UNA GRANDE SFIDA: RENDERE OPERATIVO L’ARTICOLO 6 DI PARIGI


riceviamo e pubblichiamo da  Madrid

Nell’Accordo di Parigi l'articolo 6  e’ finalizzato a garantire l’integrita’ ambientale e lo sviluppo sostenibile , attraverso la definizione di un  pacchetto di regole per un Mercato Internazionale del Carbonio. Il  Carbon Market  e’  individuato   come lo  strumento fondamentale per la riduzione delle emissioni climalteranti .
Si tratta di un articolo di fondamentale importanza, la cui aspirazione piu’   alta rimane sicuramente la cooperazione , perche’ e’ in grado di sostenere una maggiore ambizione le azioni di mitigazione e adattameno, affrontando la grande sfida dell’accesso all’energia sostenibile ai paesi in via di sviluppo .
 Ma oltre alla cooperazione internazionale , l’art 6 prevede anche la  partecipazione del mondo privato agli obiettivi di Parigi:  mantenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5 ° C e  per raggiungere la Carbon Neutrality entro il 2050.
Un elemento di fallimento della COP24  a Katovize in Polonia fu proprio la non approvazione  di regole  per l’applicazione dell’articolo 6,  in quanto gli stati non riuscirono  a trovare una línea comune sui meccanismi che devono regolare il Carbon Market e i crediti di carbonio generato dai nuovi meccanismi di mercato. Non secondario l’armonizzazione col  sistema di trasparenza sostenuto dall’ Accordo di Parigi: evitare il doppio conteggio quando gli esiti della mitigazione o le riduzioni delle emissioni sono trasferiti tra le parti verso o oltre il raggiungimento degli NDC (obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni).
Dunque il successo di questa COP25 Cile/Madrid si misurera’   con l’adozione delle norme dell’articolo 6. Il completamento di questa parte  dell’Accordo sul Clima di Parigi garantirebbe la sua piena attuazione  dal 1° gennaio 2020. Se cio’ non avvenisse si produrrebbe un alarmante  ritardo.
L’avvocato Sébastien Duyck  del  “Center for International Environmental Law”  ci aiuta ad entrare maggiormente nel merito dell’articolo 6, mettendoci in guardia sul rischio di una sua cattiva applicazione.
“L 'articolo 6 dell'accordo di Parigi stabilisce approcci cooperativi sotto forma di meccanismi di mercato e di non   mercato . Ci sono tre componenti principali dell'articolo 6: utilizzo dei risultati di mitigazione trasferiti a livello internazionale (ITMO) (art. 6.2), un "meccanismo di sviluppo sostenibile" (art. 6.4) e approcci non di mercato (art. 6.8).
Queste tre componente, se progettate correttamente potrebbero aiutare i paesi a rispettare i propri impegni sul clima e contribuire al raggiungimento dell'obiettivo globale di conservazione la temperatura non supera i 1,5 gradi Celsius.
Tuttavia, se progettate male, potrebbero non solo contribuire all'aumento delle emissioni, ma  anche causare significativi  danni ambientali e sociali, nonche’  violazioni dei diritti umani.
Garantire il rispetto  e la protezione dei diritti umani nelle attività di cui all'articolo 6 è pertanto fondamentale. Cio’ significa preservare tre aspetti chiave: salvaguardie sociali e ambientali ; partecipazione pubblica ; meccanismi di ricorso indipendente per i reclami.”
Molto apprezzata oggi l’iniziativa dedicata prorio all’articolo 6 perche’ ancora una volta non rimanga nel limbo  oppure sia  mal applicato .
L’evento “Far funzionare l'articolo 6 per l'uguaglianza di genere e i diritti dei popoli indigeni,  imparando dalle esperienze locali” ha consentito di comprendere ancora una volta come grandi opere, vendute come green, in effetti  nascondano grandi business finanziari a scapito dei diritti delle popolazioni locali.
Il mega progetto idroelettrico di “Alto Maipo “ in Cile (deviazioni di fiumi e costruzione di due centrali) e’ un eclatante esempio.  “Propagandato dal Governo come strumento di produzione di energía pulita, e cosi’ catalogato in base all’art. 6. , in realta’ serve unicamente a vendere    elettricita’ all’industria mineraria e  all’Argentina,  lasciando  profondamente danneggiate  le comunita’ locali”. Questo affermano  Marcela Mella- attivista NO Alto Maipo -  e Juan Pablo Orrego -attivista per la difesa dei fiumi- testimoniando  la ferma opposizione della popolazione  per fermare il progetto idroelettrico Alto Maipo, approvato 12 anni fa e avviato ne 2017. Un progetto in cui sono implicate molte banche Usa.
Il neoliberismo prevede pure questo: energia green e contemporaneamente negazione del diritto dell’acqua, un bene comune e non un bene su cui lucrare.

Giovanna Pagani WILPF Italia

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