La storia ha già dato un giudizio negativo di questo re

riceviamo e pubblichiamo da Tiziano Tussi

www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 17-12-17 - n. 655


Questa la dizione perfetta della XIII disposizione finale e transitoria della nostra Costituzione sino alla fine di ottobre del 2002

I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive.
Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale.
I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli.

Il primo ed il secondo comma sono stati aboliti dalla legge costituzionale del 23 ottobre 2002.

Il tutto fatto senza aver sollevato allora particolari dimostrazioni di protesta, neppure dell'ANPI. Ora ci ritroviamo sia i discendenti sabaudi che appaiono in troppe trasmissioni televisive, e lasciamo perdere ogni commento alle performances di Emanuele Filiberto, sia alla presenza di un re in pectore che molti anni fa ha sparato con un fucile verso una barca attraccata vicino alla sua, nel mare tra Sardegna e Corsica, uccidendo un giovane tedesco. Omicidio che il re senza trono non ha praticamente pagato dato che è stato condannato ad una pena ridicola, sei mesi, per porto abusivo d'armi.

Bene, eliminati gli ostacoli personali - ma tenutisi gli averi della corona, almeno quelli che sono stati nelle possibilità di prendersi -, lo stato italiano permette ai resti di Vittorio Emanuele III di ritornare in Italia, come se questo ritorno fosse una riconciliazione storica come un'altra. Come se il tutto fosse condito nella solita zuppa della pietà per i morti. Strano comportamento questo del governo, che manda un aereo militare in Egitto a prendersi ciò che rimane del re piccolino.

Proprio un deputato del partito che lo mantiene in vita, il governo intendo, il partito del PD, tale Emanuele Fiano, figlio di un deportato nei campi nazisti, è il primo firmatario di una legge che eleva a reato la divulgazione di analisi e posizioni fasciste. Sempre il PD ha convocato recentemente una manifestazione a Como proprio contro i rigurgiti fascisti in quelle zone, e, per estensione, nell'Italia tutta. Altra istituzione, altro luogo. Il 12 dicembre di quest'anno in Piazza Fontana, il sindaco Beppe Sala, uomo eletto con i voti del PD a Milano, in piazza richiama "all'antifascismo militante", testuale. Insomma, parrebbe che l'antifascismo abbia sfondato tutte le porte nel governo di centro sinistra.

Ed adesso ci becchiamo il ritorno della salma di un re che ha aperto le porte al fascismo, al nazismo, alle leggi antisemite del 1938, a ben due guerre mondiali. La prima, utilizzando D'Annunzio come capopopolo per convincere gli italiani pacifisti, per la seconda assecondando totalmente il duce del "vincere e vinceremo". Un sovrano fra i peggiori della già orribile monarchia sabauda - basterebbe vedere le giravolte di alleanze nelle guerre europee del 1700 - per giungere alle sconcezze del 1900. Ed è a questi bei tipi che il governo antifascista e tutto l'entourage del PD ha aperto l'inumazione in un sacrario del Piemonte. Aspettiamo la traslazione, tra poco, per carità, a Roma, al Pantheon, cosa che il prode Emanuele Filiberto già reclama.

Questa come ogni altra considerazione e comportamento del nostro spudorato governo che dice una cosa e ne fa un'altra, cercando con le parole pezze giustificative, delle toppe, alle sue lacerazioni, che il Paese deve poi pagare. E non stiamo ad ascoltare le insulse parole del sindaco del piccolo paese, Vicoforte nella provincia di Cuneo, in cui si trova il mausoleo. La storia ha già dato un giudizio negativo di questo re. Il resto riguarda l'ignoranza civile e culturale di persone che non hanno capacità di tenere una dirittura morale civile. La difficoltà del dovere essere moralmente retti.

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