Senza combustibile ogni richiamo alla Costituzione diventa aria fritta

 Un bel libro di Geminello Preterossi (Pass Costituzionale- edizioni Mariù) uscito a fine 2021 meriterebbe di essere letto e discusso pubblicamente. L'autore non è il solito costituzionalista mainstream ma uno studioso rigoroso che non si cela dietro ad artifizi giuridici per affrontare invece le questioni dirimenti e dimenticate nel dibattito politico ossia i diritti sociali, la democrazia, la sovranità e lo stato di diritto.

Da anni ormai siamo abituati a richiami generici e approssimativi alla Carta Costituzionale nel nome della quale sono avvenute svolte e giravolte innumerevoli.

In pochi ormai conoscono la Carta , all'opinione pubblica viene presentata come un documento frutto del compromesso sociale post fascista, elemento fondativo di una Repubblica lontana nel tempo.

A noi interessa focalizzare l'aspetto su alcuni punti parziali ma degni di nota: in nome della Costituzione si sono giustificate scelte politiche  in aperto contrasto con i principi fondanti di quella Carta che per quanto datata continua ad essere bersaglio polemico a destra e a sinistra nell'ottica di una sua revisione in salsa presidenzialista o per ridurla a principi tanto astratti  e lontani dalla realtà da indurre il legislatore a liquidarla.

Che si creda o no nella Carta Costituzionale restano alcuni fatti incontrovertibili che proviamo a sintetizzare in alcuni punti utili a riflettere sull'esistente

  • Una carta , per riprendere P. Calamandrei, è come una macchina, se vuoi che funzioni deve avere il combustibile altrimenti rimane ferma ed inutilizzata. E il combustibile è rappresentato dalla volontà politica di attuarne i principi fondanti, farli vivere ogni giorno rispondendo ai bisogni collettivi e sociali. Se l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro ma per decenni quel lavoro lo hai precarizzato, delocalizzato e vilipeso è assai difficile che nell'opinione pubblica non facciano breccia le tesi dei "riformatori", pronti ad una revisione in salsa neo liberista della stessa.
  • La nostra società con il tempo è divenuta assai meno libera del passato, la norma più alta è stata letteralmente disattesa a partire dalla metà degli anni settanta, sotto i colpi della svolta dell'Eur e del compromesso storico, delle prime legislazioni emergenziali oggi rafforzate dalla cosiddetta emergenza sanitaria. 
  • La svolta neoliberista ha costruito un insieme di controriforme in materia di lavoro, welfare e pensioni che hanno fondato la Repubblica italiana sulla precarietà, la tecnocrazia al potere ,e trasversale al centro destra e centro sinistra, ha di fatto svuotato delle sue prerogative la Carta Costituzionale
  • La svolta neoliberista ha sancito la fine di ogni sovranità e la paura dei sovranismi (che a destra rivendicano il presidenzialismo) nasconde in realtà la giustificazione dell'Europa di Maastricht, la fine dell'autonomia monetaria che ha piegato al contempo gli Stati al dogma del pareggio di bilancio attaccando ferocemente lo Stato sociale, piegando le norme in materia di lavoro alla precarietà
  • Preterossi è tra i pochi ad avere compreso come l'uso politico e soprattutto mediatico dell'epidemia sia stato funzionale a demolire il welfare , a mettere in crisi la sanità pubblica narcotizzando la vita democratica con i critici e gli oppositori ridotti al pubblico ludibrio
  • Le politiche economiche ed internazionali della Ue sono sempre più subalterne alla Nato e alla Bussola europea, da qui la partecipazione attiva anche dell'Italia agli scenari di guerra....
  • Quanto accaduto alla Grecia anni fa (tagli al welfare, privatizzazioni e delocalizzazioni, disoccupazione di massa, prestiti imposti a condizioni disumane solo per pagare il debito pubblico alle grandi banche e ai comitati di affari) non è un fatto isolato, basterebbe ricordare la lettera firmata da Draghi per imporre all'Italia le politiche di austerità che porteranno al Governo Renzi e allo stravolgimento dello Statuto dei lavoratori , allo smantellamento delle Province e alla Legge Fornero in materia previdenziale)  o ad altri richiami a paesi indebitati come Portogallo, Irlanda...
  • Se alla macchina statale non fornisci il combustibile (la volontà politica di dare corpo a dei principi che non sono dogmi astratti), se manca la volontà politica di attuare alcune riforme finisci nelle fauci del neoliberismo e delle politiche di austerità che insieme allo stato di emergenza permanente hanno guidato le scelte dei Governi vi via succedutesi
  • La sovranità statale viene meno quando insegui solo il pareggio di Bilancio (tanto da inserirlo in Costituzione), quando le politiche di bilancio non sono finalizzate alla espansione del welfare e alla piena occupazione ma solo a contenere i costi pubblici per accrescere i profitti , per abbattere la pressione fiscale sulle imprese, per ridurre le aliquote fiscali a vantaggio dei redditi elevati
  • Lo Stato si riduce a un convitato di pietra per favorire il profitto , svalutare il lavoro e favorire le imprese e cosi' lo stesso welfare (sanità e istruzione pubblica per esempio) viene ridotto ai minimi termini
  • Dopo anni di controriforme la opinione pubblica ha interiorizzato l'idea che la revisione costituzionale sia ormai una necessità, un po' come quando nel centro sinistra fecero di tutto e di più per introdurre in Costituzione il pareggio di bilancio 
  • L'adesione alla Ue ha determinato la perdita di ogni sovranità monetaria ed economica dei paesi aderenti, ha vinto insomma quella tecnocrazia che in queste settimane ha portato il Vecchio continente a sostenere una Guerra e gli embarghi che si rivolteranno contro loro stessi sancendo la crisi economica e l'impoverimento progressivo delle classi popolari
Molto altro possiamo trarre dal testo di Preterossi, lasciamo liberta di lettura (agile) augurandoci che i luoghi comuni del mainstream non facciano breccia in quel poco che resta della sinistra di classe o presunta tale



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