Acqua da bene comune a bene privato. Prorogate le concessioni...

sindaci dei comuni appartenenti a Acque Spa e ad Asa, a prescindere dal colore politico ma in prevalenza Pd, continuano ad ignorare la netta volontà popolare uscita dai referendum sull'acqua del giugno 2011.

Comunicato del .Forum toscano dei movimenti per l'acqua:
Non siete i nostri Sindaci, siete i Sindaci delle multinazionali!


PROROGATE LE CONCESSIONI DELL’ACQUA
ADDIO RIPUBBLICIZZAZIONE!
Venerdì 26/10 l’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana ha dato il via libera alla proroga delle Concessioni di Acque Spa (gestore unico del servizio di 56 comuni del Basso val d'Arno a cavallo di ben 5 province. ndr), e ASA (monopolista in 33 comuni delle province di Livorno, Pisa e Siena. ndr), fino al 2031. Approvazione di tutti i sindaci presenti, eccetto quattro astensioni: San Sepolcro, Siena, Manciano e Grosseto.
Nessun Amministratore dal territorio gestito da Acque Spa si è peritato di motivare la scelta; mentre lo ha fatto per ASA, con un doppio intervento, il sindaco di Livorno rifacendosi alla solita litania degli investimenti necessari.
Sì, prolungare i tempi per consentire di effettuare gli investimenti, spalmando i debiti contratti su periodi più lunghi, e riducendo così l’aggravio sulle bollette…Il refrain viene snocciolato con apparente grande convinzione. Poi, in maniera rocambolesca Nogarin dichiara di essere a favore della ripubblicizzazione dell’acqua, e che il suo modello è ABC di Napoli. Peccato che il Sindaco partenopeo abbia avviato la ripubblicizzazione all’indomani del referendum, mentre il Sindaco labronico la rimandi al 2031, ossia venti anni dopo il referendum popolare.
E che dire della sua ripetuta indicazione di ASA come la “mia azienda”? Pensa davvero che aver nominato due “amici” alla presidenza della società e alla presidenza del consiglio di sorveglianza significhi averne in mano la gestione? E, allargando l’orizzonte al Bel Paese, si è accorto Nogarin che il suo partito ha varato un progetto di legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua che va in direzione diametralmente opposta a quella da lui assunta?
Ma la vera “sorpresa” dell’Assemblea AIT è stata la notizia del previsto allungamento al 2024 della concessione a Publiacqua, nonostante l’argomento non rientrasse tra i temi all’odg. Pistoia ha dato fiato alle trombe nel consesso; del resto Firenze mancava e Prato ha taciuto. In effetti, il capoluogo regionale per bocca del sindaco Nardella, aveva già scelto la piazza mediatica per lanciare in pompa magna lo spot elettoralistico: si proroga al 2024, si tengono bloccate le tariffe e si ripubblicizza alla nuova scadenza!
Che strano, ancora una promessa di ripubblicizzazione quando in realtà si bada solo a procrastinare un modello pubblico/privato di gestione dell’acqua, il cui fallimento è conclamato: il cosiddetto modello toscano. E strano si scopra la via della ripubblicizzazione proprio a fine mandato, come è per Firenze e Prato, andando a blindare scelte che avranno effetti solo dopo le prossime elezioni.
Strano si parli di ripubblicizzare e nello stesso tempo si passi a piè pari sui principi ispiratori dei referendum (sostenuti dal Pd evidentemente col senno di poi esclusivamente in funzione anti-governo Berlusconi dell'epoca. ndr), lasciando che il bene comune per eccellenza resti sottomesso alle leggi di mercato: che si tratti di sostituire il socio privato con uno pubblico, oppure si intenda costituire una società in house a capitale interamente pubblico, l’azienda resta in ogni caso soggetta al diritto privato, con ciò che ne consegue.




Strano che l’intento di ripubblicizzare in senso democratico e partecipativo, come espresso dalla volontà popolare, si traduca per gli Amministratori di turno nell’evitare che qualsiasi decisione, compresa quella sulla proroga delle concessioni, passi in precedenza dai Consigli Comunali; per non dire di una giusta e doverosa consultazione dei cittadini su determinate questioni. Strano sbandierare la volontà di ripubblicizzare insieme all’intento di far rimanere gli utili in Toscana, quando qualsiasi profitto sull’acqua è stato bandito dal referendum del 2011.
Riteniamo particolarmente grave che l’orizzonte della quasi totalità dei politici/amministratori sia comunque e sempre racchiuso nei limiti della convenienza economico-finanziaria. La loro aspirazione più forte sembra essere quella di vestire i panni manageriali e trasformare il pubblico in investitore. E inaccettabile si conferma la distanza misurabile in anni luce da quella gestione del bene comune auspicata da milioni di cittadini. Perché è questa la sola e vera ripubblicizzazione che vogliamo!!!

30/10/2018 Andrea Vento

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