Licenziamento e infortunio

Sono sempre piu' frequenti i casi di licenziamento  di lavoratori per avere superato il periodo di comporto anche a causa di lunghi infortuni e lunghe malattie.


La Giurisprudenza negli ultimi lustri ha spesso sentenziato a favore dei padroni, è il caso di alcune recenti pronunce della Magistratura che hanno dato ragione ai datori di lavoro che hanno licenziato dipendenti per il superamento del periodo di comporto, dipendenti che tuttavia erano stati assenti a causa di infortuni .Il problema è rilevante perchè includere  i tempi di assenza per infortunio  nel periodo di comporto vuol dire abbattere una tutela importante per i lavoratori e le lavoratrici. La sola obiezione è quando l'infortunio sia imputabile al datore di lavoro , per esempio nel caso in cui, dopo avere verificato il documento di valutazione del rischio, si appuri  che l'infortunio sia accaduto per colpa del datore di lavoro che non ha fatto rispettare le normative di sicurezza magari utilizzando strumenti lavorativi non a norma di legge . Ma si tratta di casi eccezionali perchè l'onere della prova spetta, paradossalmente, al lavoratore che si trova sempre e comunque in una situazione di debolezza davanti al datore.

Ci pare evidente che prevedere la risoluzione del contratto per chi, infortunato, non puo' garantire la prestazione lavorativa, resti un vero e proprio arbitrio perchè dovrebbe bastare la causa professionale per non applicare il periodo di comporto mentre invece la Giurisprudenza prevede che il periodo di infortunio non sia considerato, ai fini del superamento del periodo di comporto, solo se accertata la responsabilità diretta dell'azienda. Quindi i periodi di assenza per un infortunio in itinere o un infortunio per cause in parte imputabili al lavoratore  o le  assenze legate a malattie contratte causa lavoro, non saranno esclusi dal conteggio del periodo di comporto.

Quanto poi alla malattia professionale,  un lavoratore impiega anni per dimostrare la responsabilità aziendale ma nel frattempo le sue assenze saranno computate e, superato il periodo di comporto, sarà arrivato il licenziamento e con esso la perdita di un salario indispensabile per iniziare una causa risarcitoria. Ci sembra che il diritto del lavoro sia ormai sempre piu' a beneficio dei datori e a rimetterci resta solo la forza lavoro debole e umiliata


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