Prossima tappa? Il ritorno alla centralità del tempo determinato. Le condizioni capestro dettate dalla Ue

Continua l'offensiva padronale contro i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.Il leit motive oggi è la salvaguardia dell'occupazione, peccato che per occupazione non si intendano contratti a tempo pieno e indeterminato con paga oraria dignitosa.

Le ultime statistiche parlano della riduzione di circa 398mila occupati nei due mesi di marzo e aprile, il calo degli occupati è legato per lo piu' alla perdita dei contratti a tempo determinato (-272mila contratti a termine non rinnovati); per non parlare poi dei tagli prossimi, quelli che riguarderanno le attività che per mancanza di commesse e liquidità non riapriranno i battenti.

Ma siamo certi che siano proprio causali del decreto dignità la causa della perdita di tanti posti di lavoro a tempo determinato? La risposta è ovviamente un'altra, anzi si prende a pretesto la crisi pandemica per rafforzare i contratti a precari e a tempo determinato lasciando ai datori piena libertà di azione. Teniamo poi conto che per due mesi era anche impossibile cercare lavoro, molti uffici erano chiusi e nel migliore dei casi si potevano solo inviare  un curriculum o una domanda per qualche concorso a data da destinare.
Altro obiettivo, non dichiarato, è trasformare la cassa integrazione in una sorta di regalia alle imprese come richiesto da numerose associazioni datoriali o legare gli ammortizzatori sociali a lavori da rendere obbligatoriamente oppure a percorsi formativi sempre obbligatori.

E a scanso di equivoci molte delle proposte appena analizzate sono farina del sacco anche del Pd  e dell'entourage del Ministro Gualtieri.

In due mesi l'Italia ha perso quasi 400 mila posti di lavoro ma si trattava in gran parte di contratti precari e atempo, quanto ai dati del Pil l'Italia si trova in sintonia con gli altri paesi della ue (stesse perdite)

Allora che accadrà?
Riformeranno gli ammortizzatori sociali, restituiranno maggiore facoltà decisionale ai datori di lavoro, rafforzeranno il ricorso ai contratti precari e a tempo determinato, prenderanno soldi dalla Ue per puntellare gli ammortizzatori sociali tacendo sulle condizioni di questi prestiti che sono legati alla riforma del welfare, del lavoro e piu' in generale della cassa integrazione proprio come richiesto da Bruxelles.. La preoccupazione di sindacati e Governo è quella di sostenere il lavoro, i prossimi mesi capiremo con quali interventi e a che prezzo consapevoli che a pagare saranno sempre e soprattutto le classi sociali meno abbienti.

E gli oppositori saranno banditi come i nemici della ripresa e del lavoro, peccato che quel lavoro di cui parlano è lo stesso che ha condannato intere generazioni alla miseria, alla precarietà e alla rassegnazione

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