processi di globalizzazione che impattano sull’economia italiana  confermando  l’appeal degli asset italiani per gli investitori esteri
Le imprese italiane fanno gola, destano appetiti voraci e alimentano interessi tanto è vero che tra le poche operazioni riuscite al Governo e al Pd è quella di attirare investitori e capitali esteri , per esempio l'acquisizione di quasi il 12% di Autostrade Italia da parte di Allianz Capital e Silk Road,  o l'azienda dei riduttori Brevini comprata dal gruppo Usa Dana o i produttori di software Tagetik comprati dagli olandesi della Wolters Kluwer che nell'editoria hanno importanti interessi.

Senza analizzare nel dettaglio fusioni, accorpamenti e vendite, possiamo parlare anche degli acquisto dei Ferrero in Usa di alcuni marchi\aziende e gli affari della Techint che ha sostituito la Tyssen nel  business delle acciaierie brasiliane.
Le statistiche non parlano tuttavia di quanti posti di lavoro sono andati perduti su scala nazionale e globale nè risulta facile capire l'entità dei capitali investiti in queste operazioni. Di sicuro le banche e gli istituti di credito che hanno fatto da apripista in questa strategia detta merger and acquisition, non sono stati a guardare, decine sono le operazioni riguardano questo settore, per esempio la vendita di azioni di Unicredit o l'acquisto del 3% di BAnca intesa da parte di Generali.

Ma un elemento di assoluta novità, anzi verrebbe da dire di sconcertante normalità, è il ruolo degli stati nazionali; gli assertori del libero mercato e del ruolo marginale dello stato si stannno rivelando i principali assertori dell'interevento statale nell'economia, basti ricordare il protagonismo di Macron, un ruolo riconosciutogli anche da Il sole 24 ore del 31\12 che ne decanta le lodi come colui che ha promosso il  polo franco tedesco Siemens-Alstom nei treni e ha condizionato i termini dell’aggregazione tra Fincantieri-Stx nei cantieri navali. E sta tuttora giocando un ruolo di interdizione nel tentativo di Atlantia di conquistare la spagnola Abertis, che controlla una importante rete autostradale in Francia. 

Macron è diventato la speranza del capitalismo europeo per contrastare l'ascesa dellaCina, per questo il giornale di confindustria ha seguito con grande attenzione l'affaire Italo francesi dei cantieri navali sperando in un ruolo attivo di Gentiloni. Non a caso sono proprio i due paesi confinanti gli assi portanti della missione militare in Niger.

E' forse arrivato il momento di guardare con occhi diversi alla politica estera collegandola agli assetti interni al capitalismo e ai processi di ristrutturazione e di espansione del raggio di azione in corso.

approfondimenti 
 http://argomenti.ilsole24ore.com/fusioni-e-acquisizioni.html

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