Dalla Ucraina alla grande Guerra

 Ha ragione da vendere Lucio Caracciolo, nell'editoriale dell'ultimo numero di Limes, a parlare di una grande guerra scatenata attorno al conflitto Ucraino, una guerra non dichiarata che investe direttamente il Globo nella contrapposizione dell'Occidente contro Cina e Russia e con l'utilizzo strumentale di Taiwan per scatenare tensioni nel Sud Est asiatico. Potremmo parlare anche del Medio Oriente e della campagna contro l'Iran scatenata all'indomani del grave ferimento ai danni dello scrittore Rushdie.

Ma un ragionamento complessivo dovrebbe anche riguardare le economie della Ue con Italia e Germania particolarmente interessate, con tutti i risvolti negativi ormai noti, dalle sanzioni che colpiscono le importazioni di gas e petrolio dalla Russia.

Anche l'accordo con Erdogan per la circolazione del grano ucraino meriterebbe attenzione perchè lo stesso viene venduto a prezzi accresciuti ai paesi dell'Africa  con costi inaccessibili per le nazioni che vivono la drammatica crisi alimentare derivante dal mancato accesso, a prezzi accessibili, a grano e granturco.

In queste settimane gli Usa hanno rafforzato i loro dispositivi militari nel Globo, la VII flotta dislocata nell'area a ridosso della Cina e con esercitazioni militari insieme all'Australia, la III flotta ai confini degli Usa, la IV invece nel continente Americano, la VI attiva in quello africano e la vii invece  nell'area vasta che va dal Bahrein alla Cina.

Ci sono paesi strozzati economicamente a causa del debito contratto con gli Usa (è il caso del Giappone), la presenza Usa si è decisamente rafforzata dislocando mezzi bellici e uomini in numerosi paesi nei quali esistono accordi commerciali e militari  e dentro i quali da 40 anni gli Usa hanno dislocato basi militari.

In questo scenario si riaccendono i conflitti attorno ad alcune isole dimenticate dalla Storia ma oggetto di contenzioso con la Cina e altri paesi ritenuti ostili agli Usa e alla Nato, l'obiettivo è quello di accerchiare la via della Seta lungo la quale si snodano i rapporti commerciali cinesi

Chi poi beneficerà delle esportazioni di gas naturali dopo l'embargo alla Russia? Innanzitutto gli Usa, primi produttori mondiali e le tensioni scatenate contro l'Iran sono finalizzate ad eliminare un pericoloso concorrente, ossia il terzo produttore di gas  dopo appunto Usa e Russia.

Poi ci sono nazioni che sotto l'egida Nato, e non , si propongono come protagonisti di scenari regionali ottenendo in cambio aiuti economici e militari e portandosi a casa anche altri risultati come dimostra l'estradizione concessa verso la Turchia di alcuni oppositori che in nome dei diritti umani avevano ricevuto asilo in paesi occidentali.

La presenza Turca sostituisce la tradizionale egemonia italiana nel Mediterraneo come dimostra il caso Libico, Erdogan  non solo controlla parte della Libia in competizione con la Russia ma ormai anche flussi commerciali dirimenti per tanti paesi oltre alla gestione delle rotte migratorie nell'area balcanica e tripolitana.

E in questi scenari sfugge a tanti il rifornimento di nuovi missili di recentissima produzione all'Ucraina che ormai attacca il territorio Russo e i centri abitati seguendo quel copione bellico dettato dai comandi militari Usa e Nato.

Siamo davanti a una sorta di grande guerra, non dichiarata, che vede contrapposti gli Usa, la Nato e la Ue ad altri paesi orientali con i quali il vecchio continente aveva allacciato proficui rapporti commerciali a conferma che questo nuovo scenario bellico è destinato a ripercuotersi negativamente contro gli interessi oggettivi della stessa Ue.

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