In pensione dopo 70 anni: ce lo dice l'Ocse

 L'Ocse ha pubblicato un rapporto sul quale dovremmo aprire una riflessione, se oggi si va in pensione mediamente a 61,8 anni (ma nei fatti questa media è piu' bassa di quella reale perchè arriva dopo due anni di quota 100 e opzione donna) in futuro la pensione arriverà a oltre 70 anni di età.

La Ue aveva chiesto esplicitamente al Governo Draghi di porre fine ad ogni anticipo previdenziale, giudicava questo aspetto dirimente per erogare gli stessi fondi del Pnrr. In Ue si va in pensione mediamente a 63 anni di età, se guardiamo alla Fornero si arriva a oltre 67 anni 

Chi ha anticipato l'uscita dal lavoro era nelle condizioni di poterlo fare avendo metà o poco piu' della vita lavorativa calcolata con il sistema retributivo, un domani , quando tutti gli anni lavorati saranno calcolati in base ai contributi versati, nessuno potrà anticipare l'età pensionabile pena un assegno da fame. 

Chi oggi entra nel mondo del lavoro sa già di uscirne dopo 70 anni di età, se guardiamo alla Fornero e all'aumento della aspettativa di vita saremo il paese con la forza lavoro più anziana, secondi solo alla Danimarca. E molti resteranno al lavoro perchè sanno di non potersi permettere una vecchiaia con miseri assegni che poi saranno poco più della metà degli ultimi stipendi.

L'Italia è alle prese con l'invecchiamento della sua popolazione, nel 2050 oltre il 74% della popolazione sarà sopra i 70 anni di età e il peso della spesa previdenziale tiene anche conto dello squilibrio esistente tra forza lavoro produttiva e pensionata. In questa ottica si sono mosse tutte le controriforme previdenziali degli ultimi 25 anni  ma nessuno ha mai riflettuto sul fatto che il sistema contributivo alla lunga costringerà lo Stato ad intervenire con misure di sostegno al reddito dei pensionati sotto la soglia della miseria

Secondo noi si mira a una legislazione europea che renderà quasi impossibile andare in pensione prima di una certa età, la cosiddetta età pensionabile legale, tuttavia la Fornero rappresenta una delle leggi piu' severe  e penalizzanti nei paesi Ue, una sorta di spettro per le giovani generazioni che dovranno fare i conti con vuoti contributivi e scarsi contributi derivanti dai salari da fame percepiti oltre alle disparità di spesa sociale tra Nord e Sud come sentenziato nel recente rapporto  Unipol Ambrosetti.


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