Dagli ospedali al collasso....

Riceviamo e pubblichiamo senza alcun commento ulteriore


Caro Blog, 

scrivo di corsa e dallo smartphone, smonto ora dopo 10 ore di lavoro in un ospedale Lombardo, sono un medico con una moglie infermiera, i figli non li vediamo da 14 giorni perchè sono ancora piccoli e ospiti dai nonni chiusi in casa da oltre 40 giorni.

Ogni giorno non riusciamo a sopperire alla mancanza di posti, di farmaci, non ci è di aiuto la burocrazia, i camici e i dpi sono arrivati in grave ritardo, nell'emergenza si ricorre a medici e infermieri appena laureati che non hanno esperienza, ma non difetta loro il coraggio, per affrontare queste emergenze.

Nel mio ospedale oltre la metà dei posti è occupata da pazienti contagiati, i posti di terapia intensiva sono stati triplicati ma risultano ancora del tutto insufficienti.

Il problema principale è scongiurare il contagio di altri pazienti e di noi operatori, solo nel mio piccolo ospedale tra il 15% e il 20% della forza lavoro è fuori gioco , contagiato o in quarantena , già a fine anno ci trovavamo nell' emergenza, infermieri e medici a lavoro ma con decine di ferie arretrate mai smaltite per le mancate sostituzioni.

Manca poi un legame con le strutture predisposte alla convalescenza perchè molti malati dimessi non possono tornare a casa per ragioni di sicurezza.  Non ho notizie di igienizzazioni e sanificazioni accresciute vista l'emergenza, mi auguro di sbagliare ma servirebbe piu' personale di pulizie e quindi maggiori capitoli di spesa a tale scopo.

Oggi sono arrivati infermieri e medici militari, è una boccata d'ossigeno (non trovo termine diverso da utilizzare) ma non è sufficiente. Noi tiriamo avanti ma questa situazione è il frutto dei troppi tagli alla sanità, dei soldi regalati alle convenzioni del privato e a rimetterci non siamo solo noi personale sanitario ma la cittadinanza tutta. Vi saluto  ringraziando della attenzione.


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