Sanità pubblica distrutta dai sindacati e dal business

Un vero assalto alla diligenza, anzi un assedio di lunga durata la cui intensità è in continuo aumento, è questa la paradossale situazione in cui si trova la sanità pubblica minacciata dalle multinazionali Usa e dal terzo settore, da colossi nazionali italiani, dal terzo settore.  Nel corso degli anni il welfare universale è stato sottoposto a continui attacchi amici, da chi oggi , come i sindacati, ritroviamo protagonisti nella sanità e nella previdenza integrativa. Lo Stato  non deve piu' assumersi l'onere della assistenza sanitaria e previdenziale dei suoi cittadini, è ormai  opinione diffusa che va dalla Cgil alla destra. In questo ampio arco di forze poi esistono differenze tra chi vorrebbe cancellare in toto la sanità pubblica e quanti invece sono disposti a compromessi, resta il fatto che il business della sanità integrativa fa gola a tanti, anzi quasi a tutti.
Nasce cosi' l'idea che sia sufficiente una forte governance politica a garantire la libertà di scelta al cittadino, se optare per il sistema pubblico o privato. Ma attenzione: non si tratta di equidistanza tra pubblico e privato, la scelta di campo è stata fatta da anni e a unico svantaggio del pubblico indebolito nel corso degli anni, depauperato di risorse e competenze, soggetto a continui tagli quando nel frattempo si regalavano soldi dei cittadini alle imprese private attraverso convenzioni e sgravi.
Hanno fatto di tutto per distruggere la sanità pubblica favorendo la fuga verso i privati, le lunghe liste di attesa per una visita medica o una prestazione sono tra le principali cause della sfiducia crescente verso il sistema pubblico e poi esiste anche un fattore economico perchè a seconda della fascia di appartenenza puo' capitare di spendere meno nel privato che nel pubblico o se spendi uguali hai comunque un servizio piu' veloce.  Ogni cittadino potrebbe portare contributi alla discussione, resta il fatto che la sanità pubblica è stata distrutta anche con il silenzio assenso dei sindacati, gli stessi che hanno taciuto nei 9 anni di blocco della contrattazione, nei 5\6 anni di blocco delle assunzioni salvo poi uscire sulla stampa sporadicamente e senza mai rimettere in discussione le politiche di austerità (zero assunzioni e mancati aumenti contrattuali)
Nel corso degli anni i cittadini hanno speso sempre di piu' per la sanità privata, siamo oltre 37 miliardi , un quarto dell’intera spesa sanitaria nazionale (150 miliardi di euro circa). Perfino i messaggi mediatici sono finalizzato ad inventarsi un nuovo mercato, quello della terza età, delle prestazioni destinate ad una popolazione sempre piu' vecchia. Il pubblico, al contrario, ha cosi' poche risorse da non potere neppure ipotizzare una offerta innovativa di servizi, anzi viene scoraggiata questa offerta perchè entrerebbe in collisione con il privato , Ma il passaggio determinante è stato il welfare aziendale, nelle aziende private prima e in quelle pubbliche prossimamente, inutile ripeterlo ma la filiera della salute è un segmento di mercato determinante che vale piuù del 10% del Pil.

 E se I fondi aziendali sono in crescita, anzi il business del futuro, le polizzze malattia delle compagnie assicurative  risultano invece poco attrattive per i costi eccessivi, da qui la necessità di riposizionarsi vendendo in futuro i propri servizi al welfare aziendale.
Resta il fatto che in Italia si spende poco, sicuramente meno che in altri paesi europei, per la sanità, eppure c'è stato chi , come Cottarelli e la Bonino, che anche nei giorni scorsi hanno richiesto ulteriori tagli
Lo abbiamo letto in queste settimane su Il sole 24 ore e su riviste di impresa, la sanità pubblica  va bene se si rivolge alle fasce sociali deboli e ai casi più gravi \costosi ma per il resto ben venga l'offerta privata e la terza gamba aziendale . E l'obiettivo è quello di arriivare al 2025 con la spesa sanitaria pubblica ridotta e un modello privatizzato decisamente rafforzato

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