“RIPRENDIAMOCI IL COMUNE” TOSCANA

REPORT RIUNIONE “RIPRENDIAMOCI IL COMUNE” TOSCANA

tenutasi via web mercoledì 27 maggio 2020 - ore 21

La riunione è stata promossa dai comitati territoriali di Attac in Toscana, che hanno invitato un primo gruppo di realtà di comitati, sindacati di base, liste civiche e amministratori interessati a ragionare sulla situazione delle città, dei Comuni e delle comunità territoriali dentro l'emergenza sanitaria, economica e sociale prodotta da decenni di politiche di austerità e precipitata con l'arrivo dell'epidemia da Covid-19.

Gli attivisti di Attac hanno illustrato il percorso “Riprendiamoci il Comune” che da tempo l'associazione porta avanti a seguito di una riflessione che si basa su alcune analisi così riassumibili:

a) gli enti locali sono stati progressivamente espropriati della loro funzione pubblica e sociale, in seguito a politiche di austerità portate avanti sin dall'introduzione del patto di stabilità interno nel 1999; politiche che hanno comportato una drastica riduzione del personale, un azzeramento degli investimenti, una progressiva riduzione persino della capacità di spesa corrente;

b) queste politiche sono state giustificate con l'alibi del debito pubblico, nonostante il contributo degli enti locali al debito pubblico nazionale sia irrisorio, non superando l'1,8%;

c) di conseguenza, queste politiche avevano e hanno un'altra finalità: quella di costringere gli enti locali a mettere sul mercato tutto quello che prima ne era escluso, ovvero territorio, patrimonio pubblico, beni comuni e servizi pubblici locali;

d) per contrastare questo disegno, occorre che le comunità territoriali assumano la questione del Comune e della democrazia di prossimità come terreno di conflitto, facendo convergere tutte le vertenze specifiche in un percorso sistemico, che metta in discussione tutti i vincoli finanziari che intrappolano gli enti locali e che promuova l'autogoverno partecipativo delle comunità territoriali su obiettivi come la garanzia dei diritti fondamentali, la riappropriazione sociale dei beni comuni e un nuovo modello di Comune, socialmente ed ecologicamente orientato.

Questo percorso prevede alcune campagne di medio termine, ed in particolare il possibile lancio, a partire dal prossimo autunno, di due leggi d'iniziativa popolare, una che si propone la riforma della finanza locale, contrapponendo al pareggio di bilancio finanziario il pareggio di bilancio sociale, ecologico e di genere; l'altra che si propone la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti, come leva finanziaria del nuovo modello di Comune e di autogoverno partecipativo delle comunità territoriali.

Con l'arrivo dell'epidemia da Covid-19, le contraddizioni sopra evidenziate sono emerse in tutta la loro drammaticità, facendo saltare tutti gli equilibri finanziari dei Comuni, presi fra l'incudine di una moltiplicazione di funzioni per fronteggiare l'emergenza sanitaria, economica e sociale, e il martello di una drastica riduzione delle entrate, in seguito alle politiche di lockdown.

Oggi, la stessa sopravvivenza dei Comuni è messa a rischio, mentre i provvedimenti del governo sembrano continuare senza alcuna inversione di rotta.

A fronte di questa emergenza, Attac Italia ha quindi proposto un'attivazione immediata degli enti locali e delle comunità territtoriali, proponendo una presa di parola da parte di tutti i Consigli Comunali che, approvando un Odg, potrebbero rivendicare:

a) la sospensione del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio per i Comuni, analogamente a quanto fatto dall'Ue per gli Stati;

b) l'approvazione del decreto attuativo dell'art. 39 del DL 162/2019, convertito nella Legge n. 8/2020 , che prevede l'accollo allo Stato dei mutui in essere con Cassa Depositi e Prestiti, al fine di ridurne drasticamente i tassi di interesse;

c) l'opposizione alla proposta di rinegoziazione dei mutui fatta da Cdp (si tratta di un semplice procrastinamento nel tempo del pagamento, con relativo aumento degli interessi) e la rivendicazione per il biennio 2020-2021 di mutui a tasso zero per gli investimenti dei Comuni;

d) l'annullamento di tutti i debiti dovuti a derivati, soprattutto dopo la recente sentenza n.8770/2020 della Cassazione;

e) l'apertura del Fondo nazionale di solidarietà per i Comuni -sulla base dell'attuale Fondo di solidarietà comunale- per garantire a tutti i Comuni le risorse necessarie per l'emergenza economica e il riavvio delle comunità locali.

Su tutto quanto sopra esplicitato, è possibile reperire il materiale qui https://www.attac-italia.org/riprendiamoci-il-comune-2/

Questa lunga premessa spiega il senso della riunione, con la quale si è voluto costruire un primo tavolo di confronto tra le realtà toscane, con l'obiettivo di socializzare le diverse esperienze territoriali e provare a costruire una rete che possa costruire consapevolezza e azione in direzione della riappropriazione dei Comuni e della democrazia di prossimità.

La discussione è stata ricca e articolata e ogni partecipante ha portato la propria esperienza, sia essa quella di un comitato territoriale, di un sindacato di base dei lavoratori pubblici, o di una rete di amministratori come la rete delle Città in Comune, che, a sua volta, su questi e altri temi, sta promuovendo una campagna.

Oltre alla condivisione del contesto e degli obiettivi posti da Attac, dalla discussione sono emersi spunti tematici che hanno riguardato:

a) coniugare la lotta contro i vincoli di bilancio con un controllo dal basso della destinazione della spesa, in particolare rispetto ai fondi che prima o poi verranno dirottati ai Comuni per rispondere all'emergenza;

b) coniugare la lotta contro patto di stabilità e pareggio di bilancio con il principio di nessun tetto di spesa sulle partite che riguardano il sociale, la cultura e l'ambiente;

c) la necessità di una seria politica contro l'evasione e l'elusione fiscale nei Comuni (un gruppo di lavoro a Pisa ha calcolato come, a fronte di una spesa di 100.000 euro per un efficace attivazione, se ne recupererebbe cinque volte tanto);

d) la necessità della costruzione di un nuovo modello di Comune basato su un nuovo modello di welfare spinto (anche su questo, un gruppo di ricerca di Pisa, confrontando diversi scenari, ha dimostrato come un modello del genere darebbe le migliori risposte da tutti i punti di vista);

e) il necessario contrasto alle politiche di project-financing che, annunciate come collaborazione pubblico-privato, costituiscono di fatto un carico di oneri sul pubblico e un regalo al privato, contribuendo a indebitare pesantemente le collettività locali;

f) la necessità, analogamente alla ri-territorializzazione di molte attività economiche, di mettere in campo una ri-localizzazione delle scelte politiche, che non veda più i Comuni come ultimi terminali di politiche che dall'Ue dallo Stato ricadano sui territori e le comunità territoriali, bensì che veda il protagonismo di queste ultime e degli enti locali;

Una riflessione condivisa è stata quella di porre con forza la necessità della trasparenza dei bilanci dei Comuni e di una loro agevole lettura da parte dei cittadini, senza la quale la separatezza tra chi possiede la conoscenza e chi non la possiede si tramuta in inevitabile rapporto di potere. Su questo punto, da tutti considerato dirimente, si cercherà di lavorare con persone vicine ad Attac che già si sono attivate.

Analogamente, è stata da più parti condivisa la necessità di una diversa comunicazione che permetta non solo agli attivisti, bensì a tutti i cittadini di comprendere i nessi tra le politiche finanziarie e l'espropriazione di diritti e di democrazia.

La riunione ha infine affrontato il tema di come proseguire il lavoro. Da una parte attivandosi perché in tutti i Consigli Comunali si discuta l'ordine del giorno inviato (si sa già che a Pisa l'odg è stato bocciato, mentre c'è il primo Comune toscano ad averlo approvato, San Giuliano Terme (PI)), dall'altra per capire come dar corpo, allargandola, a questa prima rete.

Tutt* hanno espresso la volontà di proseguire e si è di conseguenza concordato di costruire una prima mailing list (che sarà rigidamente utilizzata solo a questo scopo) e di darci un secondo appuntamento (la data verrà decisa via email), in vista del quale ciascun soggetto potrà invitare altre realtà, allo scopo di allargare la partecipazione e di coprire, tendenzialmente, tutti i territori della regione.

In questo secondo appuntamento, si discuterà di come attivarsi in maniera coordinata, cercando di evitare il doppio rischio della reductio ad unum, per mantenere la pluralità delle esperienze che vi partecipano, e della “lista della spesa” delle rivendicazioni, che rischia di produrre l'ennesimo bel documento senza efficacia concreta. A questo proposito si è condiviso di mantenere il focus sui temi strutturali della finanza locale, variamente declinata.

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