Paura...terrore


PAURA……TERRORE

di Tiziano Tussi​

Tra poco inizierà un esame di maturità tra i più particolari che si siano svolti nella scuola dalla riforma Gentile del 1923 ai giorni nostri. Solo in epoca di guerra le cose si sono svolte in maniera eccentrica con la sospensione dell’esame stesso sostituito con uno scrutinio. Ora si ritorna ad una formula che si avvicina a quella con solo la prova orale in carico alle commissioni d’esame, tutte formate dagli insegnanti della classe che si matura e con il solo presidente di commissione esterno alla scuola, come in epoche lontane, della prima parte del Novecento ed un ritorno a questa formula durante il periodo della ministra Letizia Moratti, che di cognome fa Brichetto Arnaboldi, con legge della fine del 2001. Il motivo di allora era in sostanza una facilitazione in assoluto della prova, ora, invece, per una questione di pandemia. Infatti, sono molti che vorrebbero l’esame a distanza, per paura di contagi nella situazione che si verrebbe ipoteticamente a creare in presenza, seppur con accorgimenti vari. Ma non è questo che ci rende le problematiche di maggior interesse, profonde, dell’atto finale della scuola pre universitaria. Sono ben altre le considerazioni da fare. Vediamole… Ma… anche questa analisi che riguarda un aspetto di normale agenda sociale per la nostra vita nell’anno scolastico e/o solare deve prendere le misure e rimanere in seconda linea rispetto al discorso epidemico che ci attanaglia da circa tre mesi. Ogni giorno montagne di dati e di discorsi, con un tasso di ripetitività sconvolgente, ci hanno cacciato in testa tonnellate di paure. Il contagio, gli untori, le morti per epidemia incontrollata, che non passa più, non saremo mai più come prima, la seconda ondata, il ritorno del virus, la distanza sociale, restate in casa che tutto andrà bene. Ed intanto si vive in container separati, ci si squadra per strada, ci si evita, si pensa all’irrazionale sempre più presente fra noi e che i virologi, infettivologi, opinion makers, politici, Conte (?), ci dicono in continuazione, tre mesi, che paiono un’eternità. State in casa e solo a fare la spesa e poco più. Il contagio può ritornare, le mascherine servono, non servono difendono gli altri e non te. Ma tu sei un altro per altri e allora? Durerà un anno, due. Il vaccino c’è o ci sarà ma non si sa quando. Gli anticorpi, non sono per sempre, anzi per nulla fidati, oppure lo sono. I tamponi fatti sono migliaia, mai non lo posso fare se lo chiedo, come i test virali, se non a mie spese, per sapere se sono infetto o no, per la patente di sano e turisticamente valido e negativo. Curarmi con la clorochina, con il sangue di un risanato, con il l’antiartritico, con le foglie di fico. Con qualcosa, ma non abbiamo certezze. Bisogna stare lontani. Grandi progressi della medicina dal 1600, dalla spagnola dell’inizio del 1900. Insomma, paure che non servono al risanamento dello spirito. E veniamo all’economia, impaurita e poco attiva: nessuno sarà licenziato, cassa integrazione per tutti. Miliardi di euro per il nostro Paese, a fondo perso, da restituire. Soldi anche a chi lavora in nero. Raccolte di fondi, stampare moneta. Bugie una sull’altra. Sia per i licenziamenti, sia per la cassa integrazione, sia per i prestiti. Se fosse così semplice: stampi soldi e tutto riparte. Ma perché non farlo sempre. Perché non stampare continuamente. L’economia come un Monopoli statale universale. Soldi che valgono nulla, non ancorati a nulla, ma che hanno il potere di fare girare l’economia e fare riguadagnare profitti al capitale, ai capitalisti e danno l’illusione di una vita sopportabile (leggi: di merda) ai lavoratori. Un mondo che deve ritornare al livello precedente, con tutta l’intensità della vita di imbecillità che portavamo avanti tra aperitivi, droghe sociali pesanti e/o leggere: cocaina, football, e derivati dalla cannabis. Questa è la normalità che dobbiamo riguadagnare con più paure e con più accorgimenti sociali, ben distanti? che chissà, una troppo stretta vicinanza potrebbe farci venire in mente che dovremmo lavorare per essere almeno un pò meno idioti socialmente di quanto lo siamo stati specialmente negli ultimi decenni? Con I vari Trump, Johnson, Conte di contorno. La paura serve a questo e tutto in linea con essa, così come le lezioni a distanza, tanto per ritornare da dove siamo partiti, grande invenzione di un’idiozia solenne della modernità computeristica. Dovremmo dimenticare la fisicità del nostro vivere sociale, anche nelle scuole? Ci dovremmo dimenticare della fisicità che esprime voglie, bisogni, tensioni erotiche con i mezzi conseguenti per poterle soddisfare, senza avere nella testa commissioni di esperti che ci dicono come fare e quali soldi dare alla raccolta di fondi per ogni tipo di malattie, quando è molto più semplice stampare un pò di miliardi per lo stesso utilizzo. Insomma, prendiamola da dove si vuole ma il tutto fa acqua, non si tiene nulla. Riprenderemo a vivere con un problema in più, il panico che ci ha ancora di più sclerotizzato, manna per qualsiasi regime politico dica di voler agire per il nostro bene. Certo, possiamo applaudire dai balconi e cantare Bella ciao affacciati alle finestre. Certo, possiamo fare incontri virtuali da ogni computer e parlare con il nostro ufficio, stando a casa in mutande e lavorando di più per stipendi sempre più miseri. Certo, potremmo magari una volta andare al parco, ma distanziati, aspettando il bollettino del giorno: quanti morti, quanti ammalati, e speriamo nel domani sarà migliore. Intanto a letto con la paura incorporata. Una nuova vita ci aspetta, quella della larva. Il lombrico vive una vita di merda, ma è tanto utile all’agricoltura. Utile fino al punto di non saperlo, e continuando a vivere, appunto, da lombrico. In fondo il sole brilla anche per lui, e gli sembra già tanto. Certo, non sarà più come prima, sarà peggio. Una catena in più da rompere per i proletari – ricordate il motto? - che però almeno dovrebbero mutarsi da lombrichi ad esseri umani per romperle.■

Gramsci oggi​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ rivista on line

8 Giugno 2020

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