Speciale elezioni Venezuela
IN VENEZUELA TRIONFA IL POLO PATRIOTTICO MA L’AFFLUENZA E’ BASSA
Le elezioni legislative previste per domenica 6 dicembre in Venezuela si sono celebrate nella massima tranquillità e con le dovute cautele per la presenza del corona virus.
Secondo i dati forniti dal Consiglio Nazionale Elettorale con l’82 per cento delle schede scrutinate il Gran Polo Patriottico Simon Bolivar che raggruppa tra le sue fila il Partito Socialista Unito delVenezuela (PSUV) di Nicolas Maduro guida con il 67,6 per cento dei voti la consultazione elettorale. L’affluenza si è però fermata solo al 31 per cento degli aventi diritto di voto.
Su quest’ultimo dato dobbiamo fare una riflessione. E’ oggettivamente ovvio che meno di una persona su tre si è recata alle urne e questo pone un grande limite alla vittoria elettorale del Gran Polo Patriottico Simon Bolivar.
Il presidente Nicolas Maduro dopo aver appreso i risultati ha dichiarato che questa è una grande vittoria popolare e non si può dire diversamente dato che il secondo classificatoAlianza Democratica, la colalizione di opposizione al governo che si è presentata, ha ottenuto solo il 19 per cento dei voti ma l’ombra della bassa partecipazione dei venezuelani alle elezioni offusca il risultato. L’autoproclamato presidente Juan Guaidò ha intanto disconosciuto le elezioni come del resto era prevedibile dato che i quattro partiti che lo sostengono non hanno partecipato alle consultazioni chiedendo ai venezuelani di boicottare il voto.
La massiccia astensione sarà un grande argomento per l’opposizione guidata da Juan Guaidò ed appoggiata dagli Stati Uniti e dai suoi vassalli dell’Unione Europea per affermare che la maggioranza dei venezuelani non stanno con l’attuale governo. Sarà molto facile affermare che il popolo venezuelano ha risposto positivamente alle richieste dell’opposizione di boicottare le elezioni manifestando con questo comportamento il loro disappunto alle politiche governative.
Nessuno si scandalizza quando in un paese occidentale alle elezioni si presentano pochi elettori ma se questo accade in Venezuela o in un’altra nazione non filo occidentale si grida allo scandalo. La bassa affluenza in Occidente viene giustificata affermando che in una democrazia compiuta questo avviene naturalmente, cosa che invece, secondo gli stessi, non può avvenire nei paesi considerati non democratici, come il Venezuela, dove il voto dovrebbe coincidere con un pebliscito verso chi governa lo standard dei doppi pesi e delle doppie misure è sempre in agguato.
Ma al di la di questa valutazione resta il fatto che il 31 per cento di elettori sono oggettivamente pochini. I motivi di questa diserzione in massa potrebbero essere molteplici. La paura di andare alle urne per la pandemia potrebbe essere uno, aver risposto alle fanfare della destra estrema che chiedeva il boicottaggio potrebbe essere un altro, ma la disillusione politica forse è il motivo principale.
Potrebbe essere accaduto che buona parte dell’elettorato non abbia visto ne nella sinistra ne nella destra il partito che poteva risolvere i problemi quotidiani. La spoliticizzazione che impervia in tutto il mondo forse ha raggiunto anche il Venezuela. Alla sinistra si rimprovera di non essere capace di risolvere una situazione economica devastata anche dalle sanzioni imposte da Stati Uniti e soci, alla destra di non essere capace di proporre altre soluzioni che un possibile intervento armato per sostituire l’attuale governo. Quindi i venezuelani potrebbero aver deciso di boicottare le elezioni pensando che in fondo tutti sono uguali e chiunque vada al governo non è in grado di risolvere gli annosi problemi che il paese soffre.
Se questo fosse sarebbe un grave problema per il governo Maduro dato che si troverebbe a governare in una condizione di maggioranza parlamentare ma con un’opinione pubblica indifferente alla politica da qualunque parte venga. Quindi spetterà alla nuova assemblea parlamentare ed al governo riportare un po’ di fiducia nella politica esaltandone i risultati ottenuti ma senza un approccio ideologico.
In ogni caso anche l’opposizione non esce bene dalle elezioni: frammentata era prima e frammentata resta dopo il voto. Chi aveva deciso di non partecipare resta sicuramente all’angolo e chi ha partecipato ha ottenuto un consenso relativo e alquanto ininfluente. Bisognerà vedere adesso se gli Stati Uniti ed i loro sodali continueranno a non riconoscere le elezioni implementando le sanzioni contro il governo e soprattutto cosa ne sarà dell’autoproclamato presidente Juan Guaidò.
Infine poco più di 5 milioni e 200 mila voti non sono tanti ma in una democrazia conta chi vota e non chi si astiene. Se coloro che non sono andati a votare perché incitati a farlo da quella parte della destra che non vuole misurare le proprie forze in maniera democratica ed apostrofa il governo socialista per l’appunto di non esserlo, esercitando il loro voto avrebbero potuto cambiare il corso della storia. Ma evidentemente è più facile accusare che proporre, è più facile restare a casa che contarsi per paura di risultare davvero ininfluenti numericamente.
Andrea Puccio 7 dicembre 2020
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