In Francia bloccano il paese contro l'aumento dell'età pensionabile, in Italia a Gennaio si farà l'esatto contrario
In Francia gli scioperi stanno bloccando il paese, scioperi nei trasporti e perfino nei teatri tanto da provocare la discesa in campo delle associazioni di commercianti e della Confindustria locale ad invocare repressioni di piazza "per il bene del paese e della sua economia".
E In Italia?
Si mangiano i dolci natalizi aspettando le svendite, ma qualcuno intanto viene severamente sanzionato con multe da migliaia di euro per avere scioperato bloccando la circolazione del traffico.
Dove sono finiti gli smemorati "oppositori " di Salvini, in sei mesi di Governo i decreti sicurezza e le odiose misure approvate contro le manifestazioni di piazza, i blocchi stradali e le occupazioni di immobili sfitti (in altri paesi il diritto sta mettendo in discussione la legittimità di lasciare nell'incuria e nell'abbandono palazzi e case imponendo alla proprietà interventi pena la requisizione)?
Tutti zitti e buoni, la memoria non ha diritto di cittadinanza nel nostro paese sia rispetto alla storia recente che a quella di 40 o 50 anni fa, tutto viene avvolto nell'oblio del quieto vivere e della concertazione sindacale.
Se in Francia si sciopera contro la pensione a 64 anni, a Gennaio potremmo ritrovarci nel migliore dei casi attorno a un tavolo governativo, presenti anche i cosiddetti saggi che poi sono ex sindacalisti diventati ministri negli anni passati, responsabili della approvazione di infami leggi che hanno ridotto ai minimi termini il potere di acquisto salariale e di contrattazione precarizzando il lavoro.
E a questo tavolo non discuteranno della riduzione dell'età pensionabile ma di come uscire dall'impasse creato dalla quota 100, magari con la soglia dei 36 anni di contributi minimi, 64 anni di età e l'intero calcolo eseguito con quel sistema contributivo che scoraggerà chiunque dall'anticipo della pensione, a meno che non voglia avere un assegno pari alla metà dell'ultimo stipendio.
E tra le merci di scambio da offrire ai sindacati complici non mancheranno incentivi per favorire la previdenza integrativa, i fondi pensioni (diranno che il sistema pubblico è al collasso e va aiutato con la terza gamba previdenziale), rafforzamento degli enti bilaterali, insomma tutte soluzioni atte a non rimettere in discussione la Fornero, il sistema contributivo, i criteri che condannano i salari ad esigui aumenti contrattuali.
Rovesciare il tavolo concertativo e la subalternità politico sindacale diventa l'unica soluzione possibile per difendere la nostra dignità, chi oggi invoca la Francia dovrebbe prima riflettere su quanto è stato fatto negli ultimi 50 anni . Basterebbe intanto un piccolo atto di coraggio: la disdstta sindacale e la sfiducia nei luoghi di lavoro ai sindacati complici e ai loro rappresentanti . Ma sarà possibile nel paese dalla memoria labile dove trionfa la incoerenza tra il dire e il fare?
E In Italia?
Si mangiano i dolci natalizi aspettando le svendite, ma qualcuno intanto viene severamente sanzionato con multe da migliaia di euro per avere scioperato bloccando la circolazione del traffico.
Dove sono finiti gli smemorati "oppositori " di Salvini, in sei mesi di Governo i decreti sicurezza e le odiose misure approvate contro le manifestazioni di piazza, i blocchi stradali e le occupazioni di immobili sfitti (in altri paesi il diritto sta mettendo in discussione la legittimità di lasciare nell'incuria e nell'abbandono palazzi e case imponendo alla proprietà interventi pena la requisizione)?
Tutti zitti e buoni, la memoria non ha diritto di cittadinanza nel nostro paese sia rispetto alla storia recente che a quella di 40 o 50 anni fa, tutto viene avvolto nell'oblio del quieto vivere e della concertazione sindacale.
Se in Francia si sciopera contro la pensione a 64 anni, a Gennaio potremmo ritrovarci nel migliore dei casi attorno a un tavolo governativo, presenti anche i cosiddetti saggi che poi sono ex sindacalisti diventati ministri negli anni passati, responsabili della approvazione di infami leggi che hanno ridotto ai minimi termini il potere di acquisto salariale e di contrattazione precarizzando il lavoro.
E a questo tavolo non discuteranno della riduzione dell'età pensionabile ma di come uscire dall'impasse creato dalla quota 100, magari con la soglia dei 36 anni di contributi minimi, 64 anni di età e l'intero calcolo eseguito con quel sistema contributivo che scoraggerà chiunque dall'anticipo della pensione, a meno che non voglia avere un assegno pari alla metà dell'ultimo stipendio.
E tra le merci di scambio da offrire ai sindacati complici non mancheranno incentivi per favorire la previdenza integrativa, i fondi pensioni (diranno che il sistema pubblico è al collasso e va aiutato con la terza gamba previdenziale), rafforzamento degli enti bilaterali, insomma tutte soluzioni atte a non rimettere in discussione la Fornero, il sistema contributivo, i criteri che condannano i salari ad esigui aumenti contrattuali.
Rovesciare il tavolo concertativo e la subalternità politico sindacale diventa l'unica soluzione possibile per difendere la nostra dignità, chi oggi invoca la Francia dovrebbe prima riflettere su quanto è stato fatto negli ultimi 50 anni . Basterebbe intanto un piccolo atto di coraggio: la disdstta sindacale e la sfiducia nei luoghi di lavoro ai sindacati complici e ai loro rappresentanti . Ma sarà possibile nel paese dalla memoria labile dove trionfa la incoerenza tra il dire e il fare?
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