Morte di un migrante.....

 Alika Ogorchukwu è il nome dell' uomo ucciso a Civitanova Marche, un ambulante proveniente dalla Nigeria che viveva in  Regione con la famiglia arrivando con grande fatica alla fine del mese. Una condizione che accomuna i proletari autoctoni e migranti colpiti indistintamente dalla crisi economica, dallo sfruttamento e dai salari irrisori che garantiscono i profitti ai padroni.

Aggressione brutale e senza motivo da parte di un uomo  che i media ci dicono afflitto da problemi psichiatrici,  sarà per questo motivo che nell'arco di poche ore è scemato l'interesse da parte della stampa, di solito assai morbosa in situazioni del genere,  e dell'opinione pubblica non potendo costruire attorno a questo dramma qualche narrazione elettorale o la solita retorica antirazzista di facciata.

I commenti immediati dei leaders politici ricordano che siamo  comunque vicini alle elezioni politiche, se non fanno notizia le decine di migranti che affogano nel Mediterraneo, se gli aiuti occidentali all'Africa si traducono in vendita di armi e accordi commerciali per sfruttare le ingenti risorse del sottosuolo di quei paesi, è invece morbosa l'attenzione dei media su una storia di ordinaria brutalità. 

Tutti insieme i leaders politici invocano giustizia, qualcuno azzarda a sostenere che la sicurezza degli italiani è a rischio come se questo uomo nero, povero e disabile, ucciso da un uomo bianco  a mani nude rappresentasse una minaccia.

A rischio, e va detto rispetto alle solite narrazioni emergenziali, sono le nostre esistenze dopo anni di precarietà e ricette liberiste, il razzismo esiste nella società italiana, alimentato ad arte dalla riduzione del costo del lavoro che mette in conflitto, per pochi euro, la manodopera autoctona e non.

Al contempo ci sono anche esempi di come la forza lavoro migrante sia nel tempo diventata più conflittuale di quella italiana portando avanti per prima istanze avanzate di miglioramento economico come accaduto nella Logistica.

Le generalizzazioni sono come sempre dannose e fuorvianti...

Non è il primo migrante ad essere ucciso e non sarà l'ultimo,  forse al suo posto avrebbe potuto esserci anche un mendicante italiano (l'odio verso gli ultimi non distingue mai le etnie),  la situazione induce a riflettere anche sul senso di  ordinaria violenza e di brutalità inaudita  che riduce al nulla il valore della vita umana.  La rabbia e lo sdegno arrivano insieme alle mobilitazioni, ormai ci siamo abituati a guardare  passivamente ogni immagine , anche le più truci. 

La violenza si accanisce contro gli ultimi, migranti e non, ed è questo il punto sul quale riflettere oltre al cordoglio e alla rabbia per questa tragedia .


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