Dalla parte dei 5 licenziati alla fiat di Napoli. Per il diritto al dissenso e alla satira, per la democrazia e una giustizia reale che rispetti la dignità umana
un abbraccio
Franco
----Messaggio originale----
Da: "giustifederico@libero.it" <giustifederico@libero.it>
Data: 04/09/2016 18.10
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Ogg: pomigliano solidarietà rimandatemi il testo finaleLa storia della fiat di Marchionne è stata costruita sulla negazione dei diritti acquisiti, su condizioni di vita e di lavoro deteriorate da una metrica del lavoro di sfruttamento disumano, dalla sistematica cancellazione dell'azione sindacale piu' coerente e conflittualeMa la storia recente è anche quella di un padronato coccolato e protetto dai Governi e dalle istituzioni che non lesinano aiuti tramite ammortizzatori sociali anche se la politica industriale del gruppo è quella di delocalizzare la produzioneNel 2007 venne chiuso per mesi lo stabilimento di Pomigliano e fu allora che venne costruito un centro logistico a Nola ben presto diventato un reparto dove confinare iscritti ai sindacati di base, gli operai piu' riluttanti a subire lo sfruttamento padronale.Emarginazione, cassa integrazione a zero ore, ritmi insostenibili sono la causa di malattie professionali, suicidi e forme di autolesionismo tra gli operai, disperazione, rabbia e paura che ci riportano indietro ai primi anni ottanta quando ben 150 operai fiat si sono suicidati dopo la cassa integrazioneIn questi anni ogni presenza scomoda negli stabilimenti ex Fiat è stata rimossa con la compiacente giustizia borgheseIl 20 maggio 2014, dopo il suicidio di una operaia attivista sindacale, alcuni operai inscenarono una protest eclatante simulando un finto suicidio davanti allo stabilimento. Il suicidato era l'amministratore delegato Marchionne e al collo del manichino che lo raffigurava fu appeso un cartello con sopra scritto “mi ammazzo, perdonatemi per tutti quegli operai che si sono suicidati”.La fiat individua i 5 promotori della protesta, promossa dal comitato dei cassaintegrati e li licenzia. Negli anni successivi il ricorso degli operai contro il licenziamento viene respinto dalla magistratura del lavoro che ritiene la fedeltà alla azienda un obbligo da rispettare 24 ore al giorno, dentro e fuori gli ambienti di lavoroGli operai da anni sono senza reddito e vivono precariamente, le loro vite sono state stravolte da una Giustizia ingiusta che nega il diritto al dissenso, anzi lo colpevolizza giudicandolo motivo sufficiente per il licenziamentoPensiamo che questa sentenza faccia da giurisprudenza e afferma la fine di ogni diritto al dissenso costruendo le basi per la dittatura dei padroni sui lavoratori.Noi siamo dalla parte dei 5 e sosteniamo la loro lotta e pensiamo che ciascun democratico dovrebbe farla propria non lasciando soli questi operaiNoi siamo dalla parte dei 5 per la libertà di critica, di satira ed espressione e contro la pretesa dei padroni di riscrivere la storia e i codici a loro uso e consumoFesta rossa Perignano Pisasgb toscanadelegati rsu e lavoratori indipendenti
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