Medici di base al collasso. Lettera di un medico

Riceviamo e pubblichiamo

Buongiorno, da settimane siamo in emergenza, ho deciso di far conoscere la situazione drammatica in cui operiamo perchè nonostante tanta retorica non vedo via di uscita, per molte settimane ancora saremo in lotta per debellare il virus, non è dato sapere i tempi ma le previsioni piu' ottimistiche parlano di fine Maggio  solo per vedere i primi risultati.

La prima osservazione riguarda il nostro ruolo, da anni la medicina di base è stata depotenziata e burocratizzata, siamo oberati da inutili adempimenti.

Vado a casa da pazienti che potrebbero essere positivi e infettare i loro familiari ma  il solo modo per capirlo sarebbe il tampone anche per valutare i reali numeri del contagio.  I tamponi appunto... Per i pazienti in autoisolamento domiciliare non esistono indicazioni sul trattamento farmacologico, il ricovero in ospedale non dovrebbe avvenire quando la situazione è compromessa. Per giorni , all'inizio del contagio, non erano reperibili le mascherine e i dpi..

Da ricordare che già attorno a Natale avevamo avuto un picco di polmoniti statisticamente rilevante.

La medicina di base dovrebbe essere innanzitutto di supporto alla prevenzione,  sono scollegate le strutture territoriali  sanitarie e i medici di base, magari a ragione ci siamo concentrati sugli ospedali ma bisognerebbe rafforzare gli interventi di prevenzione, le cure domiciliari.

Mancano linee guida che consentano ai medici di famiglia di poter intervenire con protocolli terapeutici condivisi, già dal domicilio del paziente, almeno prima che i danni polmonari rendano necessario il ricovero in Ospedale. 

Per questi motivi bisognerebbe potenziare la medicina di base, effettuare i tamponi in modo capillare, definire protocolli sanitari ben definiti, anche da qui passa il rilancio della Sanità pubblica, da come costruiamo i servizi di base e a livello di quartiere tra medici, infermieri e il necessario supporto psicologico indispensabile anche per noi operatori. Uscire allora dalla logica dell'emergenza e rilanciare il servizio pubblico dalle sue fondamenta, è questo il messaggio che mi sento di lanciare alla Regione Toscana.

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