La sentenza della Consulta sulla riforma della Pa.

La sentenza della Consulta va inquadrata anche dentro il conflitto referendario Parliamo delle norme relative alla dirigenza, alle aziende partecipate e ai servizi pubblici locali. La Consulta non ha dichiarato anticostituzionale la Legge Madia, anzi alcuni dei suoi decreti attuativi, ha solo detto che l'attuazione dei decreti deve avvenire tramite intesa e non solo con il semplice parere favorevole della Conferenza stato regioni. E' demagogico asserire che in caso di vittoria del si al referendum del 4 dicembre, un parere come quello della Consulta , a seguito di un ricorso della Regione Veneto, non sussisterebbe? Non possiamo dirlo con certezza, tuttavia è lecito avere dubbi soprattutto se leggiamo la stizzita dichiarazione di Renzi che parla di un paese bloccato e ritorna sulla necessità delle Riforme costituzionali Il Pd e i fautori confindustriali del sì spingono per uno stato centralista che poi è l'esatto contrario di quel bilanciamento tra poteri locali e nazionali sui quali si regge l'impalcatura democratica, uno stato accentratore con un sistema elettorale che permetterà ad una minoranza di avere piena agibilità per decidere a nome di tutti e senza alcuna mediazione. Siamo ben oltre la legge Truffa dell'immediato dopoguerra Ad oggi, gli atti normativi non nascono dalla imposizione di uno stato alle autonomie locali ma esiste una sorta di bilanciamento che poi è anche garanzia democratica di partecipazione dei territori alle decisioni che contano La sentenza della Corte costituzionale non è di facile lettura (la n. 251/2016 scaricabile al seguente link http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Embedded/Documenti/2016/11/25/251-2016.pdf ma aiuta a capire gli scenari futuri del paese. Per mesi ci è stata raccontata la storiella dei dirigenti pubblici, noi sappiamo che dirigenti a tempo determinato saranno facili ostaggio della politica, ricattabili con un contratto in scadenza Non si tratta di ritornare agli staterelli regionali dell'Italia preunitaria, come un Governatore del Pd ha sentenziato (ma taluni politici che invocano il socialismo e poi votano si possono essere ancora credibili?), parliamo invece di un adeguato di coinvolgimento degli enti locali , a tutela delle loro stesse competenze Non si tratta della pretesa degli amministratori di eleggere dirigenti a loro vicini e non attinti da un albo nazionale, è in gioco il coinvolgimento diretto delle autonomie locali e un domani il discorso varrà per qualche opera riguardante il territorio. Non ci facciamo troppe illusioni sul futuro, restiamo scettici sulla «leale collaborazione» tra Stato-Regioni e sulla stessa procedura concertativa ma resta importante la impugnabilità di un decreto attuativo da parte delle autonomie locali e siamo certi che un domani tutto cio' potrà non accadere piu'

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