Mille ostacoli per le assunzioni negli enti locali

Mille ostacoli per le assunzioni negli enti locali

Una soluzione esisterebbe per i servizi pubblici e il loro effettivo rilancio: escludere le assunzioni dai vincoli di spesa e dalle mille regole imposte nel corso degli anni. In ogni caso, la programmazione del fabbisogno degli organici è un elemento dirimente, in assenza del quale, le assunzioni non possono avvenire.
Ma questa programmazione come avviene? Sicuramente non in base agli effettivi  bisogni dei servizi,negli enti locali il programma di mandato del Sindaco privilegia alcune asunzioni invece di altro, il parametro scelto non è quello di sostituire il personale dove ce ne sia maggiore bisogno. Analogo discorso va fatto per la sanità, per capire dove e chi assumere basterebbe guardare a quanti posti di lavoro si sono persi negli ultimi anni. Ma alla regola matematica sono subentrati ben altri parametri, ragione per cui non potrà esserci rilancio effettivo del servizio pubblico senza rivedere quel sistema di regole iniquo e vessatorio costruito negli anni di austerità

. Anni di blocco del turn over hanno segnato ferite profonde , gli organici nella Pa sono calati di 500 mila unità, molti servizi sono stati ridotti ai minimi termini. Una volta rimosso il blocco del turn over, sono tornate le assunzioni ma con il contagocce, le amministrazioni “virtuose”debbono sempre tenere conto del numero dei cessati per le assunzioni. Ma quanti sono poi gli enti virtuosi? Difficile quantificarli e poi questa virtuosità non ha permesso di rimuovere molti degli innumerevoli vincoli in materia di assunzione  visto che permangono limiti dettati dal rapporto tra spesa del personale e spesa corrente, o per gli enti dissestati il rapporto tra dipendenti e popolazione . In ogni caso a pesare sono  le entrate correnti che nel corso degli anni il Governo ha drasticamente ridotto tagliando i fondi agli enti locali .Da queste poche considerazione si evince che scientemente sono state costruite delle regole per affossare gli enti locali e i servizi pubblici, si sono ridotti i fondi statal , si è limitata la facoltà di spesa e infine i vari Governi si sono accaniti sulla spesa di personale vincolandola alla programmazione triennale e a quella annuale  .

In questi anni abbiamo perso migliaia di posti di lavoro ma di recuperarne anche una minima parte manco si parla, anzi si potrà spendere solo in rapporto ai cessati. Poi il capitolo stabilizzazioni che vede un numero decisamente basso di precari da assumere e l'assenza delle " linee guida di Funzione pubblica sulla programmazione del fabbisogno e sulla rideterminazione della dotazione organica da parte del Dipartimento della Funzione pubblica" che avvrebbero dovuto essere note da mesi. Insomma un gran pasticciaccio alimentato da incertezze normative e da deliberate scelte politiche, dal vincolo del fabbisogno triennale (e in caso di mancata presentazione dello stesso?).

Ma a pesare maggiormente è l'obbligo di rispettare il pareggio di bilancio nell’anno precedente, il tetto in materia di spesa del personale, l'obbligo di attestare eventuali dipendenti in sovrannumero, avere adottato azioni positive per le pari opportunità, certificati i crediti telematicamente, essere in regola con il piano della performance che a sua volta deve possedere tutti i requisiti previsti dalle normative . Un autentico percorso ad ostacoli creato a sommo studio per limitare al massimo le assunzioni , del resto chi ha sbagliato anche a calcolare gli spazi finanziari per le opere pubbliche si trova nella impossibilità di effettuare nuove assunzioni

. Alla luce di tutto cio', sarà possibile superare gli ostacoli  e rilanciare i servizi? La risposta è negativa, la sola strada percorribile è quella di rimuovere i tetti di spesa per le nuove assunzioni,la cancellazione dei tetti di spesa e dei vincoli in materia di assunzione restano la condizione essenziale per il rilancio dei servizi pubblici.

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