Nuovi venti di guerra in Serbia

 Immancabilmente, appena un paese manifesta contrarietà alle decisioni imposte dalla Nato , si trova nella lista nera delle nazioni e invischiato in qualche scenario di guerra.

Solo poche settimane fa il Kosovo aveva ripreso le ostilità contro la Serbia ricordando ai paesi Ue la fedeltà alla Nato e la minaccia che, a detta loro, deriverebbe dai rapporti del paese confinante con Russia e Cina.

La Repubblica Serba  veva già contestato le decisioni di Pristina che imponevano il divieto di documenti di identità e targhe serbe in Kosovo a partire dal primo agosto. Ricordiamo che si tratta di due entità nazionali nate dopo la guerra nei Balcani e fino ad oggi ampi territori del Kosovo sono abitati dalla minoranza serba. Un vero e proprio pretesto legato alle politiche nazionaliste del Kosovo che hanno ripreso vigore in funzione anti serba e anti russa all'indomani dell'esplosione del conflitto Ucraino.  Dire allora che il Kosovo ancora una volta diventa il pretesto per le guerre di aggressioni Usa e Nato è solo la pura verità.

E puntualmente la Nato ha già annunciato di essere pronta ad intervenire nel caso in cui le frontiere Kosovare venissero minacciate, scenari consueti che precedono l'esplosione di una guerra come già in tante occasioni si è verificato.

Il controllo della Serbia da parte della Nato sarebbe funzionale al controllo dei corridoi energetici anche al fine di impedire rifornimento di gas e greggio dalla Russia.


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