La polveriera francese e il nodo previdenziale

La Francia è paralizzata da decine di scioperi, ogni angolo del paese è attraversato da cortei e proteste, boicottaggi. L'ondata di scioperi arriva dopo quasi due anni di iniziative dei Gilet gialli, le politiche del presidente Macron, vincitore delle ultime elezioni, hanno trovato ampia opposizione nel paese, rivitalizzato collettivi e centrali sindacali.

In piazza si scende contro la Riforma delle Pensioni, il Governo non intende scendere a compromessi,  idem la classe lavoratrice francese.

Ma cosa si cela dietro a questa Riforma?

Intanto la volontà di Macron è quella di abbattere la spesa previdenziale innalzando l'età della pensione adducendo come motivazione che la spesa, in rapporto al Pil, è tra le piu' alte della Ue e quindi insostenibile. L'età della pensione, anche se dovesse passare la nuova Riforma, in Francia è assai piu' bassa di quella italiana, al contrario nel "bel Paese" i sindacati, eccetto quelli di base ma neanche tutti, non hanno mosso foglia  contro la Riforma Fornero,  proclamato qualche sciopericchio ma nulla di paragonabile alla mobilitazione francese in atto. 

C'è da dire che le normative in materia di sciopero sono differenti, tuttavia in Francia il sindacato si è mobilitato tanti anni fa per salvaguardarlo mentre in Italia Cgil Cisl Uil hanno sottoscritto i codici di autoregolamentazione prima e poi avallato le normative che ne limitano fortemente l'esercizio. L'interruzione di pubblico servizio poi è severamente punito dal codice penale italiano e le sanzioni \pene sono state rafforzate dal decreto sicurezza bis di Salvini, decreto che, a distanza di mesi,  resta al suo posto anche con Pd e Leu al governo.

Il sistema previdenziale francese è tra i piu' complicati, 42 regimi pensionistici obbligatori sono decisamente tanti. Oltre l'80% dei pensionati aveva un rapporto di lavoro dipendente, in virtu' di conquiste degli anni sessanta oggi intere categorie vanno in pensione con assegni decisamente buoni, se paragonati ai colleghi di altre nazioni Ue, e un 'aspettativa di vita piuttosto lunga, il Governo vuole intervenire su questi punti: semplificare la normativa, innalzare l'età previdenziale e i contributi, ridurre l'importo dell'assegno.

Ad esempio i lavoratori dei trasporti francesi, ferrovieri e autisti, vanno in pensione prima degli altri in considerazione del carattere usurante della loro professione, in Italia gli usuranti maturano un lievissimo anticipo e a costi, per i lavoratorim, elevati perchè con il calcolo dell'assegno secondo il sistema contributivo dopo 40 anni di attività arrivi a malapena a 1200 euro. E per questa ragione capita sovente che non ci si avvalga dell'anticipo previdenziale visto che lo sconteremmo con una pensione da fame.

Nelle settimane scorse il Governo  ha redatto alcuni dossier sulla materia previdenziale a supporto della proposta Macron.

Proviamo allora a capire meglio la riforma previdenziale presentata dal Governo Francese e fortemente osteggiata dai sindacati e dai lavoratori

  • Fine dei 42 regimi pensionisti e un unico sistema previdenziale. Tutti i trattamenti di miglior favore, conquistati anche 40\50 anni fa con vertenze lunghe e centinaia di scioperi, verrebbero a cadere, si innalzerebbe l'età previdenziale riducendo soprattutto l'assegno pensionistico. Questo è il primo obiettivo della Riforma
  • La riforma si applicherebbe solo ai nati nel 1975 partendo dal 2025, uno spartiacque già applicato con la Riforma Dini (chi nel 1996  aveva meno di 18 anni contribuivi era condannato al calcolo della pensione con il sistema misto condannando al calcolo interamente contributivo chi iniziava a lavorare dal 1996), una sorta di frattura generazionale che ricordiamo ha prodotto ,ove attuata, una frattura all'interno del mondo produttivo a solo discapito della conflittualità\combattività. Dopo una riforma previdenziale che divide la forza lavoro e le generazioni nulla è piu' come prima.
  •  Il sistema da attuare sarebbe quello a punti (il calcolo non avverebbe in virtu' dei periodi lavorativi ma in base ai guadagni e ai contributi versati, un sistema poco chiaro che calcola la pensione trasformndo le ore lavorative in punti ), l'età pensionabile media da 62 passerebbe a  64 con penalizzazioni per chi dovesse anticipare l'uscita dal lavoro
  • Oggi l'assegno previdenziale medio in Francia è tra i piu' alti della Ue, un domani potrebbe ampliarsi la platea delle pensioni da fame, sarà per questo che Macron propone di innalzare l'importo della pensione sociale, una sorta di annuncio premonitore degli scenari futuri
  • Oggi molti pensionati francesi godono anche di una doppia pensione, l'importo dell' assegno finale viene innalzato da quanto percepito negli ultimi anni di carriera (anche i cosiddetti bonus che in Italia non esistono), questa situazione comporta un aumento di spesa pensionistica per le casse statali francesi, da qui la necessità del Governo di modificare l'intero sistema abolendo i regimi speciali, ossia le condizioni di miglior favore
  • La Riforma delle pensioni di Macron vuole arrivare agli stessi risultati di altri paesi europei: abbattere la possibilità che l'assegno finale aumenti con gli ultimi anni di vita lavorativa, equiparare al ribasso i trattamenti previdenziali, aumentare l'età lavorativa anche attraverso un sistema di penalizzazioni, risparmiare soldi. E i lavoratori francesi, consapevoli di quanto accaduto negli altri paesi europei,  non hanno alcuna intenzione di cedere su questo punto consapevoli della posta in gioco.

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