Senza memoria non esiste giustizia sociale

Senza memoria non esiste giustizia sociale

Nelle settimane pandemiche abbiamo a lungo riflettuto sulla storia degli ultimi decenni ricordando come molti fascisti l'abbiano fatta franca dopo la guerra tra amnistie e quella sorta di unità nazionale liberale basata sull'oblio e sulla rievocazione retorica della Resistenza.
 
Analogie, corsi e ricorsi della storia portano a credere che la impunità sia una sorta di male endemico che affligge la storia italiana. A distanza di tanti anni possiamo trarre un giudizio non solo politico ma storico di tanti fatti.
 
All'indomani della Liberazione le epurazioni furono veramente esigue, poche decine, meno di dieci anni dopo non c'era un fascista o un criminale di guerra detenuto, anzi le richieste di estradizione di tanti fascisti e alti militari provenienti da Grecia, Jugoslavia, Libia ed Etiopia finirono nel dimenticatoio di quell'armadio della vergogna rinvenuto decenni dopo con centinaia di faldoni che documentavano responsabilità ben definite di eccidi, stragi e collaborazionismo con i nazisti.
 
L'amnistia Togliatti arrivo' dopo l'assoluzione dei grandi industriali italiani, a capo delle grandi imprese per decenni rimasero gli stessi che le avevano amministrate in epoca fascista guadagnando incredibili vantaggi economici dalla guerra e dal colonialismo.
 
La legge Scelba venne applicata una sola volta con lo scioglimento di Ordine Nuovo all'inizio degli anni settanta ma ben poco è stato fatto per colpire settori deviati dello Stato e dei servizi corresponsabili dei depistamenti e delle stragi che hanno insanguinato il paese.
 
Perfino attorno all'utilizzo della tortura in Italia ai danni dei prigionieri politici è calato un miserabile silenzio non prima di avere processato i pochi giornalisti che con coraggio documentarono quei fatti.
 
L'oblio e la rimozione della memoria hanno giocato un ruolo nevralgico, la storia poi è stata scritta dai vincitori e ancora oggi stentiamo a ricostruire fatti sottraendoli alla montagna di fango e falsità in cui sono stati avvolti.
 
La stessa sorte potrebbe accadere ai responsabili del disastro covid, i responsabili, politici e non, delle stragi da coronavirus potrebbero farla franca, salvati da quella impunità che stanno costruendo tra decreti leggi e circolari Inail.
 
Si dice che il paese deve riprendere a vivere affrontando a vele spiegate la Fase tre, peccato che i quasi 33 mila morti dimostrino il fallimento delle politiche liberiste in materia di sanità, eppure quelle politiche sono operanti .
 
E attaccati alle loro poltrone ritroviamo i managers pubblici e privati un po' come accadde agli alti funzionari fascisti che dopo il 1945 tornarono presto ai loro posti salvati da amnistie e dai partiti di Governo. Molti professori universitari fascisti li abbiamo ritrovati in Parlamento o a ricoprire incarichi di vertici della macchina statale, oggi i managers della sanità, gli artefici delle politiche di austerità sono ancora i posti di comando.
 
In Italia esiste una legge approvata in Parlamento nel 2015, quella legge che vieta simbioli e gesti di propaganda del regime fascista e nazista, eppure capita di vedere una ignobile manifestazione come quella dei Ragazzi d'Italia a Roma lo scorso 6 Giugno.
 
Una manifestazione organizzata alle curve degli stadi vicine a Forza Nuova e alla galassia di estrema destra, liberi di aggredire giornalisti e di esibire simboli fascisti con le forze dell'ordine protagonisti di interventi fin troppo blandi come documentano le cronache dei giornali. Per molto meno la repressione poliziesca si scatena ai picchetti dei magazzini della logistica durante gli scioperi con i blocchi della produzione. Non saremo certo noi a invocare repressione e uso della forza ma la differenza di comportamenti è degna della massima attenzione.
 
In Usa è sotto accusa l'operato delle forze dell'ordine, nell'arco di pochi giorni sono stati documentati centinaia di episodi di violenza inaudita ai danni di fermati e arrestati, di semplici e inermi manifestanti come l'anziano gettato a terra senza alcuna ragione e che oggi lotta tra la vita e la morte.
 
L'oblio genera mostri e lascerà impuniti i responsabili delle morti da Covid, lo stato di diritto è solo una scusa per sancire l'assenza del diritto stesso, la volontà di non perseguire i responsabili dei tagli alla sanità, delle ruberie ai danni degli ospedali e delle azioni lucrose sui dispositivi di protezione individuale.
 
Non esiste giustizia sociale quando vince l'oblio che salva con l'impunità i responsabili delle morti di tanti innocenti nelle Residenze per anziani.
 
In un paese che non ha mai fatto i conti con il proprio passato coloniale e fascista anche i responsabili delle politiche di austerità potrebbero farla franca, salvati dalla impunità sancita in nome della ripresa. Chi ha agito irresponsabilimente è ancora ad amministrare ospedali, Regioni e dicasteri economici.
 
E ove si cancella la memoria  si afferma la ingiustizia sociale, si alimentano le disuguaglianze e il libero arbitrio delle classi dominanti.
 
Chi oggi manifesta in solidarietà con le lotte antirazziste negli Usa spesso dimentica che il razzismo è presente anche al nostro interno tra Pacchetti di sicurezza mai abrogati e il caporalato in agricoltura, si afferma una sorta di antirazzismo interclassista utile anche recuperare credibilità verso un sistema marcio, ci si limita insomma a precetti generici senza avanzare rivendicazioni reali.
 
La memoria va coltivata non solo con la storia ma con le azioni concrete,  è bene non dimenticarlo soprattutto in questi giorni nei quali il Governo accoglie gli aiuti dell'Ue come manna dal cielo occultando le richieste della Bce in materia di lavoro, welfare e politiche sociali.

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