Votare no al referendum non basta: rilanciamo la mobilitazione contro lo smantellamento del welfare e le politiche ammazza diritti\tutele

Il NOSTRO NO AL REFERENDUM costituzionale .
Mobilitiamoci per il no e contro il jobs act e la precarizzazione del lavoro e delle nostre vite


La Cgil si schiera (per fortuna) per il no al referendum costituzionale ma allo stesso tempo dichiara di non aderire a comitati e  alla mobilitazione.
Cui prodest? Sicuramente non ad impegno partecipato alla vittoria del No
Perchè il comunicato della cgil  non dissipa tutti i dubbi? 
Infatti 
- non si analizza la riforma costituzionale alla luce dei dettati della Troika, basterebbe leggere la lettera di Trichet a Draghi per capire che tra le richieste della Troika, insieme allo smantellamento del welfare e alla riduzione di tutele e ammortizzatori sociali, c'era anche il rafforzamento dei poteri nelle mani del presidente del consiglio. Le riforme istituzionali intraprese dal Governo Renzi non sono un errore di percorso , avevano ed hanno un OBIETTIVO BEN CHIARO: ridurre il potere di veto dei cittadini e del Parlamento, cancellare la eleggibilità del senato per lasciare ai detentori del potere perfino la scelta dei rappresentanti
- la Cgil esprime criticità , dice di votare no ma si guarda bene dall'impegnare le proprie strutture nella campagna per il no. Insomma una presa di posizione alla quale non seguirà la mobilitazione attiva per la vittoria del no.
- Noi non ci facciamo illusioni sul fatto che dallo smantellamento delle province alla riforma costituzionale passando attraverso le riforme che stanno precarizzando il lavoro e immiserendo il sistema sociale si sta (da tempo) costruendo un percorso che restringe gli spazi di libertà e di democrazia, di partecipazione alle decisioni che contano trasformando i cittadini e i lavoratori in sudditi
-Esempio eclatante è il documento dei sindaci toscani per il si, gli stessi che da anni piangono contro i tagli agli enti locali, ma poi con l'Anci rinunciano ad opporsi alla visione neocentralista voluta dall’ Europa per tagliare i diritti sociali, e sposano in pieno i contenuti delle leggi stabilità, che sempre più scaricano i costi dei servizi sui cittadini attraverso l’ aumento delle tasse locali.  Il problema vero, se si giudica la riforma dal punto di vista delle autonomie territoriali, è questo: la riforma valorizza o  schiaccia le autonomie locali, riportando nella competenza esclusiva dello Stato materie di specifico interesse regionale come il governo del territorio?
Noi pensiamo che i sindaci si siano schierati per il si, per fedeltà e opportunità di partito sperando in qualche futura designazione di lista, dimenticando però che la riforma di Renzi vuole l'esatto contrario di quanto loro asseriscono, ossia nessuna autonomia degli enti locali che non avranno piu' voce in capitolo sulle scelte del governo centrale in materia di impianti inquinanti, trivellazioni del territorio, infrastrutture strategiche.
La doppiezza dei sindaci è cosa risaputa, per questo non basta un no a mezza voce ma serve piuttosto una mobilitazione forte e scelte coerenti contro la riforma costituzionale.   Il No al referendum costituzionale presuppone anche prendere posizione contro il jobs act, gli accordi contrattuali che aumentano l'orario di lavoro e destinano soldi nostri alla previdenza e sanità integrativa quando pensioni e salute dovrebbero essere servizi statali erogati a basso costo e non pagati con i mancati aumenti contrattuali.
Ecco perché , in prospettiva di ribaltare un egemonia culturale voluta da Confindustria e dalla Troika, per contrastare la diminuzione dei diritti sociali e del lavoro,  obiettivo del Governo Renzi insieme alle modifiche costituzionali, ci saremmo aspettati una scelta chiara partecipata e movimentista della CGIL che superando gli interessi delle burocrazie interne dei servizi e i rapporti con certi amministratori locali, rafforzasse la posizione del No al referendum con un’ampia mobilitazione.
Posizioni peraltro largamente condivise dalla stragrande maggioranza di lavoratori, lavoratrici e pensionati, e occasione per far assumere al momento referendario i contenuti e gli spazi di vero e proprio strumento di conflitto sociale per assumere i connotati di fondamento della democrazia  e riaffermare che la sovranità appartiene al popolo come ai lavoratori dovrebbero appartenere le scelte e decisioni in materia di lavoro, pensioni, welfare e contratti!

delegati e lavoratori indipendenti pisa
http://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.it/

Commenti