Ci ha salvato la Fornero?

Per qualcuno che sta al Governo o negli uffici che contano della Pubblica amministrazione, per importanti e apprezzati giornalisti che con i loro corsivi influenzano l'opinione pubblica, dovremmo essere grati alla Fornero per averci salvato dal debito.
Anzi, ad essere piu' chiari, sarebbero proprio le leggi in materia previdenziale ad avere salvato l'Italia abbattendo il debito.
Analoghi contenuti si ritrovano nei documenti economici del Governo per il quale solo spendendo meno per welfare e pensioni potremmo sperare nella ripresa dell'economia . 

Se invece guardiamo ad altri documenti si evince che il peso delle tasse su una normale busta paga è ancora troppo elevato, il Governo Renzi e quello Gentiloni si sono mossi nell'ottica di ridurre la tassazione a carico delle imprese o hanno favorito incentivi e decontribuzioni per le nuove assunzioni. Ma allo stesso tempo le nuove regole del mercato del lavoro hanno anche favorito il licenziamento del dipendente in cambio di pochissime mensilità e scongiurando la reintegra nel posto di lavoro.

Nella bozza del Def   (http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1167438.pdf), presentata ieri dal Governo,  si torna a parlare della spesa previdenziale sposando la linea che solo abbattendo la spesa pubblica il paese oggi puo' intravedere spiragli per uscire dalla crisi.
Intanto è bene ricordare che le pensioni sono in calo, meno 8,3%  rispetto ad un anno fa , nel 2018 è arrivato l'aumento dell’età di pensionamento di vecchiaia per le donne del  privato equiparate agli uomini con il requisito di 66 anni e sette mesi. Anche le pensioni di vecchiaia liquidate sono dimimuite quasi del 15%, ma il problema resta insoluto perchè anche rinviando l'età della pensione di alcuni anni questi lavoratori in pensione dovranno pur andarci. Ma il calcolo fatto parte dal presupposto che ritardando di anni l'età della pensione e con meccanismi di calcolo tali da non incrementare l'assegno previdenziale, si rinvia di alcuni anni la gobba previdenziale e nel frattempo è possibile attaccare la spesa del welfare e della sanità.

Sta qui il vero nodo, rinviare l'ulteriore attacco al sistema previdenziale e accanirsi altrove, del resto per dieci anni i Governi non hanno fatto che accanirsi contro le pensioni, ora è arrivato il momento di indirizzare la forbice altrove.

Proviamo allora a riflettere sugli attuali scenari
  • L'innalzamento dell'età pensionabile è irreversibile, andremo in pensioni alle soglie dei 70 anni e lo stato avrà da pagare meno anni di pensioni
  • Oltre a ritardare l'età della pensione resta il cacolo su base contributiva, i contributi delle imprese, specie per i giovani, sono stati ridotti e quindi in prospettive avremo assegni previdenziali irrisori.
  •  Il futuro Governo dovrà affrontare il nodo povertà, solo negli ultimi anni il tasso di povertà assoluto è cresciuto dal 7,9% al 8,3%,gli italiani in  grave difficioltà sono cosi' passati  da 4,7 milioni a quasi 5 milioni. Allo stesso tempo la disuguaglianza e la forbice salariale sono in costante aumento. La soluzione potrebbe essere una sorta di reddito da inclusione, sicuramente ben diverso dal reddito di base da piu' parti prospettato, fermo restando cheall'ordine del giorno non ci sono lavori socialmente utili e incrementi stipendiali che potrebbero rappresentare un incentivo alla spesa
  • Rimane invariata  la spesa sanitaria che  inizierà a crescere solo tra alcuni anni. Nel frattempo gli ospedali rimasti senza personale dovranno riprendere ad assumere stabilizzando parte dei tanti, troppi, precari. Ancora una volta viene rinviato l'ammodernamento delle cliniche spesso ospitate in locali  vecchi. L'aspettativa di vita non aumenta perchè ormai sempre piu' uomini e donne tagliano proprio sui controlli medici e sulla prevenzione, dopo 20 anni di tagli alla sanità si era arrivati ad un punto veramente critico. Ma non si dice che sono proprio  le spese per finanziare le strutture private in convenzione ad aumentare, nelle regioni dove la sanità è per lo piu' privatizzata si spende decisamente di piu'.  (per approfondimenti. www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=61201)
  • il Def andrà letto con attenzione, trattasi di un documento di decine di pagine, nel frattempo riflettiamo sulla sempre minore incidenza della spesa sanitaria rispetto al Pil, in controtendenza rispetto agli altri paesi europei
La spesa sanitaria, quella previdenziale e per il welfare non possono essere scisse e messe in competizione tra di loro. Farlo significherebbe cedere ai processi di ristrutturazione e a esecutivi che mirano solo a ridurre il costo del lavoro e la incidenza dei settori pubblici nell'economia. Ma ancora una volta sono proprio i meccanismi di contenimento della spesa e il pareggio di bilancio a giocare un ruolo nevralgico, meccanismi  dai quali potremo sottrarci solo rompendo con l'Europa dell'euro e di Maastricht, quell'UE da cui sono arrivati gli ordini per accelerare l'approvazione della Riforma Fornero, una sventura oggi trasformata in ancora di salvezza dei conti pubblici

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