FRATELLI TUTTI......
FRATELLI TUTTI di Tiziano Tussi
L’infallibilità del Papa si è persa nel tempo storico. Certo che alcuni ultimi papi proprio per il loro carattere di difensori dello status quo, del conformismo chiesastico e sociale, non sono stati attaccati ed anzi hanno portato in piazza le loro posizioni di dogmatismo culturale. Basti ricordare la famosa fotografia nella quale si vede Giovanni Paolo II, ora santo, che redarguisce, con il dito teso, padre Ernesto Cardenal, ministro, allora, nel governo sandinista e strenuo difensore dei poveri e derelitti in quel Paese. Ma sembra di ricordare un’altra era geologica. Siamo al 4 febbraio 1983. Nonostante il sorriso beato di Cardenal, è quel dito che rimane impresso.
Bene, il Papa attuale scrive una enciclica che non fa nient’altro che ricordare il senso profondo ed originario della chiesa, quella dei primordi, quella delle comunità cristiane che si adoperavano per fare fronte alle brutture del mondo, per l’aiuto ai poveri, per una vita monda da egoismi e a inutili e superflue ricchezze e proprietà da esibire verso chi stava peggio, verso gli ultimi.
Uno scritto che risulta un importante affresco che mette in riga molte posizioni già ribadite da Papa Francesco, con citazioni dai Papi precedenti e da documenti di sinodi vescovili deli ultimi anni. Insomma, un’enciclica correlata da rimandi al terreno più fertile della chiesa. Alieno da voglie di potenza, di superiorità, di poca partecipazione verso chi sta male, ma che ripete, e già il titolo è esemplificativo, Fratelli tutti, chi sono i fratelli del bravo cristiano? Tutti, naturalmente. L’amore che deve essere dato al prossimo, indipendentemente dalla sua tipologia sociale, etnica o di altra natura, viene reso possibile dall’amore di Dio. [3]1 L’aspetto comunitario del cristiano deve trovare una certificazione nell’amore di Dio.
Quindi ogni pratica umana che spinge lontano da questo assunto iniziale va rifiutata e combattuta. Papa Francesco trova nemiche della santità di vita del fedele tutte le pratiche che spingono l’uomo verso un comportamento fazioso e sopraffattorio. I 287 punti in cui è divisa l’enciclica e le 288 note rendono la lettura densa di citazioni, rimandi e sottolineature che hanno a che fare con il senso profondo del cattolicesimo, religione per l’uomo, nell’amore di Dio. Ora, si può anche essere totalmente alieni da uno spirito religioso, ma risulta per lo meno sorprendente che questa enciclica, e del resto, questo Papa, abbiano ricevuto attacchi furiosi da parte di religiosi più o meno integralisti, da parte di alcuni settori della chiesa.
Cosa c’è di più storicamente definito della grandezza della chiesa che deve passare per la grandezza del suo animo profondo, che è vicino ai diseredati. Vicino a chi non ha molto o addirittura poco o niente.
Perché attaccare questa sensibilità papale così in linea con lo spirito evangelico della chiesa di aiuto al reietto? Infatti, non è tanto l’enciclica papale che può sorprendere, ripeto, accettando la sensibilità religiosa, altrimenti il discorso finisce prima ancora di iniziare. Il Papa entra nelle questioni attuali, le chiama con il proprio nome, le indica come pericolo per un modo pieno di carità, elevata da Francesco a collante della chiesa e dell’azione dei fedeli in essa. [165 e 181]
Nazionalismo [11], liberalismo, [167 e 168], posizioni di sinistra [165]: non serve nulla di questo solo la carità e l’accoglienza, senza neppure aspettarsi un grazie [79]. Un Papa femminista, che difende le donne e le vorrebbe libere dai guai che le aspettano in troppe parti del mondo. [23 e 121] Siamo nel solco della vita spesa per gli altri meno fortunati. Chissà perché questa presa di posizione dovrebbe dare fastidio.
Per esemplificare una certa insofferenza, quando non ostilità, di alcuni credenti verso questo Papa faremo solo due esempi, ricordando in primis l’insoddisfazione che il gruppo integralista di Comunione e Liberazione ha verso Papa Bergoglio. Un articolo di Marcello Veneziani, La verità 6 ottobre 2020, se la prende con l’enciclica e questo Papa.
Dopo avere ricordato negativamente il suo anticapitalismo, del resto ben presente nell’enciclica, cui Bergoglio aggiunge motivazioni profondamente cristiane – in diversi punti, ma vedi ad esempio il punto 25 e 169 – Veneziani se la prende soprattutto con l’uso, nello scritto papale, della triade libertà-uguaglianza-fraternità
Ed anche se Veneziani la mette sotto il cappello di una boutade, non pare proprio che lo sberleffo sia il commento ideale per una enciclica che trasuda carità, ad ogni passo. Veniamo al cardinale Camillo Ruini, un pezzo da novanta della struttura chiesastica, ora a 89 anni ricopre la carica di presidente del comitato scientifico della fondazione Joseph Ratzinger.
Da un’intervista al Corriere della Sera, 7 ottobre 2020, a firma Aldo Cazzullo, veniamo a sapere che per lui, presidente di una Fondazione che nell’intitolazione lascia molto comprendere, che questioni come difesa della vita e della famiglia fanno “parte della chiesa assai meno di prima”. (ma vedi l’enciclica al punto 18, per averne una smentita). Ed ancora: ad una domanda esplicita verso un movimento conservatore che avversa papa Bergoglio, Ruini dice: In qualche modo esiste; ma ha varie accentuazioni e sfaccettature. Solo pochi possono davvero essere considerati “contro” Papa Francesco: ad esempio, non tutti coloro che hanno formulato qualche critica con intenti costruttivi.” Ruini non è così sguaiato come Veneziani e perciò i il suo dire lascia sempre a metà il lettore. Si sa però, questa è la posizione più sgusciante che nella chiesa Papa Francesco si trova di fronte.
Questo è un pericolo che agisce un po’ sulla linea di galleggiamento dell’ufficialità. Ruini insiste nel dialogo con Salvini e con Meloni, che lui ora descrive come “meritatamente sulla cresta dell’onda”. Insomma, una chiesa che sceglie la sua parte politica, di destra come storicamente altre volte è stato. Queste fazioni non gradiscono una chiesa che vuole liberarsi da qualsiasi sponda politica per fare risaltare appieno le qualità cristiane. Anche se i detrattori di Francesco non lo capiscono Dio non è decisamente né di destra né di sinistra e non si ferma neppure davanti al diverso da noi. Ciò pare naturale nell’idea profonda di un credente ben fondato negli aspetti profondi del pensiero cristiano.
Ma vogliamo ancora suggerire qualcosa d’altro a Francesco, che credo in ogni caso ben lo sappia, tanto per aggiungere problemi a problemi: Dio non può essere né maschio né femmina; Dio non è sessualmente definibile e perciò omosessualità ed eterosessualità sono per lui indifferenti, dato che in ogni caso, per i papi, la vita in definitiva viene da lui. Ma andiamo oltre. Dio non può tenere particolarmente a te o a me, ma al suo creato in quanto tale. Proseguiamo: Dio non può avere alcuna connotazione riscontrabile figurativamente; da ultimo, non può avere storia. (per questo punto basti Giambattista Vico, 1668 - 1744) Ma che Dio sia il nulla? (questa strada, che, termina nel nulla, porta molto lontano: per un’altra volta).
■ 1- I numeri fra parentesi rimandano agli stessi indicati nell’enciclica.
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