Green pass tra obblighi e prese di giro

 Piu' o meno sono 3,4 milioni i lavoratori e le lavoratrici che dovranno esibire il Green pass per lavorare tra sanità,  istruzione e università ma la platea degli obbligati è destinata a crescere .

Non mancano poi le contraddizioni tra utenti e lavoratori, i primi spesso obbligati al foglio verde al contrario dei secondi sempre che a Settembre non esca una ulteriore legge , ipotesi tutt'altro che remota.

In effetti esiste l’obbligo di green pass per accedere a determinati luoghi, nei ristoranti nelle mense o nelle palestre, ma non esiste esplicito obbligo per i lavoratori di questi settori mentre l'obbligo è già vigente per gli utenti fruitori dei servizi

Nel caso di circa 1,9 milioni di dipendenti della sanità la mancata vaccinazione in doppia dose e l'assenza del green pass comporta la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione fino al 31 dicembre quando in teoria dovrebbe terminare lo stato eccezionale di emergenza.

In teoria le aziende potrebbero impiegare in altre mansioni il personale senza green pass ma siamo certi che la scelta  intrapresa sarà quella della sospensione dal servizio senza stipendio.

In pratica potrebbe accadere che dei positivi, inclusi i vaccinati che non sono immuni al virus, possano sedere o stazionare in luoghi affollati accanto a dei negativi, il Green pass non comporta maggiore sicurezza per la cittadinanza, ovviamente i vaccinati hanno maggiore copertura e statisticamente se contraggono il virus hanno maggiori possibilità di uscirne senza gravi conseguenze.

Dal 1 Settembre anche il personale della scuola e degli atenei o delle scuole di specializzazione dovrà avere il green pass se non vuole incorrere nella sospensione senza stipendio. Ma anche in questi casi il foglio verde non mette al sicuro dal contrarre il virus perchè potrebbero coesistere in una classe insegnanti e alunni non vaccinati, altra palese contraddizione in termini sanitari e perfino di diritto.

Il Governo ha parlato di circa 180 mila dipendenti della scuola non vaccinati, non è dato sapere quanti siano i non vaccinati perchè hanno già contratto il virus e presentano anticorpi che hanno rimandato il vaccino, quanti siano i soggetti in condizioni critiche per i quali la vaccinazione è invece sconsigliata. Di certo il Governo farà pesare l'assunzione di personale a tempo determinato in sostituzione dei sospesi senza green pass, si parla già del costo aggiuntivo per la comunità tacendo sul fatto che al personale di ruolo verrà intanto sospesa la retribuzione.

E' evidente che le normative vigenti presentino innumerevoli contraddizioni, ad esempio il Dl 105/2021prevede l’obbligo del green pass, a partire dallo scorso 6 agosto, per accedere a ristoranti al chiuso, musei, palestre, piscine, centri benessere, sagre e fiere, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, sale gioco, concorsi pubblici. Ma questo obbligo corre per gli utenti ma non ancora per la forza lavoro impiegata.

Prendiamo ad esempio chi lavora in un ristorante, chi sta in cucina non è obbligato alla vaccinazione nonostante prepari centinaia di pasti al giorno al contrario di quanti vogliano pranzare o cenare in luoghi al chiuso.

Analogo discorso vale per aerei, treni, navi e traghetti, autobus che collegano più di due Regioni, obbligo del green per la utenza ma non per la forza lavoro.

Se il green pass è condizione essenziale per frenare i contagi perchè allora tante disparità e discriminazioni? Il legislatore ha emanato leggi alquanto contraddittorie perchè sa bene che la vaccinazione non comporta immunità al virus e le stesse vaccinazioni ad oggi non sono obbligatorie a meno che non voglia cambiare la Carta Costituzionale.

Se le Faq ministeriali, come nel caso delle mense, presentano enormi contraddizioni, è innegabile che  i recenti orientamenti della Giurisprudenza vedono sconfitti i ricorsi di quanti hanno ritenuto illegittimo l'obbligo della vaccinazione, parliamo di una sentenza (Tribunale di Roma del 28 Luglio scorso) che ha visto soccombere delle lavoratrici di alcuni centri turistici  rifiutatesi di sottoporsi al vaccino. e per questo licenziate.

La querelle sulle mense poi è un altro eloquente esempio della confusione costruita con gli ultimi decreti, le mense  non sono considerate alla stessa stregua dei luoghi di lavoro ma dei ristoranti e qui sarebbe opportuno ricordare i tanto decantati protocolli sulla sicurezza. Questi protocolli sono nati piu' di un anno fa dopo scioperi promossi nelle settimane di maggiore contagio, i protocolli sono stati sovente disattesi e hanno finito con lo scaricare gran parte degli oneri di sicurezza sulla forza lavoro senza mai intervenire sulle reali modalità con le quali si lavora. Ci sono settori nei quali l'assembramento sarebbe evitabile solo rivedendo la organizzazione del lavoro e i tempi di impiego cosa che non è stata mai fatta. E poi i dati relativi ai contagi nei luoghi di lavoro non sono noti e diffusi, anzi con la circolare Inail della primavera 2020 è sempre piu' difficile dimostrare l'avvenuto contagio nei luoghi della produzione.

La efficacia dei protocolli e soprattutto la loro piena attuazione è ancora da dimostrare visti i 130 mila morti in 19 mesi

Il pasticciaccio sui vaccini e sui green pass diventa ancora piu grande se prendiamo in esame la questione dei tamponi, è ormai acclarato che i costi degli stessi saranno quasi certamente a carico dei lavoratori e delle lavoratrici e non gratuiti nonostante sia nell'interesse generale una efficacia prevenzione che passa appunto dai tamponi. Dopo la primavera scorsa, e nonostante la fase 2 e 3 dei contagi, gran parte delle aziende pubbliche e private sono ricorsi ai tamponi solo in casi eccezionali e in presenza di contagi , l'azione di monitoraggio e prevenzione dovrebbe essere invece ben altra.

Fin qui abbiamo evidenziato le mostruosità dei decreti vigenti dimostrando che l'azione preventiva, con tamponi a tappeto ad esempio o con interventi atti a modificare radicalmente tempi e modi di lavorare, è stata letteralmente dimenticata dal Governo al pari dell'incremento della sanità pubblica e della medicina preventiva e del lavoro.

Nel frattempo si va prefigurando uno scontro ideologico sul nulla che lascia fuori la questione dirimente ossia la salute pubblica, il potenziamento della medicina di base e preventiva, la diffusione di vaccini efficaci e non solo di quelli la cui proprietà è detenuta dalle multinazionali del farmaco.


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