Il piano Ponte a Piombino? Verso l'ignoto

riceviamo e pubblichiamo

 

Le elezioni regionali si avvicinano e con esse anche la Narrazione felice n. 4. Fallita la n. 1 con Khaled; fallita la n. 2 di Rossi e Rebrab e quella n. 3 ( 1 miliardo di investimenti) di Rossi e Jindal,  questi ultimi ora ci riprovano.  Uno con gli occhi alle elezioni regionali, l’ altro con le pupille che brillano quando intravede Cassa Depositi e Prestiti, da cui sperabilmente  incassare senza precise contropartite (in continuità con  lo spirito dell’ Accordo di Programma in vigore) .

I lavoratori e i cittadini non possono sopportare altri giochi elettorali e speculativi alle loro spalle. Se lo Stato paga, deve prendere il controllo dello stabilimento e gestirlo con soggetti che dimostrino la volontà reale di rilanciare la siderurgia a Piombino.

Il “Piano Ponte” ( coniglio tirato fuori dal cilindro di Rossi) è una supercazzola che servirebbe solo a prolungare l’immobilismo di JSW (già in buona parte sovvenzionato dallo Stato), fin quando gli farà comodo decidere il destino di quel che resta dello stabilimento.

 I giochini delle tre carte ( il Piano c’è, non c’è, dov’è? Tra un anno, anzi no, anche subito, se mi date i soldi…, ma solo abbozzato!.) si fanno al mercatino, non dove si discute del destino di migliaia di lavoratori, di una intera città, di una fetta importante del P.I.L. di una Regione e delle prospettiva della siderurgia nazionale.

 Solo un piano industriale vero, integrale e immediato (15 giorni!) potrebbe riaprire qualche spiraglio di credibilità e riscatto dal  “gioco d’azzardo” con “promesse da marinaio” cui fin’ora abbiamo assistito.

 La Città deve costruire subito una alternativa; deve sapere  come saranno dislocati gli impianti; come riprogettare la viabilità di accesso alla città ed al Porto; come salvaguardare la fruibilità del Porto per la diversificazione economico-produttiva e ha bisogno di rendere disponibili ampie aree  per utilizzi diversi. E’ indispensabile inoltre sapere subito  se ci saranno esuberi e quanti. Perché è questo il momento di metter le mani su finanziamenti pubblici governativi o europei per interventi corposi nelle Aree di Crisi Complessa e per la bonifica dei S.I.N.

E’ adesso il momento di mettere sul tavolo un progetto complessivo, un Piano Generale di Rinascita per Piombino, finanziato dallo Stato, ampiamente partecipato, per infrastrutture, bonifiche, e diversificazione economica e per il sostegno al reddito di tutte le figure sociali in acuta difficoltà economica: commercianti, artigiani, partite IVA, liberi professionisti etc,  sottoccupati e disoccupati. Per i cassintegrati vanno attuate urgenti misure di “scivolo incentivato” verso l’ uscita dal lavoro, come già sperimentato a Taranto.

E’ adesso il momento di rimetter mano all’Accordo di Programma, che guardi a tutto il contesto locale e alla compatibilità col  Piano Generale di Rinascita,  e corregga le pesanti storture della versione attuale, introducendo vincoli e impegni chiari, cronologicamente cadenzati e pesantemente sanzionati in caso di inadempienze.

La trasparenza e la partecipazione devono essere le parole d’ordine che sottostanno a tutto questo. Lavoratori e cittadini devono essere consultati sul loro destino futuro, prima di concludere qualsiasi  nuovo accordo con chicchessia.   Come primo passo in questo senso, chiediamo che la visita a Piombino della sottosegretaria Morani preveda anche una assemblea cittadina promossa dal Sindaco e un incontro con le RSU e lavoratori delle maggiori  aziende della zona.

 

Piombino 07/06/2020                                                             Coordinamento Art. 1 - Camping CIG

 

 

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