Giornata di mobilitazione per la Palestina...E dopo?
Abbiamo rivolto alcune domande ai compagni e alle compagne che sono scesi in piazza , ieri 15 Maggio, nelle iniziative di solidarietà con il popolo palestinese. Si tratta di attivisti sindacali da sempre vicini alle istanze del popolo palestinese....
d una giornata di mobilitazione con grande manifestazioni
In alcune città italiane cortei con migliaia di presenze, i figli degli immigrati di penultima generazione, assai presenti nelle iniziative. In altre città presidi e iniziative varie, spesso frammentate perchè piegate alle continue forzature di qualche organizzazione sindacale o politica che pretende la primogenitura. A livello di opinione pubblica non abbiamo ancora visto quanto accade in Gb o in Spagna, atleti nazionali che sventolano la bandiera palestinese ai margini delle competizioni sportive. A livello mediatico? Immaginatevi se una squadra di calcio della serie A si presentasse in campo con la bandiera palestinese, se qualche sportivo con migliaia di followers rilasciasse dichiarazioni contro l'aggressione israeliana, se uomini di spettacolo e di cultura mettessero la loro faccia al servizio della causa palestinese, se prima degli spettacoli teatrali recitassero un monologo contro le politiche di apartheid israeliane. Il silenzio della tv, della radio, dei principali organi di stampa sembrerebbero costruire le notizie sulle veline del Mossad, una immagine a senso unico ove la causa della guerra sono i razzi lanciati dal territorio libanese. Vediamo solo i dati statistici: negli ultimi 13 anni le vittime del conflitto sono palestinesi per il 95,33% , gli israeliani invece il 4,67 % .. Dal 2008 a fine 2020 sapete quanti sono i morti palestinesi? Quasi 121 mila. Chi sono allora gli aggrediti e chi sono gli aggressori? Possiamo mettere sullo stesso piano i bombardamenti di uno dei principali eserciti del mondo con i razzi di 50 anni fa lanciati e per il 99 per cento dei casi intercettati? Chi poi rivendica la restituzione delle case agli israeliani dovrebbe ricordare prima che ben il 77% delle proprietà nel lato Ovest di Gerusalemme appartenevano ai palestinesi, cristiani e musulmani, proprietà oggi israeliane. Chi è stato cacciato allora dalle proprie terre? Andatevi a vedere la cartina geografica dello stato di Israele da 50 anni ad oggi , pensate che la Palestina sia l'Italia, ricordatevi come era dopo la seconda guerra mondiale per estensione e regioni e immaginatela senza il centro Nord. In tale caso cosa direste? Puo' bastare la fine delle ostilità militari o la solita litania di due popoli e due stati quando sistematicamente vengono aggirate le risoluzioni Onu dal veto Usa? Quando il riconoscimento di Israele da parte degli stati arabi diventa la premessa per la sopravvivenza delle petromonarchie? Chi resistituirà la terra al popolo palestinese? L'Onu le cui risoluzioni manco sono rispettate? Guardatevi l'ultimo rapporto di Human rights watch: “le violazioni dei diritti dei palestinesi nei territori occupati da Israele corrispondono a crimini contro l’umanità di apartheid. Oggi se parli di stato segregazionista i tuoi post vengono rimossi da Fb e sei impossibilitato a pubblicare per giorni.....
Cosa possiamo fare per il popolo palestinese?
Intanto non credere alla vulgata ufficiale di Israele che si difende dalle aggressioni scambiando aggressore con la vittima- Parlare con lavoratori e studenti per raccontare la vera storia degli ultimi 50 anni, bloccare, ma non per finta come accaduto a Livorno, le merci e i carichi di armi destinati ad Israele, utilizzare la visibilità degli uomini di cultura e di spettacolo per una campagna di effettiva informazione. Il sindacato dovrebbe fare una scelta di campo come ai tempi del Vietnam e del Cile ma dubitiamo che questa sia la volontà di sindacati maggioritari piegati al Governo Draghi sotto l'egida Biden. Poi inviare aiuti materiali all'autorità palestinese, alle organizzazioni umanitarie palestinesi, manifestare in loro sostegno. Ma soprattutto dovremmo prendere atto che senza una reale giustizia non potrà esserci pace in una terra nella quale un popolo, quello palestinese, è oppresso. In queste ore nessuno parla poi del potenziamento avvenuto delle basi militari Usa e Nato in territorio italiano dalle quali partono le armi di rifornimento per le guerre nel mondo, nessuno parla della mililitarizzazione dei porti italiani e della inchiesta aperta dalla Magistratura contro i portuali genovesi che si rifiutarono di caricare le navi di armi. Insomma c'è molto da fare per ripristinare un punto di vista oggettivo sugli scenari mediorientali.
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