In piazza a Pisa con il No Draghi day

Abbiamo intervistato i delegati della cub presenti oggi in Largo Ciro Menotti con un presidio al quale hanno partecipato gli studenti No green pass e attivisti no Green pass di Pisa

perchè due piazze separate, da una parte Usb, Sgb, Cobas, Potere al popolo, città in comune e Prc e dall'altra la Cub con i no Green pass?

E' bene precisare che non sono due piazze contrapposte, la piattaforma del No Draghi day ci vede concordi nel denunciare la natura autoritaria e anti popolare dell'attuale Governo. Non è stato possibile un presidio unitario perchè le sigle del sindacalismo di base non hanno accolto la richiesta di includere il No al Green pass tra i punti salienti della giornata di lotta. A quel punto, dopo una vivace riflessione interna, abbiamo scelto di organizzare una piazza in autonomia.

Non credete che la questione Green pass sia una arma di distrazione di massa e divisoria tra i lavoratori e le lavoratrici?

No, tutto dipende da come si affrontano i problemi e da parte nostra vorremmo farlo senza ideologismi e reticenze. Il green pass non rappresenta lo strumento con cui combattere la pandemia, discorso diverso varrebbe per i tamponi gratuiti nei luoghi di lavoro che potrebbero tracciare i contagi. Se parliamo di Governo non possiamo eludere l'obbligo di fedeltà aziendale che impone a lavoratori e Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza il dovere della riservatezza anche quando sono in gioco la salute e la sicurezza. Con la motivazione dell'obbligo di fedeltà numerosi rappresentanti sono stati sanzionati o licenziati per avere diffuso notizie riguardanti le inadempienze in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, gli stanziamenti aggiuntivi alla sanità degli ultimi due anni saranno vanificati dai tagli del prossimo triennio; il ritorno alla normalità significa sanità privatizzata, liste di attesa interminabili per prestazioni mediche anche di urgenza. La questione Green pass non riguarda solo i non vaccinati, molti di noi sono vaccinati ma ribadiamo il carattere non sanitario del dispositivo legato al capitalismo della sorveglianza. Se non contestiamo la contrazione degli spazi di libertà e democrazia , ad esempio la direttiva Lamorgese, difficilmente facciamo capire la natura e le finalità delle scelte del Governo. E chi vede solo una parte del problema non è di aiuto al diffondersi di un punto di vista non solo di classe ma all'analisi della situazione attuale.

Veniamo ai contenuti del No Draghi Day

Con piacere non prima di avere ribadito che le piazze contro il Governo fanno parte tutte, senza distinzione almeno in questo piovoso pomeriggio di fine autunno (il 4 Dicembre), di una opposizione in fieri rispetto alle politiche del lavoro, fiscali, previdenziali e sociali dell'attuale maggioranza , a tutela delle libertà collettive. La riforma Fiscale è destinata a portare scarsi benefici alla stragrande maggioranza dei redditi dipendenti e anche di parte delle partite iva, siamo in presenza di una manovra che non accresce il numero delle aliquote fiscali e mette i redditi sopra 75 mila euro in un unico calderone, fuori da ogni progressività della tassazione che per noi dovrebbe essere tale da far recuperare parte dei soldi mancanti al welfare. Una manovra di classe che favorisce i redditi alti a discapito di quelli medio bassi, poche decine di euro di detrazione non sono certo una conquista. Poi ci sono i capitoli annosi degli appalti , della liberalizzazione del subappalto, del ripristino dei licenziamenti collettivi e il ritorno degli sfratti per morosità. E non dimentichiamo la fine della quota 100 , gli attacchi al reddito di cittadinanza, il rifiuto a contrastare le delocalizzazioni produttive, il rafforzamento del sistema contributivo che porterà i pensionati di domani alla fame. Sono questi gli argomenti salienti sui quali concentrarci insieme ai contratti nazionali prossimi al rinnovo con tante deroghe e pochi aumenti, perdita del potere di acquisto effettivo e di quello di contrattazione.

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