L'annessione dei territori palestinesi è colonialismo
riceviamo e pubblichiamo questo testo pur giudicandolo del tutto insufficiente. Sionismo e diritti umani sono in aperta antitesi, il colonialismo dello stato di Israele va di pari passo con il ruolo di questo paese nello scacchiere medio orientale e africano. L'annessione dei territori palestinesi da parte dello Stato di Israele parte molti anni fa nel silenzio assenso delle potenze occidentali
INSIEME PER LA GIUSTIZIA E IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN PALESTINA
NO ALL’ ANNESSIONE ALLO STATO D'ISRAELE DEI TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI
PER IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA
In quest' ultima settimana abbiamo visto grandi
manifestazioni negli Stati Uniti, ma anche in diverse città del mondo,
contro l'ennesimo brutale assassinio di un afroamericano, George Floyd,
da parte della polizia.
I neri, i democratici, i liberali, i socialisti e
persone senza appartenenza, si sono mobilitati contro il razzismo che
sta ritornando a galla in ogni parte del globo. Anche in Europa, anche
in Italia.
Noi siamo profondamente anti-razzisti e solidali con
tutte le manifestazioni che pacificamente dicono: “La vita dei neri
conta”.
Noi aggiungiamo: ”Anche la vita dei Palestinesi conta, la vita di tutti noi conta”.
Qualche giorno fa Eyad Al Hallaq, un giovane
palestinese autistico di Gerusalemme Est, è stato brutalmente
assassinato dalla polizia israeliana con sette colpi di pistola, alcuni
sparati quando già era a terra. Non ci sono state pagine di giornali e
media che hanno parlato del suo assassinio, come non ci sono state
pagine di giornali o media che hanno parlato delle centinaia di giovani
palestinesi uccisi solo in questo ultimo anno e mezzo. Non si è neppure
parlato delle demolizioni di case, degli arresti, dei soprusi, delle
evacuazioni che l’esercito israeliano compie in misura sempre maggiore
per arrivare all’annessione dei Territori palestinesi sui quali sono
insediate illegalmente le colonie israeliane della Valle del Giordano,
una volta considerata il “cestino del pane” per l’economia palestinese, e
delle colline a Sud di Hebron.
Il primo luglio il governo Netanyahu–Gantz presenterà
al parlamento israeliano la legge per l’annessione delle terre
palestinesi, da approvare per perseguire il disegno della grande
Israele.
Netanyahu, per favorire le elezioni a Novembre di
Donald Trump, ha sostenuto che, indipendentemente dall’ “Affare del
Secolo”, le annessioni si faranno, sollevando quindi Trump dalle sue
responsabilità per aver sostenuto il piano israeliano.
Annessioni che, come gli insediamenti coloniali, sono totalmente illegali ai sensi del Diritto Internazionale.
Come è illegale il perdurare dal 1967 dell’occupazione
dei Territori palestinesi a seguito della “Guerra dei sei giorni”, di
cui oggi ricorre il 53° anniversario. Non soltanto illegali, ma crimini
di guerra, sono le evacuazioni e il trasferimento della popolazione
palestinese dai propri Territori.
Israele, malgrado le denunce e l’opposizione delle
Nazioni Unite, dell' Unione Europea, della Lega Araba, continua
imperterrita ed impunita a violare la legalità internazionale e a
compiere crimini quotidianamente.
E’ grazie al sostegno degli Stati Uniti che Israele può
tenere in così grande dispregio il DIRITTO, ma anche perché la Comunità
Internazionale si limita a periodiche denunce senza farne scaturire
alcun atto conseguente. Si possono comminare sanzioni alla Russia, all’
Iran, a Cuba, alla Siria, ma non ad Israele. Nessuno tocchi Israele,
l’intoccabile, unico Stato al di sopra e al di fuori di ogni legge.
Eppure proprio all’interno di Israele e della Comunità
ebraica nord americana si alzano voci di protesta contro i propositi di
annessione, di deplorazione delle violenze e di condanna
dell’occupazione militare.
Noi invitiamo tutti i democratici e i cittadini che
hanno a cuore la giustizia e il bene dell’umanità, ad essere insieme a
noi sabato 27 giugno, dalle ore 16, a Roma, in Piazza del Campidoglio e
di organizzare nelle diverse città italiane presidi, flashmob,
iniziative che chiedano:
· di impedire l’annessione ad Israele dei Territori palestinesi
· l’invio di una forza ONU di interposizione che
si faccia carico anche della difesa dei cittadini e delle cittadine
palestinesi dagli attacchi dei soldati e dei coloni israeliani
· il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del governo italiano e dell’Unione Europea
· la convocazione di una Conferenza internazionale
per la pace in Medio Oriente, sotto l’egida delle Nazioni Unite, con la
partecipazione di tutte le parti interessate, sulla base delle
risoluzioni Onu e nel rispetto della legalità internazionale, a partire
dalla Convenzione di Ginevra.
Lasciare (come sostengono alcuni governi europei) che
le due parti in causa riprendano trattative dirette significa
semplicemente lasciare i Palestinesi soli di fronte al Paese occupante e
colonizzatore, perpetuando l’errore, protrattosi per 27 anni, di una
trattativa in balìa di una disparità di forze che ha portato alla totale
disapplicazione dell’accordo di Oslo del 1993.
Che Giustizia, Pace e Legalità prevalgano ed assicurino
Libertà e Autodeterminazione ai Palestinesi è interesse di tutti, in
particolare dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, perché, come
disse Mandela: ”Non saremo mai liberi fino a che i Palestinesi non
saranno liberi”.
Tutti insieme per un mondo diverso, più giusto e più
civile, per continuare a credere che le vite, tutte le vite, devono
essere salvate.
Roma, 5/6/2020
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