Le ritorsioni Usa sull'Onu....

Tanto venne detto che alla fine gli Usa si presero la loro vendetta tagliando i finanziamenti alle Nazioni Unite . Sicuramente Trump non ha digerito la condanna dell'Alto commissario delle Nazioni unite per l'uccisione da parte dell'esercito israeliano di un manifestante disabile (senza gambe e su una sedia a rotelle, "armato " di una bandiera palestinese), eppure i toni usati sono stati fin troppo blandi parlando di uccisione incomprensibile, un atto davvero scioccante e immotivato .

L'Onu non ha fatto niente di quanto sarebbe stato nelle sue facoltà, per esempio inviare una sua commissione di indagine, si è limitata insomma a invocare i soliti diritti umani “ad aprire immediatamente un’indagine indipendente e imparziale su questo incidente e su tutti gli altri che hanno provocato lesioni o morti, al fine di individuare i responsabili di eventuali crimini commessi.”

Non è la prima volta che l'Onu chiama direttamente in causa l'autorità nazionale palestinese invocando il suo diretto intervento per sopprimere sul nascere manifestazioni che poi puntualmente vengono represse nel sangue dall'esercito israeliano.

Ma cotanta passività rispetto al governo di Israele non è servita per scongiurare la vendetta Usa con il taglio di fondi all'Onu, verso cui i debiti Usa sono del resto risaputi ( gli stessi Usa poi sono esperti di debito visto che un anno fa superavano del 103% il loro stesso Pil raggiungendo livelli che per ogni altro paese avrebbero determinato la bancarotta)

Il finanziamento di ciacun paese all'Onu è legato alla forza economica e alla capacità di spese, per esempio gli Usa garantiscono circa il 2o% del budget operativo dell’Onu, ma solo in teoria perchè gli Usa solo nell'ultimo biennio hanno sborsato solo una parte dei soldi dovuti.

L’amministrazione Trump ha cosi' tagliato 285 milioni di dollari per il 2018, una ritorsione visto che solo pochi giorni prima era già stato trovato l'accordo per ripartire i finanziamenti dei paesi membri all'Onu, l'obiettivo di questa mossa è esplicito: mettere in crisi le nazioni unite con il ricatto economico Usa, piegarle a posizioni di comodo, avallando decisioni come quelle di nominare Gerusalemme capitale dello stato ebraico in violazione di centinaia di atti votati alle Nazioni Unite.

Sono stati ben 128 le nazioni, tra cui l’Italia, ad avere votato contro la decisione di Trump, a pochi giorni dalle dichiarazioni dell'ambasciatrice Usa arriva la puntuale ritorsione, con il Guatemala primo paese ad adeguarsi e a cui potrebbero aggiungersi altre piccole nazioni interamente dipendenti dagli "aiuti" a stelle e strisce (Honduras, Romania e Slovenia per fare alcuni esempi)

Paradigmatico a tal proposito è la vicenda dell' Honduras ove le ultime elezioni presidenziali caratterizzate da gravi e palesi brogli elettorali, le quali dopo una vergognosa farsa giudiziaria avevano assegnato la vittoria al presidente uscente hernandez che era stata condannata e non riconosciuta dall' intera comunità internazionale compresi gli Usa e l "Osa, l'organizzazione degli stati americani da sempre sotto il controllo di Washington. Ebbene il giorno dopo il voto contrario in sede di assemblea generale dell'Onu da parte del paese istmico insieme ad altri 8, dopo pesanti pressioni Usa, è arrivata in qualità di ricompensa per il.buon servigio il riconoscimento della vittoria (truffaldina) di hernandez da parte dell'amministrazione Trump in barba al diritto internazionale e al principio di autodeterminazione dei popoli.

La guerra diplomatica in atto é destinata ad andare avanti ancora a lungo, nel frattempo anche i paesi contrari a Gerusalemme capitale dello stato ebraico risultano del tutto impotenti davanti alla strage quotidiana di cui è vittima il popolo palestinese.

Per queste ragioni, la solidartietà attiva verso i palestinesi è oggi piu' che mai importante come ha ricordato nel giorno di natale papa Francesco invitando ad una soluzione negoziata del comflitto che porti alla creazione di uno stato palestinese com Gerusalemme est come capitale.

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