La salute non è una merce
Salute a tutti e tutte, qui l'appello del Collettivo Autonomo Ravennate che riceviamo e pubblichiamo
Il Collettivo Autonomo Ravennate rilancia le parole
d'ordine : LA SALUTE NON E' UNA MERCE , LA SANITA' NON E' UN 'AZIENDA !!
Si chiede massima partecipazione!
LA SALUTE NON E'UNA MERCE. LA SANITA' NON E' UN AZIENDA
Un virus pandemico si aggira per l' Europa e scalza
convinzioni e convenienze in tema di salute e servizi sanitari, In
Italia la conduzione del' emergenza pandemica ha fatto emergere gravi
inadeguatezze frutto delle politiche attuate negli ultimi due decenni.
Il servizio sanitario pubblico ha dovuto reggere
l'impatto del' emergenza mostrando limiti derivanti dal de-
finanziamento(a favore della sanità privata) e dal' indebolimento della
medicina territoriale. La pandemia ha mostrato effetti criminali, in
termini di decessi aggiuntivi, della deriva del sistema sanitario,pur
con differenze di gravità tra regioni. Le responsabilità dei governi,
centrali e regionali, che si sono succeduti negli ultimi decenni sono
divenute palesi:le leggi di privatizzazione, frutto di politiche
biparti-san, sono le principali responsabili e vanno abrogate come
l'approccio che le ha prodotte.
La salute non è solo uno stato di benessere psico-fisico
ma il risultato del rapporto tra gli individui nel proprio contesto di
vita, se quest'ultimo è malato il malessere individuale è un sintomo e
occorre curare il contesto. La salute è un bene e un diritto, e il
Servizio Sanitario Nazionale deve avere quale obbiettivo prioritario l'
attuazione di questo diritto.
E' il momento di una nuova riforma della sanità fondata su' affermazione della salute, del' ambiente salubre e sulla riduzione delle disuguaglianze.
Il Servizio Sanitario Nazionale è parte del' economia
fondamentale, deve essere universale, senza discriminazione d' accesso e
finanziato dalla fiscalità generale(e progressiva per reddito);il suoà
intervento e l'efficacia va misurata in termini di incremento della
salute collettiva, anziché di volumi e tempi di prestazioni erogate.
La spesa sanitaria deve essere adeguata e indirizzata
verso la prevenzione primaria, con obbiettivi di salute valutati con
strumenti epidemiologici e non economicistici.
Il sistema sanitario pubblico deve essere costituito da
personale sanitario e non, stabile numericamente congruo, con livelli
retributivi consoni e deve contare su una disponibilità di posti letto
in linea con le esigenze di prevenzione , assistenza e cura.
La prevenzione deve avere come perno una medicina
territoriale che includa partecipazione, attenzione per le esigenze
sanitarie e sociali locali.
La medicina territoriale deve essere in costante
coordinamento con il settore ospedaliero, riempiendo di contenuti le
cosiddette “ case della salute”, non come semplice sommatoria di
ambulatori, ma come punti di incontro delle esigenze locali(servizi
sanitari. Socio-sanitari e sociali).
I problemi di salute mentale emergenti in conseguenza
dello shock pandemico e delle tensioni ubiquitarie e quotidiane nel
mondo del lavoro e della società, legate anche a disparità di genere ed
altre disuguaglianze , vanno affrontate con un adeguamento dei servizi
di assistenza e prevenzione psicologica gestite da strutture apposite
del SSN coordinate a livello nazionale.
Va superata l' impostazione Aziendalistica fondata
esclusivamente sulle compatibilità economiche , slegata dai reali
risultati di salute.
Va azzerata la normativa che permette la libera professione intramoenia, altro fattore di disuguaglianza.
La progressiva privatizzazione in quasi ogni ambito
sanitario e la concorrenza hanno indotto anche il servizio pubblico a
seguire logiche produttivistiche. Va rimosso ogni finanziamento alla
sanità privata, abolire agevolazioni fiscali per la spesa sanitaria
privata; riprendere una programmazione sanitaria partecipata a livello locale e nazionale
eliminando ogni commistione pubblico-privato che determina di fatto la
privatizzazione dei servizi.
Occorre realizzare un' industria pubblica del farmaco, contro le speculazioni e i ricatti delle
multinazionali farmaceutiche.
Occorre intervenire nel' ambio della formazione universitaria e delle specialistiche conseguenti evitando la precarietà dei giovani medici nel' “imbuto formativo” e dei neo specialisti nel' “imbuto lavorativo.
La salute della donna va promossa e riconosciuta dalla
specificità, attraverso la medicina e la farmacologia di genere, materia
in Italia misconosciuta.
Il diritto all'autodeterminazione nelle scelte di vita,
alla partecipazione, al lavoro vanno affermati con il rafforzamento di
azioni di prevenzione, attraverso servizi territoriali per la salute ,
in primis i consultori.
Le donne costituiscono il 60% dei medici sotto i 40 anni
e il 78% del personale infermieristico. La pandemia ha mostrato sia il
loro ruolo fondamentale nella sanità, sia la vera condizione di vita
della donna: un lavoro spesso precario, retribuito in misura inferiore
rispetto agli uomini, reso altresì difficile dagli impegni in attività
di cura.
La battaglia per il diritto alla maternità libera e
consapevole è stato un cardine del movimento delle donne, ancora oggi in
contrasto dalla presenza di molti medici obbiettori.
Occorre rinnovare una regia centrale, non centralistica,
di un servizio sanitario davvero nazionale, rimuovendo ogni ipotesi di
“regionalismo differenziato”, garantendo uniformità di accesso e di
qualità alle cure in tutta la nazione.
Anche la sanità animale e le produzioni alimentari sono
decisive per evitare nuovi rischi per la collettività: bisogna procedere
a una trasformazione delle produzioni riconvertendo gli allevamenti
intensivi, estendendo le coltivazioni biologiche e riducendo l'uso di
concimi chimici e pesticidi.
La tutela della salute (dentro e fuori i luoghi di
lavoro) e dell'ambiente sono connesse e interdipendenti e vanno
affrontate in modo unitario e non distribuite su competenze diverse,
regolate dai risultati di indagine epidemiologiche costanti sul
territorio. I controlli devono essere esenti da qualsiasi conflitto di
interesse.
Questi sono alcuni dei temi per una nuova riforma che
inverta il declino dei servizi sanitari.
Chiamiamo le associazioni,i
comitati,le lavoratrici e i lavoratori, i sindacati di base, ad una
collaborazione, a un impegno fattivo partecipato, con una nuova stagione
straordinaria di lotte per l'affermazione e siano l'espressione e la
piena realizzazione del diritto alla salute per tutte e tutti,nell'ambito di un SSN pubblico dove tutela ambientale,
diritto e difesa della salute, diritti sociali e del lavoro
l'espressione della riconversione complessiva del SSN nel' interesse dei
cittadini in una società più equa e rispettosa dei loro bisogni e della
salute collettiva e individuale.
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