Repressioni popolari in Honduras
In Honduras si sta consumando un nuovo Golpe soave che sta
provocando proteste popolari represse dal governo causando
morti, feriti e arresti nel totale oscuramento del servizio
radiotelevisiso pubblico.
Il presente articolo realizzato dal Giga è un piccolo contributo per il diritto all'informazione e per rompere il muro di silenzio intorno a questa grave situazione che sarà tanto più efficace quanto riusciremo a far circolare.
Il coordinamento del Giga
Il presente articolo realizzato dal Giga è un piccolo contributo per il diritto all'informazione e per rompere il muro di silenzio intorno a questa grave situazione che sarà tanto più efficace quanto riusciremo a far circolare.
Il coordinamento del Giga
Honduras:
il ritorno del Golpe
Soave..in
forma preventiva
Dopo aver
inaugurato nel 2009 la stagione del Golpe Soave con la deposizione
del legittimo Presidente Manuel Zelaya, reo di essersi avvicinato
all'Alba1,
in questo giorni in Honduras si sta scrivendo una nuova pagina di
storia relativa a questa, ormai consolidata, strategia
destabilizzante. Il Golpe Soave, Blando o
Istituzionale a seconda delle definizioni e
delle sfumature di realizzazione viene attuato in forma incruenta
attraverso l'azione convergente di alcuni settori della Magistratura,
di forze politiche disposte a clamorosi ribaltoni degli esiti
elettorali, di settori degli apparati di Sicurezza, con il
fondamentale appoggio dei media, soprattutto privati, che ne
preparano l'attuazione con potenti campagne diffamatorie tese a
creare consenso nell'opinione pubblica interna e internazionale,
intorno all'opera di deposizione di Presidenti eletti attraverso
regolari passaggi elettorali. Il tutto sotto la regia internazionale
dei poteri forti e delle strutture di Intelligence statunitensi. Dopo
il già citato caso di Zelaya, ricordiamo in ordine cronologico,
tralasciando le numerose fallite, la deposizione del Presidente
paraguayano, l'ex Vescovo Fernando Lugo, nel 2012 e quella più
clamorosa di Dilma Roussef in Brasile nell'estate del 20162
che oltre a portare il suo ex vice-presidente Temer alla presidenza,
a seguito del ribaltone del suo partito (il Pmdb), con un nuovo
governo espressione delle oligarchie, ha, soprattutto, mutato gli
equilibri geopolitici interni al Sud America e al Mercosur,
spostandone decisamente l'asse a destra.
Il copione
ormai consolidato del Plan Condor 2.0,
come definita tale strategia da diversi analisti, risulta tuttavia
sempre oggetto di aggiornamenti e di integrazioni: se fino ad oggi
sono risultati vittime di tali strategie Presidenti in carica, in
questa occasione in Honduras sembra si sia andati oltre.
Veniamo ai
fatti. Domenica 26 novembre si sono svolte le elezioni presidenziali
che vedevano contrapposti il Presidente post golpe in carica dal
2013, Juan Orlando
Hernández del Partido
Nacional,
espressione dell'oligarchia, ricandidatosi grazie a una forzatura
dell'articolo 239 della costituzione che vieta la rielezione alla
massima carica nazionale, contro Salvador
Nasralla, candidato dell'Alleanza
di opposizione contro la dittatura,
la cui significativa denominazione lascia più di un dubbio sulle
piene condizioni democratiche dell'assetto politico-istituzionale del
paese istmico. I primi risultati elettorali ufficiali, arrivati con
sospetto ritardo, già vedevano in vantaggio il candidato
dell'opposizione e allorché la vittoria di quest'ultimo era ormai
certa, appurati i 5 punti percentuali di vantaggio accumulati dallo
spoglio del 57% delle sezioni elettorali, il Tribunale Supremo
Elettorale, controllato dal governo, ha diramato la sconcertante
dichiarazione di non poter procedere oltre nella diffusione dei
risultati a causa della mancanza di dati, assicurando però di essere
in grado di effettuarla «al più tardi giovedì», casualmente dopo
la partenza degli Osservatori internazionali. Il presidente del Tse,
David Matamoros, ha poi aggiunto che i risultati finali sarebbero
stati disponibili solo giovedì, a causa del tempo impiegato dai
camion dell’esercito per trasferire nella capitale le casse dei
verbali dei seggi provenienti dall’interno del Paese, quelli che
non erano stati inviati elettronicamente dai centri di votazione. La
ripresa della diffusione dei dati, seguita con trepidazione e
sospetto dalle forze di opposizione, ha visto inizialmente un
inaspettata rimonta di Hermandez culminata in un clamoroso, seppur
risicato, sorpasso. Infatti dal 94,81% delle schede scrutinate
Hernandez risultava sorprendentemente in vantaggio col 42,69% dei
voti contro il 41,60%. L'incredulo Nasralla non ha quindi
riconosciuto l'esito del voto ed ha richiesto ufficialmente di
visionare «i
5.174 verbali introdotti nel sistema senza essere stati trasmessi
tramite scannerizzazione dai centri di votazione»
che, peraltro, erano stati inviati, oltre che al Tse, anche ai
partiti e, non casualmente, all’ambasciata degli Stati Uniti in
Honduras, a conferma della regia internazionale che coordina le
strategie destabilizzanti in America Latina, il tradizionale "cortile
di casa" statunitense.
La
sconcertante vicenda elettorale ha innescato precise richieste di
ripristino della legalità del processo elettorale da parte
dell'Alleanza di
opposizione contro la dittatura e
innescato manifestazioni e proteste di piazza da parte del popolo che
vede sempre più concretizzarsi il rischio di un nuovo ribaltamento
della volontà democratica uscita dalle urne. La risposta del governo
al momento è stata di natura repressiva e violenta causando, al
momento, la morte di 11 persone fra cui un bambino 11 anni, numerosi
feriti, oltre a centinaia di arresti
Il
governo ha ulteriormente inasprito la repressione dichiarando sabato
2 dicembre lo Stato di Emergenza per 10 giorni, durante il quale non
si potrà uscire di notte oltre, oltre a concedere alla
polizia e all’esercito il potere di sgomberare strade, ponti ed
edifici pubblici occupati dai manifestanti che chiedono il rispetto
della volontà popolare.
La
situazione in Honduras si presenta delicata e in pericolosa
evoluzione vista la spirale di violenze innescate dalla repressione
governativa. Il ripristino della legalità istituzionale, a mio
avviso, in assenza di pressioni della comunità internazionale, Onu
in primis, si prospetta alquanto improbabile accertato
l'incondizionato appoggio riservato all'oligarchia honduregna dagli
Stati Uniti e l'oscuramento mediatico attuato sulla inquietante
vicenda dall'apparato mediatico main stream internazionale.
E'
un caso fortuito che la Rai, pseudo servizio pubblico, dopo aver per
mesi enfatizzato la crisi venezuelana stravolgendone i connotati e i
ruoli, stia ignorando totalmente i brogli elettorali e la violenta
repressione in atto in Honduras?
Eppure
poteva effettuare un clamoroso scoop sull'evoluzione della strategia
del Golpe Soave:
dalla deposizione di Presidenti nel pieno delle loro funzioni al
ribaltamento degli esiti elettorali. In pratica l'inaugurazione del
Golpe Soave
preventivo. Ma
forse era chiedere troppo ad un servizio pubblico che si dimostra
sempre più subalterno agli interessi geopolitici degli Usa, i quali
per rivestire davvero il tanto sbandierato ruolo di paladini delle
libertà e della democrazia dovrebbero iniziare a rispettare i
processi democratici e gli esiti elettorali degli altri paesi, senza
intervenire per sovvertirli, né preventivamente né in corso di
mandato istituzionale.
Gruppo
Insegnanti di Geografia Autorganizzati
1
, L'Alleanza Bolivariana de los pueblos de nos
America
2
Dilma è stata destituita per corruzione, benché prosciolta in
seguito dal Giudice Federale, da un voto del Senato che ha
registrato 20 voti contrari e 61 favorevoli, fra questi ben Senatori
49 avevano procedimenti giudiziari in corso.
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