Continua la protesta degli operatori ecologici di Pisa: secondo giorno di sciopero alla Geofor

Venerdi' 20 Marzo, seconda giornata di blocco degli operai Geofor.

Il motivo della protesta ce lo spiega direttamente Davide Banti dei Cobas:

" Ci sono stati 8 colleghi in quarantena e uno ammalato e ricoverato in gravi condizioni all'ospedale. La igienizzazione dei locali e dei mezzi è arrivata in ritardo, ne abbiamo avuto notizia solo da poco, non è possibile lavorare in sicurezza senza avere dei prodotti adeguati e aportata di mano per sanificare i mezzi. Poi c'è la questione mascherine: noi vogliamo quelle giuste che ci proteggano dal virus. Non ci sentiamo tutelati, bisogna annullare il rischio per la nostra salute o ridotto ai minimi termini, abbiamo tutti paura soprattutto dopo avere letto di colleghi della Lombardia deceduti per Coronavirus, del collega di Bari risultato positivo. Non riprenderemo il servizio e la raccolta porta a porta fino a quando non ci avranno assicurato condizioni di lavoro in sicurezza con tutti i dpi, con i materiali igienizzanti per i mezzi, abbiamo paura per noi le nostre famiglie"

Questa è la dichiarazione raccolta via telefono, la protesta vede protagonisti Usb e Cobas ma tuto nasce dalla spontanea iniziativa dei lavoratori. Non a caso nelle zone del Nord c'è il timore che i contagi possano essere avvenuti anche attraverso la raccolta differenziata o meglio con il contatto avvenuto con materiale proveniente da qualche famiglia ove soggiornano ammalati o positivi al Covid 19

A pochi chilometri di distanza altri lavoratori si fermano o chiedono tutele e garanzie per la loro salute.  Tutti  chiedono di trattare i rifiuti come speciali, vogliono sanificazione quotidiana con macchine all'ozono, gel antisettico, mascherine adeguate e in numero sufficiente,  giudicano sbagliato intimare da parte aziendale di riprendere le attività quando diffuso è il timore di contagio, in presenza di pericoli gravi e immediati che andrebbero sempre e comunque scongiurati.

Alcuni operatori negli appalti della sanità chiedono tutele reali per gli addetti allo smaltimento dei rifiuti ospedalieri , di sicuro le proteste in corso non possono essere semplicemente bollate come atti arbitrari o illegali, in ballo ci sono questioni  dirimenti come la salute e la sicurezza degli operatori che operano in un servizio essenzale ma non per questo vogliono essere le vittime sacrificali di un sistema che ha reso introvabili le mascherine e lascia aperte le fabbriche anche quando sono un veicolo di contagio.

Chi nega la presenza di un pericolo reale ed immediato forse non sembra leggere i giornali e la cronaca, anche la Toscana va ormai considerata zona a rischio, il numero dei contagi e dei morti è in aumento, da qui la paura, ma non  certo la rassegnazione  dei lavoratori dell'igiene urbana che protestano perchè vogliono difendere la loro sicurezza e incolumità  proprio come dice l'art 2 comma 7 della legge 146\90 che in tali casi esclude la astensione collettiva e il mancato rispetto delle normative in materia di servizi minimi essenziali.

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