Il sindacato? Non saremo complici della guerra "umanitaria"


All'orizzonte nuovi  scenari di guerra  con l'annuncio di un attacco Usa alla Siria e la produzione di prove presunte che giustificherebbero l'ennesimo intervento "umanitario". Come si inventarono la bomba atomica nelle mani di Saddam (ma ben presto la notizia si dimostro' infondata come ammesso , anni dopo , dai vertici militari Usa) oggi si continua a parlare di bombe chimiche lanciate dalla Siria contro la inerme popolazione.

E' in atto la balcanizzazione della Siria, lo smantellamento di un paese per dividerlo in regioni sotto la influenza Turca, Us , Israeliana e dell'Arabia Saudita. Mentre gli Usa  coprono Israele giustificandone il massacro del popolo palestinese, le potenze europee soffiano sul fuoco per l'intervento militare in Siria o tacciono di fronte all'escalation della Turchia contro  le città curde, contro quei Kurdi che hanno cacciato l'Isis.

Non si dice  che da anni esiste una vasta rete internazionale organizzata dalla Cia il cui obiettivo era rafforzare le petromonarchie arabe, la Turchia e Israele, l'atto finale di questa strategia del terrore è la distruzione della Repubblica Araba Siriana che da anni ha completato il disarmo chimico sotto gli occhi di osservatori internazionali.

La strategia del terrore ha bisogno di fabbricare prove false per manipolare l'opinione pubblica, lo hanno fatto ai tempi della Guerra in Vietnam, in Iraq ad inizio secolo e la storia si ripresenta oggi per giustificare l'escalarion militare e l'invasione della Siria
In questo scenario acquisisce un ruolo dirimente la presenza delle basi militari Usa e Nato dislocate in Italia, da cui partiranno armi e aerei, carichi di bombe, destinati alle aree di guerra.

L'Italia è complice della politica di aggressione Usa, lo è sempre stata nonostante la Costituzione ripudi la guerra. Parlamenti proni alle ragioni delle potenze economiche e militari, giuristi ad addurre giustificazioni per aggirare la Carta e in particolare l' art 11 «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». 

Il sindacato negli ultimi anni ha taciuto davanti alle aggressioni militari, non ha convocato un'ora di sciopero, non si è mobilitato contro l'aumento delle spese militari e a discapito delle spese sociali, ha taciuto davanti alla sempre piu' massiccia militarizzazione dei territori come nel caso della base militare di Camp Darby o delle basi di Sigonella e di Aviano.
Chi tace lo fa per assecondare i poteri forti, la stessa passività palesata in materia di contratti, democrazia nei luoghi di lavoro, pensioni la ritroviamo puntualmente nel silenzio assenso verso la guerra.
Chi tace sulla guerra e sulla militarizzazione dei nostri territori dove c'è sempre meno lavoro, ogni giorno accetta compromessi e accordi a perdere sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Chi vuole rappresentare gli interessi dei lavoratori è contro la guerra e 
Sindacato Generale di Base si mobiliterà contro l'aggressione Usa e Nato e contro la militarizzazione dei territori
Sgb Pisa

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