Incognita africana per il futuro governo Italiano...

Mentre Casapound parla di invadere la Libia (del resto in tempi di rivalutazione \esaltazione del fascismo non poteva che tornare di moda anche il colonialismo  nostalgico delle terre italiane al sole africano), mentre la Lega ogni giorno parla delle nostre città "assedite" da clandestini e delinquenti (leggere i dati de Il sole 24 ore e del Viminale sulla riduzione di numerosi reati è forse troppo per questi luminari della politica?), restano insolute numerose questioni legate agli scenari futuri della polutica estera italiana.
Partiamo allora dalle dichiarazioni dell'uomo forte del Governo Gentiloni, l'ancora per poco ministro  Marco Minniti: «Noi abbiamo cercato di governare il fenomeno migratorio che ora è sotto controllo: per l’ottavo mese consecutivo i dati dei flussi sono col segno meno».
L'obiettivo del Governo Italiano era limitare , ad ogni costo, il flusso di immigrati dall'Africa con approdo sulle spiagge libiche, per farlo bisognava trovare un accordo con le varie fazioni libiche, accordo non tanto politico ma economico. E in quell'accordo ovviamente non è incluso il rispetto dei diritti umani\civili sono centinaia del resto i migranti che ogni anno, in silenzio, muoiono affogati nel Golfo di Sicilia, una realtà che se documentata e trasmessa mediaticamente aiuterebbe, piu' di ogni altra notizia, a combattere la marea montante del razzismo.
In questi ultimi mesi l'Italia ha giocato la carta dei rimpatri volontari assistiti, ben 20mila solo nell'ultimo anno, del resto sono oltre  700mila i migranti  arrivati in Libia dai vari paesi africani, e in piccola parte anche dall'Asia.
  La questione immigrazione gioca allora un ruolo determinante , l'impegno italiano è anche sul versante militare, non  a caso si trovano forniture di armi, di mezzi e addestramento delle forze militari e di sicurezza con decine di addestratori dell'esercito italiano da almeno due anni in Libia
Parlare di Libia significa parlare anche di basi militari, di rafforzare la presenza delle basi Usa e Nato presenti nella zona . La stabilità, si fa per dire, della Libia non serve solo per evitare i viaggi della morte dei migranti verso l'Italia ma anche in funzione dello scenario in Niger che coinvolgerà non solo l'Italia ma anche la Francia che ha 4 mila soldati sparsi tra le basi militari francesi in Mauritania Ciad, Mali, Burkina Faso e appunto Niger.
Il fatidico Fondo Africa per lo sviluppo  rischia di essere l'ennesimo regalo in armi e i vari contendenti, ovviamente a favore di quelli che tutelano gli interessi occidentali, alimentando il commercio di armi o accaparrandosi i pozzi petroliferi a favore delle proprie multinazionali del settore non si rilanciano le economie locali .

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