Profitti privati e finanziamenti pubblici , fotografia impietosa della Ricerca italiana

 Socializzare le perdite e privatizzare i profitti?

Una pubblicazione di qualche mese fa, M. Florio: la privatizzazione della conoscenza, entra nel merito della questione, esiste da lustri un ben oleato meccanismo di privatizzazione della conoscenza  che con il tempo ha contribuito ad alimentare la diseguaglianza sociale. Siamo davanti a una distribuzione  dei redditi e dei patrimoni sempre più iniqua che alla fine ha ripercussioni negative sul welfare e soprattutto sulla sanità pubblica ma anche al  ruolo dello Stato in subordine e in funzione dei profitti privati.

Migliaia di ricercatori italiani vivono in condizioni salariali e contrattuali ad alta precarietà, per loro non esiste alcuno sbocco nella ricerca e nella scuola pubblica.

Chi per mesi ha raccontato di volere abbattere le disuguaglianze non è intervenuto conseguentemente, basterebbe analizzare la permanenza dei numeri chiusi per l'accesso ad alcune facoltà universitarie e i finanziamenti pubblici alle imprese e alla ricerca e le crescenti difficoltà in cui si dibatte Cnr che dovrebbe invece essere potenziato e rafforzato con organici e strumenti di lavoro oltre a finanziamenti adeguati.

I grandi progetti di ricerca vedono partecipi scienziati e ricercatori di numerosi paesi e su finanziamenti statali, peccato poi che i frutti delle ricerche finiscano con il creare enormi profitti alle multinazionali ma assai meno ricadute positive sulla ricerca pubblica.

 E' sempre più difficile che un singolo ateneo possa da solo creare progetti su grande scala, i gruppi di ricerca solitamente fanno parte di una rete che include altre università, i finanziamenti pubblici la fanno da padrone rispetto a quelli privati  che tuttavia sono molto presenti in Fondazioni create ad hoc per la messa a profitto delle ricerche scientifiche.

Migliaia di pubblicazioni contengono dati e risultati con  applicazioni commerciali che in alcuni campi, dal farmaceutico alla elettronica fino alla meccanica, hanno immediate ricadute sulla produzione.

Lo Stato mette a disposizione della ricerca i suoi fondi e il privato ne approfitta a fini commerciali alimentando i profitti. Poi  è sempre più diffuso l'uso commerciale di dati raccolti  dalle piattaforme digitali....

Analisi forse semplicistica ma veritiera che dovrebbe anche indurre a qualche riflessione sul ruolo dello Stato, sulla idea del progressismo neoliberista e soprattutto sulle finalità della ricerca pubblica, sul ridimensionamento del controllo e della direzione di queste ricerche e sulla nascita di oligopoli.

per saperne di piu'

Contro la privatizzazione della conoscenza - Il Manifesto in rete

"La privatizzazione della conoscenza. Tre proposte contro i nuovi oligopoli" di Massimo Florio - Letture.org



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