Lettera aperta di un dipendente degli enti locali
Lettera aperta di un dipendente degli enti locali
riportiamo la lettera pervenuta al nostro blog ritenendola utile a comprendere i gravi ritardi e le contraddizioni della Pubblica amministrazione in particolar modo nelle funzioni locali
Cub Pi Pisa
Sto per arrivare al ventisettesimo anno da dipendente enti locali dopo un quinquennio di precariato in numerosi Enti della PA.
All'incirca mancano 9 anni prima della pensione, non è dato sapere se al raggiungimento, presumibilmente, dei 68 anni di anni di età sarà possibile prolungare gli anni di lavoro fino ai 70 anni come si evince dalla ultima Legge di Bilancio.
A quel punto sarà dirimente il calcolo dell'assegno previdenziale, andare in pensione con un assegno inferiore del 30 o del 40 per cento rispetto all'ultima retribuzione sarebbe un oggettivo incentivo a posticipare l'uscita dal lavoro solo per non fare la fame. Ma è possibile arrivare a 70 anni prima di andare in pensione con un assegno dignitoso?
Il nostro lavoro è cambiato nel corso del tempo, numerosi servizi sono stati esternalizzati, le figure professionali esecutive hanno sempre meno spazio, è cambiata la composizione del personale enti locali, ci sono più laureati e alti inquadramenti di 20 o 30 anni or sono.
E molti dei nuovi ingressi hanno introiettato la cultura della performance, quella valutazione che ci divide in partenza con le pagelline dalle quali dipende il salario accessorio.
La performance è stata utile per dividere la forza lavoro e indebolirne il potere contrattuale, i sindacati hanno ritenuto la valutazione uno strumento utile per accrescere la produttività favorendo lo sviluppo di un modello contrattuale che ha relegato la Rsu a discutere solo del salario accessorio accettando i ricatti delle amministrazioni locali. Ogni qual volta chiedi un incremento del fondo, nella parte variabile, devi accettare un compromesso a perdere come accrescere le risorse destinate alle Elevate qualifiche o alle varie indennità che poi vengono attribuite dai singoli dirigenti.
Questa dinamica contrattuale ha finito con il rafforzare il potere datoriale scollegando le Rsu dalla forza lavoro, la Rsu ha ormai un ruolo ragionieristico e ben pochi spazi di agibilità, basterebbe ricordare che tutte le materie relative alla organizzazione del lavoro non sono da anni oggetto di contrattazione.
Poi esistono norme restrittive, per dirne solo una menzioniamo l’articolo 23, del D. Lgs. 75/2017, in base al quale il totale delle risorse destinate al trattamento accessorio non può superare l’importo complessivo stanziato per questo scopo nell’anno 2016. Di conseguenza anche se aumenta l'organico , le amministrazioni non possono superare questa soglia.
Gli istituti contrattuali demandano alla contrattazione di secondo livello la distribuzione di varie indennità, nel caso dell'istituto contrattuale delle responsabilità si consuma l'ennesima guerra fratricida con dirigenti plenipotenziari a decidere chi percepirà queste somme e quanti saranno esclusi, anche in questo caso si prendono i soldi dal fondo della produttività generale (di tutti) a favore di pochi.
Gli aumenti contrattuali saranno pari al 6% ma negli ultimi 3 anni la inflazione è stata del 17%, ancora una volta andremo a perdere potere di acquisto dopo gli anni nei quali è stata bloccata per legge la contrattazione nazionale e in cui gli stipendi sono rimasti fermi.
Con l'arrivo del PNRR sono cresciuti i carichi di lavoro tra tecnici ed amministrativi, se la sono cavata con qualche assunzione a tempo determinato, poca formazione e ancor meno strumenti di lavoro.
Sarà per questo motivo che i ritardi della PA sono evidenti, abbiamo la forza lavoro più anziana e in numero insufficiente, ogni anno gli organici delle Funzioni locali perdono migliaia di unità.
La causa di questa situazione è dovuta anche ai bassi salari del personale degli enti locali se raffrontati con quelli di altri comparti della Pubblica amministrazione, non è dato sapere la logica di questa disparità di trattamento se non andando a guardare la dinamica contrattuale degli ultimi 30 o 40 anni.
Hanno ridotto perfino le ore di straordinario che poi sono ad appannaggio di alcuni settori e se vuoi mangiare, in pausa pranzo, il ticket è fermo da anni a 7 euro con cui un pasto non puoi consumarlo.
La invadenza della politica nella azione amministrativa è sempre più forte, da quando hanno riformato la elezione dei Sindaci il raggiungimento degli obiettivi di mandato ha stravolto anche il nostro lavoro trasformandoci in meri strumenti della Giunta di turno
E chiudiamo su un'altra questione ossia i fabbisogni di personale, hanno cancellato le dotazioni organiche per favorire ogni anno la revisione del piano delle assunzioni che spesso non tiene conto delle reali necessità dei servizi, se la politica decide di bandire concorsi o mobilità per un settore giudicato strategico non guarda mai a quanto personale manca in ogni ufficio.
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