L'americanizzazione della sanità...con l'assenso sindacale
La
sanità italiana non avrebbe nulla da invidiare al sistema americano dove
una parte rilevante della popolazione è priva di ogni servizio , non
dovremmo del resto prendere ad esempio i paesi dove la sanità è stata
privatizzata con costi, a carico dello stato decisamente piu' alti e
servizi inferiori e piu' scadenti. Con questo non vogliamo sottrarci ad
una critica severa verso il sistema sanitario italiano che presenta
situazioni ottimali ma numerose situazioni diametralmente opposte.
Ma
l'obiettivo del Governo è ben altro, procedere verso la privatizzazione
e la costruzione del welfare aziendale.
Prendiamo
ad esempio il recente accordo tra Jp Morgan, Amazon, Buffett sul
welfare sanitario, si parte dal presupposto che lo stato non sia in
grado di erogare servizi al cittadino e quindi , con la scusa
dell'invecchiamento della popolazione, si va verso il rafforzamento del
welfare aziendale e del sistema privato.
La
civiltà di un paese si misura dal grado di istruzione e dal welfare, se
guardiamo agli Usa si capisce la natura di classe dell'istruzione e
delle stesse cure sanitarie precluse alla parte piu' povera della
popolazione che non puo' permettersi il pagamento di una assicurazione.
La sanità privatizzata cresce perchè il sistema pubblico è stato
depauperato, gli stipendi dei medici e dei ricercatori sono piu' bassi, i
servizi scadenti, le professionalità non valorizzate, le liste di
attesa per prestazioni e cure sempre piu' lunghe. Ma la sanità è
soprattutto un business dove investono soggetti privati, multinazionali e
il terzo settore, l'idea che il pubblico ridotto ai minimi termini
serva per curare le fasce sociali meno abbienti mentre il privato si
offre come alternativa per i redditi alti, privato che poi beneficerebbe
di sgravi e finanziamenti crescenti, è questa la idea sempre piu'
diffusa nel paese e alimentata dai padroni e da quanti traggono
vantaggio dalla privatizzazione.
E'
in questo contesto che si rafforza l'idea dei fondi negoziali, si
perora la causa della loro defiscalizzazione, trasformare la spesa
sanitaria in pacchetti che indistintamente potranno essere erogati da
soggetti privati o pubblici. Imitare il modello Usa allora diventa
dirimente per i padroni all'insegna della privatizzazione, dell'ingresso
dei privati a sostituire il pubblico, o meglio ad assorbirne le
eccellenze, le esperienze migliori e piu' moderne. Pubblico diventerà
sinonimo di servizi destinati agli utlimi a discapito del carattere
universale della sanità? E lo stesso discorso varrà per l'istruzione?
Intanto,
visto che gli obiettivi a lungo termine necessitano di tappe
intermedie, arriva l'incremento della sanità integrativa da imporre
dentro i contratti nazionali e di secondo livello e in sostituzione del
servizio pubblico, da qui la proposta di pacchetti sanitari magari a
sostituire, sotto forma di bonus, aumenti salariali . Ma le novità non
finiscono qui, arriveremo presto ai pacchetti sanitari offerti dalle
multinazionali e recepite dentro gli accordi aziendali come misura di
welfare " per accrescere la efficienza e la qualità della vita"
Siamo certi che dietro alle buone intenzioni padronali, come l'idea di dividersi tra privato e pubblico l'onere assicurativo per i cittadini.
si nasconda ben altro, non il disinteressato aiuto delle multinazionali
o del terzo settore per assicurare il carattere universale delle cure
ma il disegno strategico di costruire un modello sanitario ben diverso
da quello fino ad oggi conosciuto, un modello che vedrà lo stato
sovvenzionare i soggetti privati avendo abdicato alla erogazione diretta
delle cure e dei servizi. E al raggiungimento di tale scopo avranno un
alleato in piu': il sindacato che nella sanità e previdenza integrativa
sta invischiato da anni.
E lo dimostra il fatto che un terzo della popolazione italiana già oggi è senza cura tanto è vero che in dieci anni gli impossibilitati a sottoporsi a cure e prestazioni sono cresciuti di piu' del 15% . E nel frattempo aumentano gli italiani che si rivolgono alle strutture private
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