La illusione della quota 100 e i tagli nel settore bancario

Partiamo da una notizia di cronaca taciuta  da molte testate: gli imminenti processi di ristruturazione nel settore bancario che potrebbero determinare decine di migliaia di tagli occupazionali.
Se 30 o 40 anni fa il posto in banca, al pari di quello nella Pubblica amministrazione, era ritenuto tradizionalmente un posto sicuro, oggi non è piu' cosi, anzi con lo smantellamento delle casse di risparmio i nostri conti correnti non sono piu' sicuri come una volta (chi non ha ricevuto richieste pressanti per investire i risparmi nell'acquisto  di titoli azionari dipendenti dalle oscillazioni di borsa?) e molti sportelli bancari vengono ritenuti obsoleti e con essi anche il personale.
Le banche italiane vengono giudicate poco europee, non al passo con la cosiddetta rivoluzione digitale, del resto siamo il paese dove esistono ancora binari della ferrovia unici, immaginiamoci quali altri ritardi potremmo avere accumulato per esempio nella infrastruttura di banda larga (se la media Ue è del 44%, l'Italia è ferma a poco piu' del 20% ).
Veniamo da un lungo quindicennio in cui numerosi esuberi di personale bancario e assicurativo è già avvenuto con il silenzio assenso dei sindacati, anticipi volontari della pensione o incentivi a lasciare il lavoro prima della maturazione dei requisiti previdenziali. Ma gli esuberi non sono paragonabili a quelli richiesti per i prossimi anni dalle principali Banche che pensano alla chiusura di non meno di 10000 filiali, giusto per allinearsi con gli standard europei quanto a numero di personale, filiali e sportelli, digitalizzazione delle attività.  . I dati pubblicati su Il sole 24 ore parlano di 70 mila esuberi per adeguarsi ai livelli europei, eliminare sportelli e personale, fondere tra loro le banche per avere un capitale piu' grosso e in grado di competere con i colossi europei, eliminare l'anomalia della cassa di risparmio.
Le parole utilizzate per convincere l'ignaro lettore sono poi sempre le stesse:modernità, agilità,riduzione dei costi, maggiore ascolto delle esigenze dei singoli investitori. Eppure dietro ai bancari si celano uomini e donne, posti di lavoro che da un giorno all'altro potrebbero essere cancellati, liquefarsi come i conti correnti di tanti cittadini che hanno subito la beffa delle banche di credito pagandone i cattivi investimenti con la perdita dei risparmi di una vita.
La rimozione del lavoratore è una costante nell'immaginario collettivo e la ritroviamo anche nel caso della quota 100 accompagnata da mezze notizie e da roboanti dichiarazioni che alla luce dei fatti potrebbero dimostrarsi non corrispondenti ai reali fatti.
Riprendiamo a tal riguardo una nota ansa pubblicata nella giornata del 12 Novembre

"Chi optasse per quota 100 subirebbe una riduzione della pensione lorda rispetto a quella corrispondente alla prima uscita utile con il regime attuale da circa il 5 per cento in caso di anticipo solo di un anno a oltre il 30 per cento se l'anticipo è di oltre 4 anni". E' il calcolo dell'Upb, illustrato dal presidente Giuseppe Pisauro in audizione sulla manovra, in cui ha sottolineato anche che la platea potenziale per il 2019 sarebbe di "437.000 contribuenti attivi". Se uscissero tutti ci sarebbe un "aumento di spesa lorda per 13 miliardi".

Sono considerazione dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio che ha redatto alcune simulazioni. 5 anni di anticipo della pensione, rispetto alla Legge Fornero, comporterebbe oltre 500 euro di perdita . Fatti due conti allora chi andrà in pensione approfittando della quota 100? Ben pochi e quello che per mesi abbiamo detto, ossia che l'impianto della Legge Fornero, sarebbe rimasto in piedi, si è presto avverato.

Chi urlava in campagna elettorale promettendo la cancellazione della Fornero viene oggi contraddetto dal fatto che applicando l'anticipo della pensione, con la quota 100, si faranno ricadere gli oneri prevalentemente sulle spalle dei lavoratori  e delle lavoratrici a cui decurteranno l'assegno previdenziale di decine, anzi di centinaia di euro.  E' evidente che un anticipo dell'età pensionabile non possa avvenire con certi costi e  condizioni, specie se le pensioni saranno calcolate ancora con quel sistema contributivo che penalizza fortemente le pensioni.

Ma la beffa della quota 100 non si spiega solo con il tradimento degli elettori ai quali le forze di Governo avevano promesso la cancellazione della Fornero, esistono anche altre considerazioni piu' spicciole
Dagli studi parlamentari hanno ipotizzato circa 437mila contribuenti attivi per l’anno prossimo che con la quota 100 potrebbero andare in pensione; se tutti scegliessero di abbandonare il lavoro la spesa pensionistica aumenterebbe di miliardi diventando insostenibile. Di conseguenza il solo modo per non perdere la faccia era quello di applicare delle decurtazioni , piu' o meno il 5% per ogni anno di anticipo rispetto ai requisiti della Legge Fornero . Ma per chi volesse andare in pensione con 4\5 anni di anticipo, la decurtazione supererebbe anche il 30% dell'assegno previdenziale giusto per ricordare che l'innalzamento dell'età pensionabile rappresenta il filo conduttore di tutte le riforme previdenziali, inclusa quella del Governo Conti. Sta qui la beffa della quota 100, avere illuso molti lavoratori di potere anticipare di uno o due anni l'età della pensione, quei lavoratori che oggi scoprono di poterlo fare ma a loro rischio e pericolo,  pagando direttamente con forti decurtazioni dell'assegno previdenziale. E alla luce di questi fatti quanti saranno i lavoratori e le lavoratrici disposti ad optare per la quota 100?

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