1 maggio a camp darby ore 1030.....Una intervista che riassume le ragioni di questa mobilitazione

Un sabato all'insegna della lotta contro la precarietà, la miseria crescente, la militarizzazione del territorio e per il lancio della manifestazione del 1 maggio ai cancelli della base militare Usa di camp darby
E' questa la sintesi della Conferenza stampa  del 28 Aprile tenutasi davanti al Palazzo comunale di Pisa in vista del 1 maggio. Non a caso è stato scelto la sede del Comune di Pisa, l'amministrazione comunale è chiamata in causa per  "avere avallato la militarizzazione del territorio" prima tacendo su un incontro in Regione dove un anno e mezzo fa era stata illustrata la costruzione di una ferrovia a solo uso militare e poi facendo approvare un ordine del giorno che di fatto prende atto della decisione avvenuta omettendo un particolare importante: dieci anni fa , l'allora consiglio comunale di Pisa voto' un ordine del giorno per la riconversione della base a fini civili, una decisione ora archiviata

Le ragioni della giornata sono sintetizzate in un manifesto diffuso da giorni e scaricabile dal blog dei delegati  e lavoratori indipendenti
https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.it/2018/04/1-maggio.html

La  giornata del 1  Maggio ha il sostegno e l'adesione di tante realtà , dalla Rete civica livornese contro la guerra al sindacato generale di base, dal prc di livorno al  Pcl,  il partito comunista ha lanciato la mobilitazione a carattere regionale . Poi ci sono le adesioni di altre realtà, collettivi, giornali come la redazione di lotta continua e il blog on line Pisorno

Sulle ragioni del 1 maggio anticapitalista e antimilitarista abbiamo intervistato due tra gli organizzatori, federico giusti di sgb e salvatore catello del Pc

E' la prima volta che si tiene una manifestazione il 1 maggio davanti a una base militare Usa
Ricordiamo che documenti ufficiali parlano della presenza di Gladio dentro camp darby e Gladio era una organizzazione paramilitare clandestina messa su dagli Usa in chiave anticomunista e contro i lavoratori.  Gladio fu costruita a metà degli anni cinquanta in chiave anticomunista, allora se vogliamo guardare al passato possiamo asserire che la presenza delle basi militari Usa e Nato è stata funzionale anche a questi disegni che potremmo definire eversivi perchè qualora il partito comunista avesse preso il potere, queste forze sarebbero state usate contro le masse popolari. Tornando ai nostri giorni, mese dopo mese ci accorgiamo che sul nostro territorio le sensibilità contro guerra e militarizzazione sono sempre piu' flebili. Noi abbiamo tutto da perdere rispetto alla militarizzazione dei territori che ha contaminato anche parti del nostro territorio, per esempio le acque della Sardegna. Chi vuole tutelare il territorio e l'ambiente non puo' che essere contro le basi militari, chi vuole una società democratica non potrà dimenticare che queste aree del territorio italiano sono fuori dalla giurisdizione del Governo nazionale. Dentro camp darby nessuno sa cosa sia, dalla stampa Usa leggiamo che è il piu' grande deposito di armi e della logisica a fini militari in Europa. Per anni hanno costruito una campagna di disinformazione atta a far credere che la militarizzazione del territorio non rappresenti una minaccia per la democrazia, la nostra salute e sicurezza, per la stessa salvaguardia ambientale, per questo doveva crescere il disinteresse  verso la militarizzazione strisciante del territorio. Pisa ospita ogni anno eventi con le frecce tricolori che poi sono gli aerei da guerra trasformati in spettacolo  esenza alcuna voce dissenziente, poi c'è la giornata della solidarietà sponsorizzata dall'amministrazione comunale del Pd con i reparti speciali dell'esercito e centinaia di bambini e ragazzi delle scuole  che ormai, dopo le proteste degli anni scorsi, avviene senza contestazione alcuna. Anche l'obiezione di coscienza sta diventando un lusso in una città i cui amministratori sono ormai vittime del securitarismo e a discapito delle grandi tematiche sociali e ambientali sembrano solo guardare alle grandi opere che trovano il plauso dei poteri economici forti.

Lavoratori e lavoratrici contro la guerra?
Lavoratori e lavoratrici contro la guerra è un cartello di realtà che hanno un punto in comune: contrastare la deriva autoritaria che precarizza il lavoro e le nostre vite e denunciare la militarizzazione del territorio che impegna soldi a fini di guerra e a discapito di sanità, istruzione, welfare, salario e reddito. Non abbiamo scelto a caso questa sigla,sul tema della guerra e della militarizzazione dei territori in un momento storico in cui gli stessi diritti dei cittadini sono oscurati da gabbie sociali e da una sorta di fidelizzazione della cittadinanza stessa che ormai detta linee comportamentali inaccettabili per bollare come devianza la partecipazione a manifestazioni, proteste. E' cosi' che criminalizzano anche il sapere critico e il diritto al dissenso .I lavoratori sono stati sempre contro la guerra, ricordiamoci  i partigiani  per la pace negli anni cinquanta , le mobilitazioni contro l'atomica e la guerra in Corea e poi, nel ventennio successivo,la forza dei movimenti capaci di opporsi alla guerra e allo stesso tempo lottare per condizioni di vita e di lavoro dignitose. Due rivendicazioni, pace e lavoro, non scindibili se vogliamo costruire un movimento di massa. In Grecia contro i bombardamenti Usa e Francesi in Siria ci sono state manifestazioni di migliaia di persone,  scioperi e mobilitazioni, in altre nazioni non abbiamo visto che pochi e sparuti presidi. In Grecia il sindacato di classe, il Pame, ha organizzato scioperi e proteste, da noi solo pochi presidi di parte del sindacalismo conflittuale, neanche tutto visto che c'è ancora qualcuno a predicare in inutili forum sociali sulla possibilità di un altro mondo quando hanno rinunciato a cambiare quello attuale.  Poi come diceva Brecht,  sono sempre e solo i lavoratori, sia dei paesi vincitori che dei paesi vinti , a pagare sulla loro pelle  i costi della guerra .

In Italia ci sono numerose basi militari Usa e Nato. Anzi sono iniziate nuove e faraoniche opere di militarizzazione?
Un anno fa abbiamo appreso casualmente che la Regione Toscana aveva dato il via libera alla costruzione di una ferrovia , ad usi esclusivamente militari, che collegherà Camp Darby all'Areoporto militare di Pisa. Da anni comando militare Usa e Nato chiedevano la possibilità di trasportare armi e supporti logistici via acqua e via ferrovia, lo troviamo scritto anche nei documenti ufficiali Usa, una richiestanon casuale perchè volevano evitare contestazioni  lungo le strade dove il passaggio di convogli militari era stato, anni fa, contestato da centinaia di pacifisti.  E poi un trasporto silenzioso di armi e logistica da guerra permette agli Usa campo libero ma in questo modo il Governo Italiano cede la gestione di una banchina del Porto di Livorno e parti del suo territorio a fini militari e di guerra. Non ci si venga a dire che i sindaci di Livorno e di pisa, uno del 5 stelle e uno del pd, non potrebbero opporsi a queste opere, hanno invece scelto la comoda strada del silenzio assenso, almeno questo è il giudizio non solo nostro ma di tanti pacifisti e cittadini. Poi esiste una richiesta storica degli Usa, oggi accolta dalle istituzioni locali, che giudicavano strategici due interventi: rendere  navigabile il Fosso dei Navicelli, costruito dai Medici (sec xvi) per collegare Pisa al porto di Livorno e una ferrovia per collegare Camp darby all'areoporto militare di Pisa dove per altro esiste uno dei piu' grandi hub militari d'Europa.
Accrescere la profondità del Canale serve al momento soprattutto agli Usa che potranno in silenzio trasportare armi al porto di Livorno porto da cui ogni mese partono navi destinati alle aree nevralgiche dove si trovano basi Nato e Usa. Invece è tutto da dimostrare che il potenziamento dei Navicelli abbia ricadute occupazionali, allo stato attuale vediamo una nautica in crisi e con tanti lavoratori a casa, non ci sembra che i Navicelli siano diventati un polo turistico per lo sport.
Sempre in questi giorni gli Usa hanno annunciato che la consegna di una parte della base Usa al demanio militare italiano è rinviata sine die Eppure per mesi era stato detto l'esatto contrario, ossia che gli Usa avrebbero restituito al Governo Italiano una piccola porzione della base, questa era per altro la richiesta del consiglio comunale sotto la pressione del movimento contro la guerra di 15 anni fa.
Gli Usa e la Nato hanno bisogno di riqualificare le loro basi militari, necessitano di infrastrutture per favorire il trasporto di armi e del logistica di guerra in tempi celeri e senza alcun controllo da parte degli enti locali di Pisa e di Livorno che tuttavia non hanno mai messo in discussione queste opere di militarizzazione del territorio anzi le hanno semplicemente avallate. Hanno disconosciuto anche l'ordine del giorno approvato oltre 10 anni fa in consiglio comunale a Pisa che parlava di riconversione della base, ci sono consiglieri comunali dalla memoria labile che oggi dicono l'esatto contrario di quanto asserivavano un tempo non lontano. E' troppo chiedere coerenza o si è pacifisti solo quando si teme di perdere consensi perchè le piazze sono piene di giovani e non giovani contro la guerra? Il Comune di Pisa e la maggioranza del Pd non hanno mai preso in considerazione l'ipotesi di opporsi a questa devastazione del territorio a fini militari, ne prendono atto, e come loro la Regione Toscana, anzi alla fine faranno di tutto per accelerare la realizzazione dell'opera. In questa ottica leggiamo la presenza del comando Usa in visita alle redazioni di alcuni giornali locali, è iniziata la campagna di convincimento dell'opinione pubblica.
E poi, se un domani restituiranno una piccola porzione della base lo faranno solo per consentirvi la dislocazione di reparti speciali dell'esercito italiano destinati, sotto il comando Nato, alle zone di guerra.
Si spendono soldi per la militarizzazione del territorio, soldi sottratti alle spese sociali, alla sanità , alla istruzione e alla ricostruzione delle aree terremotate che dopo anni sono ancora ridotte a cumuli di macerie. Il fosso dei navicelli è potenziato con soldi pubblici, la ferrovia della guerra sarà invece interamente finanziata dal governo Usa. Ora se non ci fossero interessi nevralgici, gli Usa spenderebbero cifre ragguardevoli per questa opera?
Il 1 maggio non è una giornata di festa, i lavoratori e le lavoratrici non hanno nulla da festeggiare con quasi 4 morti al giorno sul lavoro, con la miseria crescente che ormai riguarda 5 milioni di persone, con la precarietà del lavoro divenuta precarietà delle nostre vite.
Per questo diamo appuntamento il 1 maggio davanti alla base usa di camp darby alle 1030 e rilanciamo la mobilitazione per il 2 Giugno con una manifestazione piu' grande

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