Afghanistan: la lettura di Fulvio Grimaldi

 https://www.byoblu.com/2021/08/16/afghanistan-cosa-ce-dietro-cosa-ce-avanti-fulvio-grimaldi/

Ho provato a tracciare un quadro relativamente esauriente di quanto l’informazione mainstream trascura o coscientemente occulta.

Constata l’evidenza di una vittoria Taliban che, dopo vent’anni di guerra d’aggressione USA e NATO, con centinaia di migliaia di vittime civili e devastazioni spaventose a protezione di un governo fantoccio corrotto e inetto, ha riconquista l’intero paese in 10 giorni senza colpo ferire, non si può non ammettere il vastissimi consenso popolare di cui questo movimento di liberazione nazionale ha goduto.

Per una rappresentazione corretta, onesta e attendibile di quanto va succedendo si dovrebbero approfondire cause, protagonisti, circostanze storiche, geopolitica, prospettive possibili.

Invece, per neutralizzare gli effetti sull’opinione pubblica occidentale di una simile debacle del colonialismo, ennesima dopo le guerre nel Medioriente, viene ora sguinzagliata la canea dei suoi botoli ammaestrati mediatici.

Ignorando e sopprimendo le notizie che ci confermano, anche nelle dichiarazioni dei dirigenti Taliban, una vittoria miracolosamente senza spargimento di sangue e un nuovo inizio che non vede rappresaglie – anzi un’amnistia già dichiarata – nei confronti di coloro che con gli occupanti hanno collaborato e vede una netta apertura a forme di convivenza sociale con piena emancipazione delle donne, appaiono truffatori e mercenari mediatici di professione che si inventano atrocità e abusi del tutto inesistenti. Il solito rosario di nefandezze, maltrattamenti, stupri di ragazze, irruzioni nelle case, punizioni di collaborazionisti, che solo un esercito di liberazione di dementi attuerebbe ​ dal momento che il suo successo dipende al massimo grado dal sostegno del proprio popolo.

E’ la rozzezza fatta giornalismo che conosciamo nel caso di ogni crimine perpetrato contro una nazione dall’imperialismo, e di cui si fanno portatrici le “sinistre progressiste” addirittura con più livore che non gli storici propagandisti del colonialismo.

Sentiremo nelle prossime settimane e man mano che si consolida il nuovo assetto di un Afghanistan indipendente e autodeterminato, narrazioni che in tutti i modi tenteranno di neutralizzare l’effetto, tossico per i globalisti, di questa autentica vittoria di popolo. Protagonisti ne saranno le immaginarie milionate di profughi, “fuggiaschi dall’inferno”, i dissidenti al soldo di chi deve rifarsi una faccia, i dossier di Amnesty International, o di Human Rights Watch, i revanscisti umanitari e femministi del “manifesto”.

Ricordate come l’opinione pubblica occidentale, quella cosciente e informata, ha accolto e celebrato la liberazione dal gioco coloniale dell’Algeria, dell’Argentina, dei paesi africani e arabi, del Vietnam?



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