I pianti dell'Upi e nessuno intanto chiede di abrogare la Legge Del Rio

Arriva la discussione sulla manovra annuale di bilancio e puntualmente ritornano le discussioni sulle Province con l'Upi, Unione Province Italiane, a chiedere impegni e fondi che lo Stato va lesinando dalla approvazione della legge Del Rio che le province ha stravolto e smantellato. L'Upi, al pari dei sindacati complici, non dice una parola sulla Del Rio, anzi nonostante i fallimentari esiti della legge, la parola d'ordine della cancellazione della Del Rio è un impronunciabile tabu'.

Quali saranno allora le questioni prioritarie da affrontare in sede governativa ed esortate dall'Upi?

Intanto il superamento del blocco alle assunzioni di personale delle Province che dal 2015 hanno subito un esodo di organici tale da rendere impossibile svolgere le funzioni ancora a carico degli Enti locali di secondo livello. E senza organici non è possibile mettere in sicurezza i 130mila chilometri di strade, i 30mila ponti e viadotti, le 7.400 scuole superiori

Nel paese dove la carenza di manutenzione del territorio e delle scuole sta producendo danni incalcolabili, si continua ad elemosinare fondi senza mettere mano alla legislazione che ha reso possibile questo scempio, per non parlare poi dei tanti soldi che lo Stato deve da 4 anni alle Province.

L'Upi chiede aiuto ai sindacati per ottenere dal Governo fondi e personale, sarebbe preferibile invece chiedere ai sindacati di fare fronte unico contro lo smantellamento delle Province, chiedere la cancellazione della Del Rio e rivedere anche i criteri di gestione del personale e dei servizi assumendo personale con ruoli esecutivi e non dirigenti e funzionari. La privatizzazione di tanti servizi ha aumentato i costi e accresciuto le inefficienze. E queste inefficienze sono figlie della Del Rio e delle privatizzazioni

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