Smart o non smart: ma è questo il problema?

Il lavoro agile sarà il cavallo di troia della contrattazione sindacale nella Pubblica amministrazione?
E stando a casa molti dipendenti non verrà ulteriormente, e definitivamente, indebolito il ruolo delle Rsu?

Ancora pochi mesi e lo verificheremo, intanto da molti colleghi\e è vista la proroga dello smart come una conquista, da alcuni politici come una concessione eccessiva.

Intanto è bene liberare il campo da alcuni equivoci perchè attualmente il lavoro agile è la regola per i dipendenti della Pubblica amministrazione, almeno per quelli che non appartengono ai servizi essenziali.

La proroga dello smart è in discussione nel Parlamento ma potrebbe arrivare al 31 dicembre. . Oggi l’articolo 90 del decreto 34 dice che negli uffici pubblici il «lavoro agile» è la regola e la presenza è l’eccezione ma anche questo non è poi cosi' vero perchè molti dipendenti nel frattempo sono costretti ad altenare smart e presenza.

Poi ci chiediamo cosa stiano facendo gli Enti Pubblici per rendere proficuo il lavoro in smart procedendo con informatizzazioni di alcuni servizi, collegamento alle banche dati e con un approccio piu' snello alle procedure necessarie per erogare servizi al cittadini.

Allo stesso tempo si corre il rischio che gli enti arrivino alla conclusione che alcuni servizi siano erogabili con meno personale, non è scontato ma neppure da escluderlo a priori.
Nelle ultime settimane intanto oltre il 20 per cento del personale è tornato in presenza, non ci sono dati ufficiali ma solo ufficiosi e anche questo aspetto è  a dir poco preoccupante.

Di sicuro stiamo andando verso un processo di ristrutturazione della Pa e un certo numero di dipendenti resterà in smart ma il sindacato e la forza lavoro puo' ritenersi estranea di fronte a una riorganizzazione dei servizi? Vogliamo invece provare a dire la nostra?  E cosa abbiamo da dire rispetto ad una contrapposizione strumentale tra lavoratori in presenza e in smart?

Il solo modo di uscire da questa situazione è avere alcune idee, discuterle con la forza lavoro e aprire una nuova fase vertenziale nel Pubblico impiego, l'alternativa è invece aspettare le decisioni del Governo con quell'attendismo che alla Pa ha portato solo risultati negativi.

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