l'Europa e la guerra

 Guerra in Europa, una lunga intervista a Luciano Canfora da parte di Francesco Borgonovo, che è presente nel testo anche con alcune appendici di suoi interventi, si lascia leggere con interesse accendendo una costante curiosità. L’uno, Canfora, che è sovente presente sulla scena nazionale come intellettuale di sinistra, critico verso ogni forma di retorica e banalità, tanto diffuse nei nostri mezzi di informazione ed approfondimento; l’altro, Borgonovo, vice direttore de La verità, quotidiano di destra di recente fondazione, nel settembre del 2016.


Superando le idiosincrasie per il mondo dei media di destra ed andando a ciò che nel libro viene proposto, si può dire che le analisi riportate si leggono con piacere. Ci fanno scoprire, sia le domande che le risposte, cosa possa bollire in pentola nella intricata questione della guerra in Ucraina. Veniamo così in presenza di piani analitici motivazionali del fenomeno che si attorciglia su sé stesso, ogni giorno sempre più complicato. Analisi che partono da lontano. Un’osservazione, questa, che potrebbe apparire di una logica corrente, ma così non è, dato il continuo sovraccarico di attualizzazione che questa guerra continua a produrre. Di fronte ad ogni tentativo di capirci qualcosa, affondando l'indagine nel passato, in problematiche dello ieri, si è riportati immediatamente all’accadimento in fieri: l’Ucraina è stata invasa da Putin. E con questo si cerca di chiudere ogni qualsiasi sforzo di comprensione motivata dell’atto. Comprendere serve soprattutto per capire e quindi intervenire a modo. Il tentativo di zittire ogni razionale ricerca di cause è stato ed è veramente generalizzato in ogni discussione che venga organizzata sui media italiani. Schema semplicistico: Putin è l’aggressore, le vittime sono gli ucraini. E con questo si chiude il cerchio. Logicamente nell’intervista non si nega, e come sarebbe possibile, tale evidenza, ma si cerca di capirne i perché.


Ora, se va da sé che in una guerra vi sono aggrediti ed aggressori, questo non ci porta avanti di un millimetro sulla strada della comprensione del fenomeno. Rimanendo fermi allo stato delle cose presenti ci si può muovere solo in modo immediato e poco razionale quando non addirittura manipolatorio.


Le risposte di Canfora prendono come riferimento la storia degli accadimenti internazionali che hanno come centro l’Europa ed i suoi scombussolamenti nel XX° secolo. Si parte da problematiche che risalgono alla Prima guerra mondiale e che arrivano ai sussulti di fine secolo ed a quelli dei primi anni del secolo in corso, che ci ricordano naturalmente la politica della NATO e la sua frenetica volontà di allargamento verso l’Europa dell’est. Dopo la caduta dell’URSS tutti i Paesi dell’ex Patto di Varsavia entrano nella NATO, dal 199 sino al 2004. Il tutto vien completato, e non ancora perfezionato, in questi mesi con i casi della Svezia e della Finlandia che allargano decisamente il campo di questa alleanza, dopo che anche alcuni Stati balcanici, ma non nel Patto di Varsavia, vi sono entrati in questo secolo, basti citare il caso dell’Albania. Ma oltre a queste evidenze, nell’intervista si cerca di mettere in fila motivazioni storiche dell’altro ieri, Prima guerra mondiale. Insomma una trattazione molto significativa e ampia. Aggiungiamo che questa moderna guerra ha perso completamente il significato esclusivamente militare e prende con sé, portandosele appresso e ben strette, motivi economici e di politica internazionale, quando anche non spettacolari, di impatto mediatico. A tanto sono indirizzati gli interventi in rete del presidente dell’Ucraina, e, ad esempio, la copertina di Vogue che lo ritrae assieme alla moglie o il messaggio ai Grammy Awards dell’aprile scorso. Siamo alla società dello spettacolo, mondo dal quale proviene Zelensky e spettacolo ben misero in mezzo a morti e feriti. Ci si spara e poi si discute se navi piene di grano possano e debbano solcare i mari per non allargare la fame in altri continenti. Insomma un guazzabuglio di funzioni sociali che la guerra ha messo in campo e si porta con sé. Come se il mondo Occidentale fosse l’unico a dover agire su questo piano e non si prende mai in considerazione che vi è una parte, più parti, del nostro pianeta che stanno vivendo e prendendo le misure verso la guerra in Ucraina in modo molto diverso.


Insomma attraverso questa tragedia si scopre, se lo si vuole, con questa lettura, una situazione ben più complessa che quella che ci viene continuamente proposta dai mezzi di informazione più importanti nel nostro Paese.


Traviamo queste ed altre tematiche nel testo che quindi cerca di farci ragionar in termini più razionali su questo fenomeno.


Le domande e le risposte rifuggono da pericoli ideologici – destra/sinistra – che potremmo credere di trovarci davanti, sia in un conflitto di posizioni oppure in un abbraccio contro natura. Un’operazione di sana e decente ricerca di una intelligenza politica e storica da rimettere in circolazione.


 


Luciano Canfora – Francesco Borgonovo, Guerra in Europa. L’Occidente, la Russia e la propaganda, OAKS editrice, Milano, 2022, p. 125, € 12.


 


Tiziano Tussi

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