Le contraddizioni capitalistiche oggi

 Il capitalismo odierno fa massiccio ricorso alla scienza e alla tecnologia , la ricerca, sovente a fini militari, diventa un valore aggiunto per restituire forza e competitività al capitale. Come avvenuto in altre fasi storiche la innovazione tecnologica determina la crisi di vecchi modi di produzione e si porterà dietro (nel baratro) aziende e lavoratori come già avviene nel settore meccanico con la irreversibile crisi del diesel e l'avvento dell'elettrico. 

Sempre le nuove tecnologie si scopriranno all'occorrenza green ma alla lunga avranno sull'ambiente e sull'ecosistema lo stesso impatto negativo del passato.

Sempre in questa fase cresce la competitività tra colossi capitalisti e stati per accaparrarsi corridoi, risorse e tecnologie avanzate, da qui il ricorso strutturale alla guerra e il nuovo keynesismo di guerra.

Per accrescere l' accumulazione capitalista aumenta anche lo sfruttamento e il controllo della forza lavoro utilizzando le continue evoluzioni tecnologiche e dei sistemi di controllo, il che non significa che lo sviluppo capitalistico sia lineare e non destinato a continue crisi di sovrapproduzione. 

Si restringono in questa fase gli spazi di agibilità e di democrazia, la partecipazione diventa una sorta di controllo permanente in funzione del consenso e del mercato

In alcuni settori produttivi gli algoritmi controllano la produzione per eliminare i tempi morti il che non significa che la società del futuro sarà solo terziarizzata.

E per far vincere i processi di ristrutturazione si alimenta quella fabbrica del falso e della criminalizzazione del dissenso che abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle


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